Da un decennio l’Italia ha chiuso le porte agli immigrati regolari, nell’illusione che i disoccupati italiani possano svolgere le professioni manuali. Dimenticando che gli oltre 5 milioni di stranieri residenti oggi in Italia, rappresentano una forza vitale. Questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto annuale sull’economia dell’Immigrazione a cura della Fondazione Leone Moressa. In particolare, si evince come in dieci anni l’Italia ha perso quasi 500 mila italiani (saldo tra partenze e rientri di connazionali). Tra questi, quasi 250 mila giovani (15-34 anni).
Considerando le caratteristiche lavorative dei giovani in Italia, si può stimare che questa “fuga” sia costata 16 miliardi (oltre 1 punto percentuale di Pil): è infatti questo il valore aggiunto che i giovani emigrati potrebbero realizzare se occupati nel nostro Paese.
La presenza straniera in Italia è stabile negli ultimi anni, con 5,2 milioni di stranieri residenti a fine 2018 (8,7% della popolazione). Il saldo migratorio rimane positivo (+245 mila), anche se la composizione dei nuovi arrivi è molto diversa rispetto al passato: prevalgono i ricongiungimenti familiari, si stabilizzano gli arrivi per motivi umanitari, mentre sono quasi nulli gli ingressi per lavoro.
Vi è, complessivamente, una lieve prevalenza di donne (52%) e una netta dominanza di paesi dell’Est Europa (oltre il 45% del totale). Le prime nazionalità (23,0% Romania, 8,4% Albania, 8,0% Marocco) evidenziano che la maggior parte degli immigrati è qui da oltre dieci anni. Nel 2018 i lavoratori stranieri sono 2,5 milioni, pari al 10,6% degli occupati totali.
La ricchezza prodotta da questi lavoratori è stimabile in 139 miliardi, pari al 9% del Pil. Gli occupati stranieri si concentrano nelle professioni non qualificate (33,3%), mentre solo il 7,6% svolge mansioni qualificate (il restante 60% si divide quasi equamente tra operai/artigiani e commercianti/impiegati).
Il contributo economico dell’immigrazione è inoltre dato da oltre 700 mila imprenditori nati all’estero (9,4% del totale) e, a livello fiscale, da 2,3 milioni di contribuenti. Da essi provengono un gettito Irpef di 3,5 miliardi (su un ammontare di 27,4 miliardi di redditi dichiarati) e 13,9 miliardi di contributi previdenziali e assistenziali versati. (Italpress).