lunedì, 17 Giugno, 2024
Esteri

Frana nella Papua Nuova Guinea: si temono oltre 670 morti

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, domenica, ha aggiornato a oltre 670 la stima delle vittime della frana in Papua Nuova Guinea. Serhan Aktoprak, capo della missione dell’agenzia delle Nazioni Unite, ha affermato che il nuovo bilancio si basa sui calcoli provenienti dal villaggio di Yambali e dai funzionari di Enga, secondo cui più di 150 case sono rimaste sepolte. Il governo sta considerando se richiedere maggiore sostegno internazionale. Aktoprak ha dichiarato che gli equipaggi hanno perso la speranza di trovare sopravvissuti. Le autorità stanno creando centri di evacuazione su terreni più sicuri su entrambi i lati dell’enorme fascia di detriti che ha tagliato l’autostrada principale. I convogli che da sabato trasportano cibo, acqua e altri beni essenziali hanno dovuto affrontare rischi legati ai combattimenti tribali nel villaggio di Tambitanis.

Clan rivali

Otto persone del posto sono state uccise sabato in uno scontro tra due clan rivali. Circa 30 case e cinque attività commerciali sono state incendiate durante gli scontri. La guerra tribale ha messo in discussione la stima ufficiale secondo cui quasi 4.000 persone vivevano nel villaggio al momento del crollo di un lato del Monte Mungalo. Justine McMahon, direttrice di CARE International, ha sottolineato che il governo provinciale sta inviando operatori sanitari, mentre l’OMS sta mobilitando il personale. Il ministro della Difesa della Papua Nuova Guinea, Billy Joseph, e il direttore del National Disaster Center, Laso Mana, stavano volando da Port Moresby a Wabag per avere una prospettiva diretta. Aktoprak si aspetta che il governo decida entro martedì se richiedere più aiuti internazionali. La Papua Nuova Guinea è una nazione diversificata con 800 lingue e 10 milioni di persone, per lo più agricoltori di sussistenza.

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