venerdì, 26 Aprile, 2024
Sanità

L’appello. Cisl Medici e Fismu: basta attacchi ai medici e liti sindacali. Servono assunzioni e unità per lottare contro il virus

“Basta polemiche sindacali e stop agli attacchi mediatici ai medici di famiglia”. L’altolà arriva in modo perentorio dalla Cisl Medici e Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu (affiliata Cisl) che sollecitano di evitare polemiche contro i medici di famiglia e il loro ruolo sui tamponi antigenici. Una richiesta fatta in modo ragionata in un momento di particolare difficoltà per l’intero sistema sanitario.
“Basta attacchi mediatici ai medici di famiglia e stop alle sterili contrapposizioni sindacali che dividono i medici italiani e li rendono ostaggi e bersaglio della malapolitica”, sottolineano Cisl Medici e di Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu, “I camici bianchi sono stati, sono, e saranno sempre in prima linea nella tutela della salute dei cittadini, nella battaglia contro l’epidemia da Covid19, ma serve innanzitutto rispetto del loro lavoro e sacrificio. Ma soprattutto sono necessari interventi concreti e seri per poter operare in sicurezza negli ambulatori, sulle ambulanze, nei Pronto Soccorso, nelle corsie degli ospedali”. Il sindacato invoca coesione, impegno e determinazione sia per le priorità sanitarie sia per quelle legate alla difesa della categoria.

“I medici devono essere uniti in questa battaglia”, sollecita Biagio Papotto, segretario Cisl Medici, “le polemiche di questi giorni sono sterili e controproducenti, e hanno reso la categoria bersaglio facile del giornalismo sensazionalistico e delle improvvide iniziative della malapolitica. Dobbiamo mettere da parte le divisioni, anche sindacali, e avere una voce unica che consenta ai camici bianchi di operare in sicurezza e poter così contrastare con efficacia l’epidemia in corso. I tamponi, previsti dallo stralcio di Accordo Nazionale, si stanno già effettuando negli ambulatori che rispondono ai requisiti strutturali di sicurezza, altrimenti è compito delle regioni trovare soluzioni adeguate in altri spazi. Nessun medico dovrà subire delibere regionali dai toni autoritari e coercitivi. Il Governo e le Regioni devono capire che noi nel momento di emergenza saremo sempre pronti, ma che le emergenze non possono essere la regola di ingaggio delle politiche sanitarie: una triste e drammatica consuetudine che mette a rischio la vita dei nostri pazienti”. A sostegno della categoria i sindacati hanno parole di impegno, di proposta e di tutela dei troppi medici esposti in ogni modo nella lotta alla pandemia.

“I medici devono fare i medici, curare le persone”, fa presente Francesco Esposito, segretario nazionale Fismu, “questa è la priorità in questa situazione di emergenza. In molti ambulatori, quelli che hanno situazioni strutturali che lo consentono, lo ripetiamo, stiamo già facendo i test così come previsto dall’Acn, ma questa non è la vera soluzione al problema con il quale ci scontriamo. Abbiamo bisogno di ricette radicali, lo proponiamo da maggio: serve una nuova medicina dei servizi e del territorio per coordinare la campagna di vaccinazione, la prevenzione e l’epidemiologia – i tracciamenti -, la medicina scolastica. Si assumano e stabilizzino (precari e camici grigi) 10 mila medici per avere davvero un esercito a fronteggiare il Covid19, invece di lasciare soli i medici di famiglia a mani nude a contrastare uno tsunami che alla fine sta travolgendo il 118 e gli Ospedali”.

Infine per Francesco Esposito, la situazione dei vaccini anti influenzali è la dimostrazione di inefficienze e difficoltà.

“Il sistema a livello regionale è al collasso”, conclude il segretario nazionale Fismu, “è urgente istituire una autorità unica nazionale, come si sta facendo con il vaccino per il Coronavirus”.

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Redazione

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