Medici di medicina generale all’attacco del Governo. La Fimmg ha dato, attraverso il suo Consiglio nazionale, due mesi di tempo al Governo e Regioni per risolvere le numerose difficoltà, e le troppe situazioni avverse contro cui lottano i medici di famiglia,ad iniziare contro chi attacca il loro ruolo insostituibile.
“Se entro settembre”, si scandisce nella mozione approvata dalla Fimmg, “come Organizzazione Sindacale non vedremo risolte le criticità che più volte abbiamo denunciato, attraverso decisioni che finalmente affermino il nostro ruolo, con o senza Covid inizieremo a ridurre la nostra disponibilità, più che dimostrata in questo periodo, e organizzeremo un autunno di lotta sindacale contro tutte le azioni che si attiveranno in conseguenza del decreto Rilancio e che non rilancino il territorio ma rilancino le politiche dei silos, impedendo la reale collaborazione multiprofessionale nei nostri ambulatori e al domicilio dei nostri pazienti”.
Per il sindacato il dopo emergenza Covid ha fatto emergere troppe incertezze, e soprattutto il mancato riconoscimento da parte del Governo e del ministero della Salute, del gravoso impegno dei medici di famiglia. La Fimmg contesta l’idea che i medici di famiglia siano diventati meno importanti di altre discipline sanitarie, tanto che il sindacato boccia su tutta la linea l’ipotesi di dipendenza e “sottolinea e rivendica il ruolo insostituibile del medico di medicina generale, forte del rapporto fiduciario basato sulla libera scelta del cittadino, e diffida da chi propone figure sanitarie o silos organizzativi alternativi o in contrapposizione o in sostituzione e non nella necessaria integrazione che porti alla attuazione del microteam come unità organizzativa assistenziale del territorio”.
Troppe le incertezze che ora avvolgono il ruolo del medici di famiglia che viene per la Federazione ridotto e sminuito, addirittura subordinato “ad alcune visioni funzionariali di sviluppo delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) che svolgono attività domiciliari per i pazienti COVID-19. Unità, che la Fimmg riconosce utili per la gestione domiciliare dei pazienti COVID in collaborazione con i medici di medicina generale ma mai sostitutive “delle loro specifiche funzioni, a partire da quelle della Continuità Assistenziale, auspicando invece che rientrino nella cornice contrattuale della medicina generale come base della discussione sulla evoluzione verso un ruolo unico, come oltretutto previsto dalle leggi”. Per la federazione i tentennamenti i mancati riconoscimenti, le riduzioni di ruolo devono cessare tanti che il Consiglio nazionale richiede, “l’immediata definizione di un atto di indirizzo da parte delle Regioni sui temi di immediata necessità per dare corpo contrattuale ai disposti normativi, come si deve nella democrazia delle relazioni sindacali, in assenza del quale dà disponibilità al Segretario di poter attivare prerogative quali lo stato di agitazione fino allo sciopero”.
Poi c’è il capitolo economico e contrattuale che sarebbero alla “paralisi” la Fimmg, “rifiuta che indispensabili logiche di lockdown e distanziamento sociale, utili alla riduzione della infezione da COVID-19, stiano creando la apparente giustificazione di un lockdown e distanziamento contrattuale e negoziale tra le parti, con la sospensione delle trattative nazionali, regionali ed aziendali a favore di atti dirigenziali unilaterali da parte delle direzioni e del funzionariato di parte pubblica, sostenendo che la ripresa delle relazioni tra le parti sia l’unica strada per affrontare le sfide legate all’endemia e ad ogni altro tema che di volta in volta riguarda la nostra area professionale”.
Ma non solo, la Fimmg “denuncia con sdegno la mancata indennità assicurativa per i familiari dei medici di medicina generale deceduti a causa del Covid-19, in contrasto con quanto interpretato per i dipendenti dall’INAIL che allarga il concetto di infortunio sul lavoro o malattia professionale all’infezione da coronavirus”.
Altro punto di rottura è la formazione dove Fimmg “sostiene con forza che non saranno accettati ulteriori rinvii alla pubblicazione da parte delle Regioni del bando per il Corso di Formazione in Medicina Generale (CFSMG) 2020-2023, che dovrà realizzarsi entro le prossime settimane, e all’inizio del triennio del CFSMG 2019-2022, da far partire entro il 1° settembre e, seppur sottolineando positivamente l’incremento di 20 milioni di euro delle borse di studio per il CFSMG a partire dal 2021, ricorda che per sostenere il ricambio generazionale e ridurre il rischio di carenza di medici previsto da tutte le proiezioni, l’investimento minimo per avere in equilibrio generazionale la medicina generale è pari ad almeno 40 milioni di euro fino al 2030”.
Infine, il Consiglio nazionale “dà mandato al Segretario di aderire al progetto previsto dal Governo per la riapertura delle nostre scuole, grazie a screening sierologici del personale docente e non delle scuole primarie e secondarie italiane, attraverso test forniti e validati dalle autorità sanitarie, ritenendo centrale il ruolo dei Medici di Medicina Generale che potrebbero essere determinanti alla ripartenza della scuola, conseguentemente della didattica e del miglioramento culturale della popolazione, miglioramento che è la base di cui un paese in salute ha bisogno se vuole sviluppare azioni di empowerment del cittadino”.