lunedì, 9 Dicembre, 2024
Società

Piantedosi: “Mare di Legalità”, con lo Stato iniziative virtuose per battere la criminalità

Con Mattarella a Ostia per l'inaugurazione del progetto per il riutilizzo delle imbarcazioni sottratte alle mafie

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha preso parte ieri mattina al porto turistico di Ostia all’evento inaugurale della campagna della Lega Navale Italiana ‘Mare di Legalità’.

‘Mare di Legalità’

Si tratta di un progetto che prevede l’impiego di imbarcazioni confiscate alla criminalità organizzata che sono state affidate dall’autorità giudiziaria all’associazione per lo svolgimento di attivita’ di pubblico interesse orientate all’educazione ai valori della legalità e dei “nove principali valori della Lega Navale italiana: accoglienza, competenza, rispetto, lealtà, appartenenza, disponibilità, solidarietà, sostenibilità e amore per il mare”.

Tra i presenti all’evento anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo, il capo di Stato maggiore della Marina Militare Enrico Credendino, il capo della polizia Vittorio Pisani.Accolto all’arrivo da un lungo applauso e dai bambini e istruttori della Lega Navale che sventolavano il tricolore, il capo dello Stato è stato accompagnato a visionare le nuove barche a vela sequestrate alla criminalità organizzata.

Le otto barche a vela

Otto di queste, delle 25 impiegate nel programma, espongono sullo strallo di prua, le effigie delle vittime di mafia a cui sono state intitolate: al sindacalista Placido Rizzotto, al generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, al giornalista Pippo Fava, al giornalista Peppino Impastato, all’ufficiale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera Natale De Grazia, alla magistrata Francesca Morvillo, agli agenti della scorta sulla Quarto Savona Quindici, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e al fratello del Presidente, Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia il 6 gennaio 1980 mentre era presidente della Regione Siciliana.

Sono le otto barche a vela con “pregresso di malaffare”, ha spiegato il presidente della lega navale italiana, Donato Marzano: “traffico di droga, traffico di migranti, riciclaggio di denaro sporco, traffico anche di armi rimesse a nuovo da una sezione della Lega Navale italiana e intitolate a vittime della mafia e del terrorismo: sono decine, centinaia i magistrati, forze dell’ordine, politici, giornalisti, operai, sindacalisti, professori universitari. E la loro storia, ha annunciato, verrà raccontata nelle scuole, nei porti, verrà raccontata in un anno e mezzo in giro per l’Italia”.

La barca come simbolo

“La barca diventa così il simbolo”, ha aggiunto Marzano, “proiettando in mare e dal mare, nei porti e nelle comunità, la storia di quei servitori dello Stato che hanno combattuto, perfettamente consapevoli dei rischi che correvano, il terrorismo e le mafie, e che alla fine hanno sconfitto con il loro esempio, con il loro spirito di servizio. Una lotta che però non è finita, che lo Stato porta avanti tutti i giorni”.

“È una bellissima giornata, ha osservato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, una delle tante in cui si celebra questa pratica tutta italiana delle nostre istituzioni, della nostra normativa, di recupero e di destinazione di beni che sono stati sottratti alla criminalità organizzata, in questo caso si tratta di beni importanti. La presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ringraziamo, contribuisce a valorizzare un messaggio importante”. “Anche da una situazione critica come l’attività illegale delle organizzazioni criminali, ha sottolineato Piantedosi, può nascere successivamente un’opportunità. Tutto grazie all’attività di magistrati e forze dell’ordine che riescono a intercettare questi fenomeni e a riportarli e ricondurli nei circuiti legali”.

Al termine della cerimonia le otto imbarcazioni a vela, dopo essere state disormeggiate hanno preso simbolicamente il largo, mentre una delle piccole allieve veliste diceva al Presidente Mattarella “Ti vogliamo bene”. “Anche io”, la risposta.

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