sabato, 16 Novembre, 2024
Attualità

Blocco bonus edilizi. Confcommercio-Imprese: confronto urgente, servono soluzioni alla crisi di liquidità delle imprese

Trovare una soluzione alternativa allo stop totale a sconto in fattura e cessione del credito. La richiesta accompagnata dalla richiesta di un “confronto urgente” con i Ministeri competenti è sollecitata dalla
Confcommercio imprese. “Occorre”, scrive la Confederazione, “che vengano individuate soluzioni strutturali alla crisi di liquidità delle imprese che non sono riuscite a cedere a terzi i crediti d’imposta per la
saturazione del mercato e per le quali ora viene anche meno, in ragione del divieto recato dal decreto varato dal Governo, la possibilità di cedere questi crediti alle pubbliche amministrazioni”.

Chiarimenti necessari

A stretto giro di posta la Confcommercio chiede chiarimenti anche per l’impatto che il settore edilizio ha verso il Piano nazionale di ripresa.
“È dunque necessario un confronto urgente tra Governo e associazioni di categoria anche in considerazione del ruolo determinante svolto dalla filiera dell’edilizia per la messa terra del Pnrr”, fa presente Confcommercio-Imprese per l’Italia.

Blocco bonus, cosa è accaduto

La Confederazione riepiloga gli ultimi avvenimenti, con lo stop totale a sconto in fattura e cessione del credito. “Per i nuovi interventi edilizi l’unica via è d’ora in poi la detrazione d’imposta d’ora in avanti. È l’effetto principale del decreto sulla cessione dei crediti di imposta relativi agli interventi fiscali approvato il 16 febbraio dal Governo”

In sicurezza i conti pubblici

Sui bonus edilizi, superbonus compreso, si volta insomma completamente pagina. “E viene spenta sul nascere”, puntualizza la Confcommercio, “l’esperienza da poco avviata da alcuni enti pubblici di acquistare i crediti incagliati: un articolo del provvedimento ne prevede infatti il divieto. L’obiettivo del decreto è duplice, come ha spiegato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: ‘risolvere il nodo dei crediti’, arrivati ormai a 110 miliardi, e ‘mettere in sicurezza i conti pubblici’ perché, come ha evidenziato Eurostat, ‘ci sarebbe un impatto diretto sul debito pubblico”.

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