L’Italia è il Paese europeo con il più basso tasso di prelievo di legname dalle proprie foreste: la risorsa legnosa italiana è sottoutilizzata e mal utilizzata, un problema strutturale che danneggia lo sviluppo economico delle aree interne e montane del Paese. Lo sostiene Cia-Agricoltura secondo la quale è necessario adottare al più presto un modello italiano di sviluppo della bioeconomia, non copiando i modelli del Nord Europa dominati dalle grandi centrali di raffinazione a biomassa, ma puntando a costruire un sistema forestale fondato sulla selvicoltura di qualità, sulla gestione forestale sostenibile e l’uso a cascata del materiale forestale.
Oggi, poco più del 15% della superficie forestale italiana – che corrisponde a oltre 11 milioni di ettari – è soggetto a piani di gestione forestale.
Costruire filiera virtuosa
Insomma, per i selvicoltori italiani, ci sono le condizioni per costruire una filiera virtuosa che opera su volumi inferiori, derivati dal territorio, e “che può portare vero valore aggiunto al Paese attraverso strumenti come segherie di medie dimensioni, impianti all’avanguardia, legname ingegnerizzato e green communities.” L’appello viene da Davide Pettenella, professore dell’Università di Padova presso il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali e Presidente di Cluster legno Italia. Risponde Luigi D’Eramo, sottosegretario al Masaf, che dice: “condividiamo l’importanza di lavorare ad un rilancio della filiera forestale in un’ottica di sviluppo delle aree interne e montane. La filiera del legno è assolutamente strategica in questo: non solo dal punto di vista energetico ma anche per quanto riguarda l’uso del legno nel settore dell’arredamento italiano”.
Gli strumenti disponibili
Soltanto fino a dieci anni fa non esistevano documenti fondamentali come il Testo Unico delle Foreste, la Strategia forestale nazionale, il Position Paper, condiviso dai principali attori del settore e dal Masaf, che delinea la strategia della filiera forestale per rilanciare l’economia del legno. Un altro strumento innovativo, lanciato a dicembre 2023, è il nuovo Sistema Informativo Forestale, osservatorio sulle biomasse forestale e gli usi energetici che raccoglie dati e informazioni aggiornate e affidabili, fondamentali per costruire una strategia forestale basata su dati oggettivi e condivisi.
Accordi di foresta
Gli strumenti per una selvicoltura responsabile esistono già – dice Annalisa Paniz, direttrice generale di Aiel (associazione energie agroforestali) – ma è importante continuare a sostenere le imprese forestali e l’associazionismo, gli “accordi di foresta” e la pianificazione forestale: l’unica via per valorizzare la risorsa rinnovabile locale rappresentata dal legno portando valore aggiunto per il territorio e i cittadini”.
Non si torna indietro
Gli agricoltori e silvicoltori ritengono necessaria l’attivazione di un Tavolo Interministeriale permanente tra il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per garantire la condivisione e il coordinamento delle politiche che riguardano le filiere industriali ed energetiche collegate al settore forestale, anche attraverso una specifica attività di ricerca, formazione e innovazione. “In questi dieci anni abbiamo lavorato tanto per costruire, quasi da zero, delle opportunità di sviluppo per il settore forestale italiano. Dieci anni fa non esisteva una Direzione Forestale Nazionale”, spiega Alessandra Stefani, direttore Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del Masaf. “Da qui non torneremo indietro”.