sabato, 20 Aprile, 2024
Economia

Benzina, rincari segnalati da Codacons ma taciuto dalla politica. Per le famiglie nuova batosta

Come sia stato possibile che il 9 giugno la benzina abbia subito un nuovo rialzo nel silenzio generale delle fonti istituzionali e di Governo, spiega bene i mancati meccanismi di controllo sull’economia. Il costo del litro di benzina, infatti, è tornano a crescere ed ha toccato il prezzo più alto degli ultimi due anni: 1,6 euro al litro.

Il fatto che ci siano aumenti già di per sé dovrebbero essere motivati – una volta i capi di Stato e i ministri dell’economia ci mettevano la faccia nel giustificare i rincari che magari erano tasse in più per opere
pubbliche – oggi una notizia del genere passa sotto silenzio ben sapendo che avrà un effetto moltiplicatore sui già numerosi problemi delle famiglie. A fare i calcoli, onore al merito, dei rincari, è il Codacons e alcune Associazioni dei consumatori, che prevedono un aumento della spesa per famiglia equivalente a 276 euro all’anno solo per benzina e gasolio. Quindi una nuova tassa. Vediamo come sono andate le cose.

Il prezzo del petrolio il cosiddetto Brent ha toccato negli ultimi giorni i 70 dollari al barile. Non una crescita di picco elevato, si ricorderà che il barile ebbe negli anni passati un picco sui 90 dollari. Tuttavia la quotazione del greggio è salita di oltre il 67% negli ultimi 12 mesi.

La risalita ha inciso subito sui costi, al contrario quando la quotazione scende, difficilmente si replica in favore dei cittadini. “I rincari dei carburanti causano una stangata su base annua pari a +267 euro a famiglia solo per i maggiori costi di rifornimento ai distributori”, denuncia il Codacons,“Oggi la benzina costa il 16,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre per il gasolio si paga il 15,1% in più”, osserva il presidente Carlo Rienzi, “Rincari che producono effetti diretti sulle tasche dei consumatori, al punto che un pieno di verde costa oggi 11,1 euro in più rispetto a giugno 2020, mentre per il diesel si spendono 9,6 euro in più a pieno”. Il timore che il prezzo possa salire sopra i 2 euro al litro, come nel 2012, quando si toccò il prezzo record di 2,8 al
litro, diventa realistico. E giugno appare il mese dove i rincari di carburante si concentrano.

Massimo Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha riepilogato l’aumento dei prezzi della prima metà dell’anno 2021: da gennaio i rincari di benzina e gasolio sono stati rispettivamente del 10.9% e del 10.5%.

Non solo entrando nel merito di una sovrapposizione di spesa dal 10 giugno 2020 al 10 giugno 2021 l’aumento del costo della benzina è pari al 16,6%, mentre per il gasolio è del 15,6%. Cifre non certo modeste e tutto con l’approssimarsi della stagione estiva. “È urgente che il Governo agisca”, sottolinea Emilio Viafora, Presidente di
Federconsumatori, “per dare un taglio a questi costi, monitorando attentamente sovrapprezzi e speculazioni, specialmente in vista delle partenze estive, ma anche ricorrendo ad un sistema di tassazione più sostenibile”.

Così a risentirne sarà tutta la filiera della mobilità, che inizia anche con la compravendita di auto.
Ci sono incentivi per auto più green e che consumano meno, ma non sono ugualmente alla portata di tutti. Per le fasce più deboli, e in Italia le persone economicamente fragili sono 12 milioni, ci sono i mezzi
pubblici o i mezzi più green, come monopattini elettrici e biciclette.

Ma è una mobilità complicata e non adatta a molti cittadini, cheper motivi di lavoro e di spostamento hanno necessità dell’auto. I prossimi giorni diranno se la benzina e gasolio avranno una crescita incontrollata. Si saprà anche se politica uscirà dal labirinto di se stessa presa solo da candidature e investiture di ruoli, è dirà come sarà possibile gestire una ripresa con i nuovi costi sulle spalle dei cittadini.

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