Ogni anno, l’Earth Overshoot Day, il momento in cui si fa il bilancio sul consumo mondiale delle risorse naturali, ci ricorda l’amara verità che le stiamo sfruttando più velocemente di quanto il Pianeta possa rigenerarle. Nel 2024 questa data è caduta il 1° agosto. Da quel momento in poi l’umanità ha iniziato a vivere in deficit ecologico, utilizzando risorse “a credito” e scaricando gli impatti di questo debito sulla natura, sul clima e sulle generazioni future.
Calcolato e diffuso ogni anno dal Global Footprint Network (GFN), un’organizzazione di ricerca internazionale non profit con sede negli Stati Uniti, l’Earth Overshoot Day dovrebbe aiutare i Governi, le aziende e i cittadini a capire quanto consumano rispetto a ciò che la Terra può offrire in modo sostenibile. Ciononostante, la data continua a spostarsi sempre più indietro, a dimostrazione di come la nostra impronta ecologica diventi progressivamente sempre più insostenibile, se si pensa che nel 1971 cadeva a dicembre.
L’Italia tra i peggiori d’Europa
L’Italia ha raggiunto il punto di esaurimento scorte il 19 maggio nel 2022–2023, migliorando leggermente nel 2024, ma con un miglioramento minimo, perché di fatto il nostro Paese continua a consumare le risorse di quasi 3 Pianeti (2,6), mostrando l’urgenza di cambiare modello sistemico. L’Italia conquista, così, il podio tra i Paesi europei, superata solo da Stati Uniti, Australia, Russia, Francia, Germania. Ma in concreto cosa significa superare i limiti ecologici del Pianeta? E quali sono le conseguenze reali del superamento del punto di equilibrio tra ciò che la Terra offre e ciò che noi consumiamo?
Deforestazione e perdita di biodiversità
Per soddisfare una domanda crescente di cibo, materiali ed energia, l’uomo distrugge foreste, spesso con gravi danni irreversibili. La deforestazione, soprattutto nelle zone tropicali, riduce la capacità della Terra di assorbire CO₂, contribuisce all’estinzione di migliaia di specie e altera gli equilibri degli ecosistemi. Non bisogna dimenticare che la biodiversità è un patrimonio vitale per la stabilità degli ambienti naturali. Ogni specie persa indebolisce la rete della vita e riduce la resilienza dei sistemi ecologici.
Cambiamento climatico accelerato
Consumando più risorse, emettiamo anche più gas serra. L’uso massiccio di combustibili fossili per alimentare i nostri trasporti, industrie e abitazioni ha spinto il pianeta verso una crisi climatica senza precedenti. Le emissioni di CO₂ e metano alterano il clima globale, provocando ondate di calore e siccità prolungate, alluvioni e tempeste sempre più intense, scioglimento dei ghiacci e innalzamento del livello dei mari, migrazioni climatiche forzate.
Crisi idrica e scarsità alimentare
Molte risorse essenziali, come l’acqua dolce e i terreni agricoli fertili, vengono consumate oltre il tasso di rigenerazione. Il risultato è una crescente scarsità idrica, che colpisce in particolare le aree più aride del mondo, ma diventando una sfida anche in regioni temperate. Allo stesso tempo, la pressione sul suolo e le risorse agricole porta a perdita di produttività dei campi, aumento dei costi alimentari, maggiore vulnerabilità alla carestia, soprattutto nei Paesi a basso reddito.
Sovrasfruttamento degli oceani
Anche i mari non sono esenti dalla logica del sovraconsumo. L’Overshoot Day implica anche un eccessivo sfruttamento della pesca, che svuota gli oceani più rapidamente di quanto i pesci possano riprodursi. Molti stock ittici sono già al collasso o vicini all’estinzione commerciale. In più, l’aumento di CO₂ nell’atmosfera provoca acidificazione degli oceani, con conseguenze drammatiche per la vita marina, dai coralli ai crostacei.
Instabilità sociale ed economica
Le conseguenze ambientali del superamento della capacità del Pianeta si traducono rapidamente in crisi sociali ed economiche, come i conflitti per l’accesso a risorse scarse (acqua, cibo, energia), l’aumento delle disuguaglianze tra chi può proteggersi e chi no, migrazioni ambientali di milioni di persone, vulnerabilità economica a causa di eventi climatici estremi. Il sovrasfruttamento delle risorse mette a rischio la stabilità delle nostre società, minando i diritti umani fondamentali.
Perdita di resilienza della Terra
Ogni anno in cui viviamo “sopra i nostri mezzi ecologici” erodiamo il capitale naturale su cui si basa la nostra sopravvivenza. Il Pianeta perde capacità di rigenerazione, di assorbire impatti e di rispondere agli shock futuri come pandemie, disastri naturali e crisi agricole.
Cosa è possibile cambiare?
L’obiettivo primario da raggiungere è riportare i consumi di un anno entro i 12 mesi, attraverso politiche nazionali, ma anche cambiando i nostri comportamenti. Secondo il Global Footprint Network, possiamo ritardare l’Overshoot Day attraverso azioni concrete, che riguardano tutti noi. Dimezzando, per esempio, lo spreco alimentare si guadagnerebbero 13 giorni, dimezzando le emissioni da trasporto altri 10 e raddoppiando la quota di energie rinnovabili nel mix energetico si guadagnerebbero oltre 20 giorni. Ma anche usare meno plastica, mangiare meno carne, risparmiare energia e acqua, evitare gli sprechi possono aiutare. Perché consumare tutte le risorse naturali come acqua, cibo, legno, suolo fertile significa porre una importante ipoteca sul futuro delle generazioni a venire. Ogni giorno “oltre il limite” contribuisce all’aumento del nostro debito ecologico, un conto che, prima o poi, qualcuno pagherà.