venerdì, 1 Novembre, 2024
Società

Troppi minori stranieri non accompagnati

L’Anci preoccupata: molti comuni non sono in grado di assisterli

Il Report dei minori immigrati non accompagnati racconta anche vicende personali: la storia di Hussanain, diciassettenne pakistano, che agli italiani rimprovera scherzosamente di avere il difetto di non seguire il cricket. Issa dal Senegal, fa il cuoco, vorrebbe fare il gommista, ma va bene lo stesso. Il giovanissimo marocchino Mohamed che ha lasciato il suo paese a 13 anni, ora sta bene, ha un buon lavoro in una cucina di un ristorante. Geraldo, dall’Albania, pensava di fare il muratore, ma si è scoperto bravissimo a fare divani. Rahman, che ne ha fatta di strada; viene dal Bangladesh, lavora a Padova e riesce anche ad aiutare la sua famiglia. Storie a lieto fine, ma chissà quante quelle più tribolate. 

In un anno 5mila in più

I “Msna”, censiti in Italia al primo sementre 2023, sono quasi 21mila. Dal giugno 2022 sono aumentati di oltre 5mila unità. Il flusso è aumentato per gli arrivi dall’Ucraina, che ora sembra stabilizzato. Erano 9mila nel 2015, saliti a 13.862 l’anno successivo, 18.486 nel 2017 e poi, anche per l’effetto pandemia, stabilizzati intorno ai 20mila. Un esercito. In maggioranza (86%) sono maschi, di17 anni (44,7%), poi i sedicenni (24,7%) e i quindicenni (12,1%). Arrivano soprattutto da Egitto (5.341 minori), Ucraina (4.512), Tunisia (1.781), Guinea (1.174) e Albania (1.137). Mentre le Regioni che ne accolgono di più sono la Sicilia (4.621 minori, il 22,1% del totale), la Lombardia (2.764, il 13,2%), l’Emilia-Romagna (1.727, l’8,3%) e la Calabria (1.669, il 8%). Il numero complessivo è stabile negli anni con un crescita dei minori ucraini dall’inizio della guerra.

 Anci: troppe concentrazioni

Con l’espressione “minore straniero non accompagnato” (Msna), in ambito europeo e nazionale, si fa riferimento al minore di anni diciotto, cittadino di Stati non appartenenti all’Unione europea o apolide, che si trova, per qualsiasi causa, nel territorio nazionale, privo di assistenza e rappresentanza legale da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili. Ragazzi e ragazze che, generalmente, sono presi in carico dai comuni e, per questo, l’Anci periodicamente solleva il problema. “Siamo preoccupati”, va ripetendoMatteo Biffoni, delegato Anci all’immigrazione “per le concentrazioni di minori stranieri non accompagnati su determinati Comuni. Servono meccanismi per evitare queste concentrazioni altrimenti la situazione diventa ingestibile”.

 100 euro al giorno per minore

L’accoglienza dei minori senza genitori coinvolge diversi attori, dalle forze dell’ordine al Tribunale dei minorenni, ai Comuni, le Prefetture. Queste ultime promuovono iniziative con soggetti sociali diversi per la formazione o l’inserimento al lavoro, ma soprattutto gestiscono i rimborsi ai comuni: 100 euro al giorno per ogni minore. Troppo poco per i comuni più piccoli. Nonostante la vera questione non è quella economica, ma piuttosto la carenza di posti per l’accoglienza. Ad esempio, in Lombardiadi 674 posti nella rete Sai (Sistema accoglienza integrazione) per Msna nel 2021 (i ragazzi presenti quell’anno erano 1202), considerando gli ultimi dati del 2023, ne servirebbero quattro volte tanto. 

“I Comuni hanno bisogno di risorse per l’integrazione, a partire dalla conoscenza dell’italiano, più sicurezza e coesione sui territori, strumenti per la protezione dei minori stranieri non accompagnati”, spiega Biffoni. “Prendere in carico minori, piaccia o no, è complesso, delicato, e richiede che vengano stanziate risorse adeguate, non bastano vitto e alloggio”, e continua: “segnalo peraltro, ed è cosa nota, che il numero di minori collocati temporaneamente in strutture per adulti cresce di giorno in giorno, mentre i tempi di queste permanenze improprie si stanno allungando. Questo ci preoccupa particolarmente.” Anci chiede l’attivazione di centri governativi di primissima accoglienza, almeno uno per regione, un adeguamento della capacità della Rete SAI per MSNA per almeno 4000 posti, risorse adeguate alla vulnerabilità e all’età dei bambini, un urgente ampliamento della disponibilità delle strutture autorizzate che coinvolga le Regioni, che sul tema hanno competenze significative.

 A maggiore età uscita dal Sim

Nel corso della prima metà del 2023, nel Sim(Sistema Informativo Minori) è stata registrata l’uscita dal sistema di accoglienza di 10.769 minori stranieri non accompagnati. Per oltre la metà dei casi (57%) la motivazione di uscita di competenza è il compimento della maggiore età. L’altra motivazione, che conta circa il 37% dei casi di uscita, è l’allontanamento per volontà del minore. Il rimanente 6% degli eventi di uscita è riferibile ad altri motivi quali l’affido, il rintraccio dei genitori o di adulti legalmente responsabili, il rimpatrio volontario assistito e la relocation.

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