Ieri Paolo Borsellino avrebbe compiuto 85 anni, essendo nato a Palermo il 19 gennaio del 1940. Ma la vita del Magistrato, vittima di un attentato di Cosa Nostra, venne messa a tacere il 19 luglio del 1922, nella purtroppo famosa strage di via d’Amelio, quando perse la vita assieme ai cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Il ricordo delle Istituzioni
E proprio ieri non sono mancati i ricordi da parte delle istituzioni, a partire dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che su X lo ha definitivo come “un giudice e un servitore dello Stato che ci ha insegnato che avere paura è umano, ma ciò che è importante è affiancare alla paura il coraggio. Il coraggio di combattere per quello in cui si crede e fare tutto ciò che è possibile per migliorare le cose”. “Fin dall’insediamento del governo abbiamo messo tra le nostre priorità la battaglia contro le mafie e, nel nome di Paolo Borsellino, di Giovanni Falcone e di tutti coloro che sono caduti per mano della criminalità organizzata, continueremo su questa strada per portare legalità e sicurezza, libertà e giustizia.
Il saluto del Premier
“Buon compleanno Paolo, il tuo esempio vive nelle nostre azioni”, ha scritto il Primo Ministro.
In tanti ieri hanno deciso di esprimere tutto il loro cordoglio e rispetto nel ricordare i due magistrati, tra cui il Presidente della Camera Lorenzo Fontana, il quale ha sottolineato che “è importante rinnovare il ricordo del loro sacrificio per affermare i valori della legalità, della giustizia, della libertà”. Ha poi proseguito aggiungendo che “il loro coraggioso impegno, oltre ad avere fornito un apporto decisivo nel contrasto alla criminalità organizzata, è un esempio perenne di integrità e dedizione”.
Lotta contro la criminalità
Alle sue parole si sono aggiunte quelle del Presidente del Senato Ignazio La Russa, che oltre al cordoglio rivolto ai familiari ha aggiunto: “La loro eredità continua a guidare chi lotta contro la criminalità organizzata”. Ha parlato tramite i social anche il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foresta Francesco Lollobrigida che parlando di Borsellino lo ha definito come esempio eterno di coraggio e amore per il Paese: “Il tuo sacrificio e la tua dedizione continuano a ispirare chi crede nella giustizia e lotta ogni giorno per un’Italia libera dalla mafia”.
Rispetto, lealtà, verità
“È un privilegio Paolo, il solo cercare, immeritatamente, di mettere i piedi nelle tue impronte. Con amore, con rispetto, con lealtà fino alla verità” è invece quanto ha scritto la Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Chiara Colosimo.
Resta dunque viva nella memoria una ferita profonda, ma che ha fondato radici utili a proseguire il contrasto alla Mafia, fenomeno che purtroppo evolve in sincronia con la società civile. Se da un lato Giovanni Falcone teorizzò la necessità di rendere la lotta a Cosa Nostra transnazionale, secondo una visione successivamente cristallizzata nella Convenzione delle Nazioni Unite di Palermo del 2000, il pensiero complementare di Paolo Borsellino ha evidenziato invece la necessità di coinvolgere anche la società civile, specialmente attraverso iniziative di sensibilizzazione culturale e valoriale. Come ha evidenziato Meloni, il loro pensiero ancora oggi vive e guida le attuali politiche di governo.