Un’iniziativa nazionale con un duplice obiettivo di richiamare l’attenzione sulla drammatica situazione che stanno vivendo gli imprenditori dei settori più colpiti dalla pandemia – turismo, ristorazione, comparto culturale e ricreativo, abbigliamento, trasporti, professioni – e lanciare un messaggio forte sulla voglia di ripartire: consentire alle imprese, la cui attività è ancora ferma o drasticamente ridotta dalle restrizioni, di poter riaprire – laddove possibile – in sicurezza ed evitare così la chiusura definitiva e la perdita di posti di lavoro. La campagna da oggi è veicolata sui canali social di Confcommercio – con l’hashtag #ConfcommercioCe’ – e coinvolgerà tutto il sistema confederale, attraverso le Associazioni territoriali e le Federazioni di categoria con un unico format.
“Questa iniziativa è la ‘cornice’ entro la quale si svolgeranno iniziative di vario genere sui territori con l’obiettivo di informare in maniera capillare quali sono stati i reali danni alle imprese del terziario di mercato e rafforzare le richieste di Confcommercio al Governo per ristori più robusti, più inclusivi e più tempestivi”, si legge in una nota di Confcommercio. Ad accompagnare visivamente lo slogan “Il Futuro non (si) chiude”, un video e scatti fotografici d’autore dal forte impatto emotivo che mostrano, nel modo più realistico possibile, gli effetti della pandemia soprattutto nel commercio, nel turismo e nella cultura.
Nel 2020, infatti, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, sono andati persi 160 miliardi di Pil e quasi 130 miliardi di consumi e sono sparite dal mercato circa 300mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi, di cui circa 240mila esclusivamente a causa della pandemia, e 200mila attività professionali.
Tra i settori più colpiti, la ristorazione con perdite di fatturato pari a 38 miliardi, la filiera del turismo con una perdita di valore della produzione di 100 miliardi (oltre 13 miliardi di fatturato in meno solo nel comparto ricettivo), il settore abbigliamento e calzature con 20 miliardi di consumi in meno e il comparto culturale e ricreativo dove, tra cinema e spettacoli dal vivo (musica, teatro, lirica, danza), le perdite hanno superato 1 miliardo. La campagna parte proprio da questi drammatici numeri per evidenziare la necessità e l’urgenza di mettere il sistema in condizione di ripartire in sicurezza attraverso strategie che consentano di far convivere salute e lavoro. Confcommercio propone anche un documento di proposte che rappresenta il contributo per la definizione di un possibile piano di riforme e investimenti che utilizzi al meglio il Pnrr.
Le proposte sono sintetizzabili in undici punti: Riforma fiscale;
Accesso al credito; Semplificazioni; Innovazione e digitalizzazione; Turismo e cultura; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilita’ sostenibile; Città e terziario di mercato; Salute; Il lavoro autonomo professionale; Giovani e donne.