lunedì, 21 Aprile, 2025
Economia

Confesercenti: l’inflazione resta alta, difficoltà crescenti per le famiglie. Serve sostegno alle imprese

Stringere la cinghia per molte famiglie sarà necessario. Quelle più povere, inoltre, avranno davanti mesi difficili. Sono gli scenari che la Confesercenti prevede per il 2023 a causa di una inflazione che riduce stipendi e risorse. Non basta per la Confederazione la notizia che l’inflazione rallenta a dicembre, “ma il 2022, si chiude comunque con un aumento del +8,1%, il più ampio dal 1985”.

“Una cavalcata dei prezzi che pesa soprattutto per le famiglie meno abbienti, per le quali l’incremento dell’inflazione nell’anno trascorso è stimabile al +16%”, calcola la Confesercenti, “Ed il quadro per il 2023 resta comunque incerto, con una variazione dell’indice dei prezzi che si manterrà comunque sopra il tetto del +5%”.

Un anno difficile

Le prospettive per l’anno in corso, dunque, restano difficili: “L’Italia ha il 41% dei propri consumi energetici concentrati sul gas, ed è stato il Paese più colpito dalla crisi energetica in Europa”, sottolinea la Confederazione, “Nonostante le ipotesi ottimistiche di rientro della situazione, i prezzi dell’energia saranno in media, nei prossimi anni, superiori di oltre il 150% rispetto sia al periodo che va dal 2009 ad oggi sia a quello antecedente la crisi finanziaria. Il 2023 presenta, quindi, molte incognite per famiglie ed imprese: inflazione e caro energia hanno eroso le scorte di risparmi dei cittadini, e la situazione non si stabilizzerà, almeno nei primi mesi dell’anno, neanche sul fronte del mercato delle materie prime alimentari oltreché dell’energia”.

Detassazione aumenti

Per questo auspichiamo, evidenzia la Confederazione, che il Governo intensifichi il sostegno della domanda interna, con il proseguimento delle misure a favore di famiglie ed imprese. “A partire dalla pressione fiscale: bene il mini-taglio del cuneo fiscale inserito in manovra, ma occorre fare di più per avere effetti più sostanziali sulla spesa delle famiglie”, propone la Confesercenti, “Come chiediamo da anni, si potrebbe intervenire sulla detassazione degli aumenti retributivi, un provvedimento che darebbe una spinta alla ripartenza della contrattazione e, quindi, ai salari”.

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