mercoledì, 5 Febbraio, 2025
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Libri

Gisimunni e altre croniche di Castroianni

Presentato a Roma l’ultimo romanzo prosemico di Guardì tra realtà, fantasia ed emozioni, autobiografiche e non, ma tutte ispirate alla sua terra di origine, l’agrigentano, dove sopravvivono le cose semplici, spesso dimenticate

 

Al Circolo Canottieri Aniene di Roma una serata speciale dedicata alla lettura del libro “Gisimunni e altre croniche di Castroianni” del volto storico della Rai Michele Guardì, un omaggio alla vita semplice e genuina delle piccole realtà del nostro Sud. Storie e vicende di abitanti impegnati nella quotidianità di tutti i giorni a Castroianni, luogo di fantasia, che, però, tanto ricorda il paese natale dell’autore: Casteltermini, in provincia di Agrigento. A parlarne, insieme all’autore, il responsabile della comunicazione e già direttore de Il Messaggero, Virman Cusenza, un altro volto noto della tv, Enrica Bonaccorti, il critico letterario, Filippo La Porta, l’attrice Maria Grazia Cucinotta e l’imprenditrice Maria Stella Giorlandina.

Il libro è un moderno prosimetro, che altro non è che un testo narrativo in cui si mescolano prosa e poesia. “La Vita Nova di Dante è un prosimetro classico – spiega la Bonaccorti – , formato da 42 capitoli di prosa e 31 liriche. Esattamente come hai fatto tu Michele nel tuo libro. Questa è la vita nuova di Michele Guardì”.

La copertina del romanzo di Michele Guardì

Il romanzo, edito da Baldini&Castoldi, alterna fatti di cronaca vera a fatti di fantasia, otto racconti di un’ideale settimana che inizia la domenica per concludersi il lunedì. A questi, sono correlate altrettante liriche che accompagnano il lettore nel mondo di tutte quelle cose che spesso assumono una importanza minore e per questo dimenticate o, peggio, accantonate. Guardì ha il merito di riportarle in vita come fossero un controcanto alla realtà della grande storia, quasi a volerla complicare, aggrovigliare, fino a farcela vedere sotto una luce completamente diversa. “Due autori che mi sono venuti in mente leggendo le poesie del libro – commenta La Porta – sono Gozzano con la sua vena crepuscolare e Trilussa con l’arguzia e la bonarietà. In tutto il libro c’è un senso struggente dei piccoli oggetti dimenticati come delle canzoni di una volta”.

Il grande merito della prosa di Guardì è proprio la capacità di dare vita a persone e personaggi di fantasia come fossero veri e reali. “Il tuo paese e i tuoi personaggi sembra quasi di conoscerli”, sono le parole della Bonaccorti a fine intervento. In questo paese immaginario, un po’ come nell’isola che non c’è, sogni e desideri segnano il legame fra fantasia e realtà, in cui le emozioni diventano idealmente il collante fra autore e lettore.

Ma il racconto più sentito e apprezzato è quello con una matrice più evidentemente autobiografica, dedicato al padre. Un racconto commovente, dice La Porta, che pare da solo giustificare l’intero volume. “Mi ritrovo in tutte le poesie e le cose scritte – ci confessa Guardì -, ma a quella dedicata a mio padre mi sento più legato di tutte”.

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