venerdì, 6 Dicembre, 2024
Attualità

Made in Italy, Confindustria: i prodotti ‘belli e ben fatti’ valgono il 26,2% dell’export

Presentata a Singapore la XII Edizione del Rapporto 'Esportare la dolce vita'

È stata l’elegante cornice del Tour Mondiale della Nave Amerigo Vespucci ad accogliere la presentazione della dodicesima edizione di ‘Esportare la dolce vita’, il rapporto annuale del Centro Studi di Confindustria che, con il sostegno di UniCredit e la collaborazione di Sace, esplora il potenziale dei prodotti italiani ‘belli e ben fatti’ sui mercati internazionali. Confindustria ha scelto Singapore come tappa strategica per lanciare il report, confermando il posizionamento del Sud-Est asiatico come area di sviluppo privilegiata per l’export italiano di alta qualità. Il rapporto, già presentato a Washington e Dubai, ha rivelato dati che pongono Singapore come primo mercato per il ‘bbf’ italiano nella regione Asean. Il Paese rappresenta infatti un partner chiave per l’Italia, con un interscambio che raggiunge quasi 3 miliardi di euro, di cui l’80% costituito da esportazioni italiane. Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Export e l’Attrazione degli Investimenti di Confindustria, ha sottolineato l’importanza della destinazione: “Sussistono ampi margini di crescita per il made in Italy nell’area, con un potenziale di incremento per il BBF stimato a 1 miliardo di euro. Guardiamo con fiducia al rafforzamento delle relazioni bilaterali, sostenute dall’accordo di libero scambio con l’UE, per promuovere uno sviluppo economico aperto e inclusivo”. Il ‘bbf’ italiano, che spazia dall’alimentare alla moda, dall’arredamento agli accessori di lusso, rappresenta il 26,2% dell’export italiano, pari a 161,3 miliardi di euro, e si distingue sui mercati internazionali per qualità, design e cura dei dettagli. Il potenziale di crescita di questo settore è notevole: migliorando la capacità produttiva e la penetrazione nei mercati chiave, l’Italia potrebbe incrementare il valore delle esportazioni di BBF di circa 53,9 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. Questo potenziale è particolarmente elevato nei mercati avanzati, dove Stati Uniti, Francia e Germania offrono opportunità per 26,8 miliardi di euro, mentre Cina, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita trainano la domanda nei mercati emergenti, con un valore stimato di 18,1 miliardi di euro.

Un nuovo filo diretto

Il mercato Asean rappresenta una frontiera importante per l’Italia, con un export totale verso la regione di 9,6 miliardi di euro, di cui ben 2,1 miliardi legati al ‘bbf’, a conferma dell’alto apprezzamento per i prodotti italiani. Singapore spicca con un valore di 750 milioni di euro per i beni ‘bbf’, pari al 36,2% dell’export italiano verso il Paese. Il rapporto ‘Esportare la dolce vita’ pone grande enfasi anche sulla sostenibilità, diventata ormai una componente essenziale delle strategie aziendali italiane. I consumatori di tutto il mondo sono sempre più attenti alla sostenibilità dei prodotti che acquistano, e per le aziende italiane il rispetto dell’ambiente è diventato un elemento strategico per guadagnare quote di mercato e consolidare la fidelizzazione dei clienti. L’integrazione di pratiche sostenibili consente infatti di migliorare l’immagine del Made in Italy, valorizzando il connubio tra eccellenza produttiva e responsabilità ambientale. Il rapporto evidenzia come l’Italia sia seconda solo alla Cina per varietà di prodotti esportati nella categoria ‘bbf’ e rappresenti uno dei leader globali dell’export di qualità, raggiungendo il 99% dei beni ‘bbf’ scambiati a livello mondiale. Ma, per sfruttare appieno il potenziale di crescita, Confindustria suggerisce alle aziende italiane di investire maggiormente in sostenibilità, canali digitali e rafforzamento delle relazioni internazionali, incrementando al contempo la riconoscibilità del Made in Italy.

Principali associazioni

Alla presentazione di Singapore hanno partecipato rappresentanti delle principali associazioni del Made in Italy, tra cui Federlegno Arredo, Sistema Moda Italia, Confindustria Accessori Moda e Federalimentare, simbolo di una filiera coesa che punta a espandere la propria presenza globale.

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