sabato, 23 Novembre, 2024
Considerazioni inattuali

Risveglio nel cielo

Il mio spirito ha sempre rintoccato nel risveglio di primavera – come lo cantava Milva nelle parole di Battiato – e ho l’abitudine in aprile, di ascoltarlo a ripetizione insieme con tutti i suoni della stagione, con tutti i suoi risvegli: dagli alberi di Giuda che rivestono Roma, ai ciliegi, i mandorli, all’odore di cielo che improvvisamente oltreché a vedersi nelle sue gradazioni di turchino, comincia anche a sentirsi forte, a profumare ed investire l’atmosfera come se la pioggia si fondesse con la pelle. Come se il cielo ci cingesse e non fosse poi così lontano; come a sentirsi naufraghi dei cieli, dal verso di Salinas.

L’INCONTRO DI PASSATO E FUTURO

Alzando gli occhi al cielo in primavera, oltre alla sublimazione che assorbiamo dal colore ormai fulgido, s’avverte quasi l’esigenza di riempirlo; non ci basta più che sia vuoto e distante come d’inverno. E non potendo salirci con i passi, tendiamo a provarci con i pensieri: lo riempiamo di pensiero. Quello che s’addensa nella nostalgia e nella voglia di futuro al contempo. Credo sia proprio nel cielo che s’incontrino: non immagino un altro luogo che possa contenere al meglio insieme l’esperito e l’avvenire. Il solo luogo che spiritualmente e culturalmente ci prospetta una tale possibilità: quella di incontrare chi abbiamo già incontrato, di riunirci con chi non è più in vita ma anche di avvicinare gli spiriti i cui corpi sono materialmente lontani, seppure sulla stessa terra, persino nella stessa città. Così come per Salinas: “E ci incontreremo/oltre le differenze/invincibili, sabbie/rocce, anni, ormai soli/nuotatori celesti/naufraghi dei cieli”.

IL DEMIAN DI HESSE

È così che inizia l’immersione nel cielo, con il risveglio di tutti quelli che abitano la terra – mi dico – mentre attraverso il Pincio, mi stendo sul prato e mi guardo dall’esterno, come fossi un’altra. È sempre così che ho alimentato il mio spirito e che mi sono consolata: nel pensiero del dopo, che avrebbe riscattato il prima, che lo avrebbe sublimato in sé, lo avrebbe risolto. Come nel Demian di Hermann Hesse: dove Max Demian che pare vivere fuori dalle comuni categorie e leggi temporali, risolve il conflitto interiore che divide l’anima del protagonista Emil Sinclair in due mondi antitetici: bene e male – assai vicino al William Wilson di Edgar Allan Poe.

LA VOLONTA’ DEL RISVEGLIO

Per risvegliarsi – come in primavera – bisogna sforzarsi: la natura richiede di più di un meccanismo elementare come sembra, pretende che quella rinascita sia frutto di una volontà e non di banale tecnicismo; “L’uccello si sforza di uscire dall’uovo. L’uovo è il mondo. Chi vuol nascere deve distruggere un mondo. L’uccello vola a Dio.” Vola verso il cielo, nel principio da cui sono partita, che è anche la sua fine – nel volo che è legge di natura, ma anche volontà di potenza e pure ribellione al contempo. Il volo di un uccello come quello della “gente come me e lei, solitaria. Ma noi ci possediamo l’un l’altro, abbiamo la segreta soddisfazione di essere diversi, di ribellarci.”

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

I nuovi ‘Alfieri della Repubblica’ insigniti da Mattarella

Francesco Gentile

Favola dell’Arte e della Bellezza

Maurizio Merlo

Covid. Astrazeneca ritira il vaccino dal mercato. Casi rari di trombosi

Ettore Di Bartolomeo

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.