venerdì, 26 Aprile, 2024
Salute

Aborto, approvato anche nel Lazio l’RU486 in ambulatorio e consultorio

“Siamo davvero soddisfatti della novità pubblicata sul Bur della Regione Lazio in questi giorni. Il 26 gennaio infatti l’assessorato alla Sanità ha recepito le linee guida del ministro Speranza sull’RU486: quelle che – assumendo la sicurezza scientifica dell’aborto farmacologico comprovata a livello internazionale – rendono possibile anche nel nostro Paese la possibilità per le donne di scegliere se effettuare l’IVG tramite RU486 in regime di Day Hospital o in ambulatorio (compresi i consultori), prevedendo l’assunzione del secondo farmaco anche a casa.

Tenendo insieme, come ribadisce anche la determina – frutto di un lungo e approfondito lavoro svolto da una commissione tecnica composta da mediche e professioniste – il piano della qualità della prestazione sanitaria con quello dei diritti delle donne. Separando una procedura medica dal giudizio morale che ancora oggi l’accompagna”.

Lo dichiarano in una nota Marta Bonafoni e Alessandro Capriccioli rispettivamente capogruppo della Lista Civica Zingaretti e di + Europa Radicali.

“Ora le aziende ospedaliere e territoriali devono avviare le procedure per attuare le disposizioni, individuando gli ambulatori e i consultori in rete con una struttura ospedaliera e in grado di effettuare l’aborto farmacologico – aggiungono Bonafoni e Capriccioli – E dovranno anche mettere in campo un percorso di formazione alla RU486 su tutti gli operatori coinvolti, ‘anche i medici ginecologi obiettori’ – specifica la determina – perché se ci sono complicazioni tutti hanno il dovere di intervenire per soccorrere la donna.

Oggi raccogliamo i primi frutti di una battaglia che è stata un percorso corale di donne, professioniste, politiche, attiviste, raccolta con convinzione dall’assessore Alessio D’Amato.

Nei giorni in cui dalle Marche arriva l’ennesimo becero attacco della destra contro la 194, e i provita non cessano di riversare nelle nostre città i loro manifesti, dal Lazio parte un segnale inequivocabile al Paese che dice noi da che parte stiamo. Dalla parte delle donne”.

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