giovedì, 19 Dicembre, 2024
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Mistral, il contributo della Sapienza al Sardinia Radio Telescope

ROMA (ITALPRESS) – E' stata completata l'installazione dello strumento Mistral, realizzato da un team di ricercatori del Dipartimento di Fisica di Sapienza, per il Sardinia Radio Telescope, l'imponente radiotelescopio di 64 metri di diametro dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), situato a San Basilio, in Sardegna. L'installazione conclude una attività di quattro anni di lavoro intensissimo del team G31 del Dipartimento di Fisica dell'Università Sapienza di Roma, guidato da Paolo de Bernardis, responsabile scientifico di Mistral in Sapienza. "Il cuore di Mistral è una matrice di 415 rivelatori a induttanza cinetica, realizzata da una collaborazione tra Sapienza e Cnr-Ifn di Roma", commentano Alessandro Paiella, Federico Cacciotti e Giorgio Pettinari, che si sono occupati della progettazione, realizzazione e caratterizzazione dei rivelatori. "I rivelatori sono illuminati da un sistema ottico costituito da due lenti in silicio e una serie di filtri risonanti – aggiunge Marco De Petris, responsabile dell'ottica di Mistral -. Questo trasferisce sul mosaico l'immagine del cielo prodotta dal telescopio, ingrandendo e correggendo il suo campo di vista ed eliminando tutte le lunghezze d'onda al di fuori della banda di interesse"."I rivelatori sono raffreddati fino a soli 0,2 gradi sopra lo zero assoluto, ovvero a -273 gradi Celsius, da un complesso sistema criogenico, che permette di mantenerli in operazione per tutta la durata delle osservazioni, eliminando i forti disturbi dovuti all'agitazione termica", sottolinea Alessandro Coppolecchia, responsabile della criogenia di Mistral. "Oltre alla soddisfazione per aver completato lo sviluppo dell'hardware, c'è grande aspettativa per i risultati scientifici che deriverannodall'uso di Mistral. Infatti, grazie alla bassissima temperatura operativa e alla presenza di centinaia di rivelatori che operano simultaneamente, lo strumento risulta essere estremamente efficiente per l'osservazione dettagliata di sorgenti come gli ammassi di galassie", aggiungono Giuseppe D'Alessandro e Alessandro Novelli che si sono occupati dell'assemblaggio e dell'housekeeping di Mistral. "Quando i fotoni del fondo cosmico a microonde attraversano gli ammassi di galassie, hanno una certa probabilità di interagire con gli elettroni del gas caldo che permea l'intero volume dell'ammasso, e aumentano leggermente la loro energia, accorciando così la loro lunghezza d'onda. Ne segue un deficit di fotoni del fondo cosmico di microonde a lunghezze d'onda superiori a 1.4 mm, e un eccesso di fotoni a lunghezze d'onda inferiori", sottolinea Giovanni Isopi, che si occupa dell'elettronica di lettura e dei dati di Mistral. "Mistral, alla lunghezza d'onda di 3 mm, misurerà il deficit di fotoni del fondo cosmico a microonde con grande efficienza e dettaglio, osservando in controluce un grande numero di ammassi di galassie e di filamenti di gas tra ammassi – sottolinea Elia Battistelli, Project Manager di Mistral -. Questo permette di quantificare la struttura e la dinamica del cosmic web, l'intricato intreccio di filamenti di materia che contiene la maggior parte della materia normale e della materia oscura dell'universo". "Questa materia è invisibile nelle osservazioni ottiche. Infatti queste possono rivelare solo i fotoni emessi dalle stelle nelle galassie, che costituiscono solo la punta dell'iceberg della struttura a grande scala dell'universo", aggiungono Francesco Piacentini e Fabio Columbro, che si occupano della lettura e della calibrazione di Mistral. "Per questo – conclude Silvia Masi, instrument scientist di Mistral – strumenti come Mistral e come Olimpo, costruito dal team del Dipartimento di Fisica per osservare l'eccesso di fotoni a lunghezze d'onda brevi lavorando da un pallone stratosferico, e pochi altri al mondo, risultano essenziali per capire come si sono formate le strutture nel nostro universo". Mistral è stato sviluppato nell'ambito del progetto Programma Operativo Nazionale Ricerca e Innovazione 2014 – 2020 finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca e ha raggiunto l'obiettivo di potenziare tecnologicamente il Sardinia Radio Telescope. Il progetto di potenziamento di Srt è partito il 25 giugno del 2019 e si è concluso il 25 giugno 2023 e ha visto la partecipazione di ricercatori della Sapienza Università di Roma, del Cnr-Eiit, dello UK Research and Innovation nel Regno Unito, dell'Università di Manchester sempre nel Regno Unito e del Korea Astronomy and Space Science Institute in Corea del Sud. (ITALPRESS). Foto: Università La Sapienza trl/com 13-Lug-23 14:01

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