lunedì, 17 Giugno, 2024
Attualità

Cgia: il Superbonus Robin Hood al contrario. Misura “surreale”

Con la spesa del 110% si sarebbero potuti costruire alloggi pubblici moderni

Fino ad ora il Super Ecobonus 110 per cento è costato alle casse pubbliche 122,6 miliardi di euro di detrazioni fiscali. “Se lo Stato, anziché finanziare quasi esclusivamente l’edilizia privata, avesse investito queste risorse (pari a oltre 6 punti di Pil) per realizzare alloggi pubblici ad un costo ipotetico di 100mila euro cadauno, potremmo contare su 1,2 milioni di nuove unità abitative.” Lo scrive la Cgia di Mestre che “in linea puramente teorica” dichiara che si sarebbero in questo modo potuto “demolire tutte le 800mila case popolari presenti in Italia, molte delle quali versano in condizioni fatiscenti, e ricostruirle con tecniche innovative e con classi di efficienza energetica elevate.”

Misura sbagliata

Non solo. Grazie a questa operazione “disporremmo di 400mila alloggi pubblici in più di quanti ne contiamo adesso.” Insomma, investendo tutte queste risorse nel social housing avremmo in massima parte risolto l’emergenza abitativa che colpisce, in particolare, le fasce sociali. Insomma il Superbonus si sarebbe comportato, per la Cgia mestrina, come “un Robin Hood al contrario: ha tolto ai poveri per dare ai ricchi.” Gli stessi artigiani veneti sottolineano che la loro è una “provocazione”, tuttavia lamentano una “certa leggerezza” di chi ha deciso la misura anche perché ha favorito soltanto “le persone più danarose.”

Utile solo al 5,6% dei contribuenti

La misura è definita “surreale” e viene citata anche la Corte dei conti secondo la quale “le detrazioni per il risparmio energetico estrapolate dalle dichiarazioni dei redditi Irpef relative all’anno di imposta 2021 hanno interessato il 5,6 per cento dei contribuenti con meno di 40mila euro di reddito e il 37 per cento circa di quelli con oltre 150mila euro. E anche una misura dannosa per il debito pubblico destinato ad aumentare di un ulteriore punto tra il 2024 e il 2026, arrivando così a toccare il 137,7 per cento del Pil.

Giustizia sociale

“Chi politicamente ha voluto e continua difendere questo provvedimento – aggiunge la Cgia – sostiene che non si debba guardare solo alla spesa che lo Stato si è fatto carico fino ad ora, ma anche agli effetti economici positivi che esso ha generato. Vale a dire più gettito (Irpef, Ires, Iva, etc.), più occupazione, più Pil, più risparmio energetico e meno emissioni di inquinanti. E’ un’obiezione corretta che, tuttavia, è facilmente confutabile dalla posizione tenuta dalla CGIA; se invece di ricorrere al Superbonus per incentivare quasi esclusivamente gli interventi di edilizia privata ci fossimo avvalsi di questa misura per costruire/rifare solo gli edifici residenziali pubblici, le conseguenze appena richiamate dai “sostenitori” del 110 per cento sarebbero state praticamente le stesse. Con una differenza sostanziale: nel secondo caso avremmo compiuto un’azione di giustizia sociale che la misura attualmente in vigore ha paurosamente disatteso.”

Ogni intervento 250mila euro

Finora, conta la Cgia, ci sono stati meno di 500mila interventi (precisamente 495.469). Nonostante gli oneri a carico dello Stato siano pari a 122,6 miliardi di euro, solo il 4,1 per cento del totale degli edifici residenziali presenti nel Paese è stato interessato dall’agevolazione fiscale. A livello regionale, invece, è il Veneto ad aver registrato il ricorso più numeroso al 110 per cento. Con 59.588 asseverazioni depositate, l’incidenza percentuale di queste ultime sul numero degli edifici residenziali esistenti è stata pari al 5,6 per cento. Seguono l’Emilia Romagna con 44.364 asseverazioni e un’incidenza del 5,4 per cento, il Trentino Alto Adige con 11.314 interventi e sempre con un tasso del 5,4 per cento, la Lombardia con 77.992 asseverazioni e un’incidenza del 5,2 e la Toscana con 38.166 operazioni e anch’essa con una incidenza del 5,2 per cento. Per contro, a “snobbare” l’incentivo sono state le regioni del Mezzogiorno: Molise e Puglia, ad esempio, hanno interessato solo il 2,9per cento dei propri edifici residenziali, la Calabria il 2,6 per cento e la Sicilia solo il 2,2 per cento. Sempre a livello nazionale, l’onere medio a carico dello Stato è stato di 247.531 euro per edificio residenziale interessato da un intervento con il Superbonus. Il picco massimo lo scorgiamo in Valle d’Aosta con 401.671 euro per edificio: seguono la Basilicata con 298.909 euro, la Liguria con 298.063 euro, la Lombardia con 295.222 euro e la Campania con 294.632 euro. Chiudono la graduatoria il Veneto con un costo medio per intervento di 194.896 euro per edificio, la Sardegna con 187.413 e, infine, la Toscana con 182.930 euro.

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