lunedì, 20 Maggio, 2024
Agroalimentare

Ortofrutta fresca, record di export: 5,8 miliardi. Ma le guerre mettono a rischio il settore

L'allarme di Coldiretti

Nel 2023 l’Italia ha registrato un notevole successo nel settore delle esportazioni di ortofrutta fresca, con un valore che ha quasi raggiunto i 5,8 miliardi di euro, segnando una crescita significativa del 10% rispetto all’anno precedente. Ma l’entusiasmo è stato rapidamente mitigato dall’ombra del conflitto che si è abbattuta sul Mar Rosso. Secondo un’elaborazione della Coldiretti basata sui dati Istat, i recenti attacchi degli Houthi hanno avuto un impatto devastante sulle esportazioni italiane di ortofrutta verso l’Asia. A gennaio 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le esportazioni verso il continente asiatico sono state ridotte di oltre il 47%. Si tratta di un calo drammatico che ha immediatamente messo in allarme i produttori nazionali.

L’analisi della Coldiretti, diffusa in occasione dell’inaugurazione del Macfrut Fruit & Veg Professional Show presso l’Expo Centre di Rimini, ha sottolineato i primi effetti tangibili della guerra in Medio Oriente sul settore agricolo italiano. È stato evidenziato come l’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, reso necessario dall’evitare il Canale di Suez a causa dei rischi legati ai conflitti, abbia avuto un impatto diretto sui costi e sui tempi di trasporto.

Il Centro Studi Divulga

Secondo il Centro Studi Divulga, i costi di trasporto sono aumentati in modo vertiginoso del 659%, mentre i tempi di percorrenza medi sono cresciuti di 7-10 giorni. Questo rallentamento e l’incremento dei costi hanno colpito soprattutto i prodotti più deperibili, tra cui l’ortofrutta fresca, che richiede tempi di trasporto rapidi per mantenere la loro freschezza e qualità. Le produzioni più a rischio sono i derivati del pomodoro, che valgono complessivamente circa 270 milioni all’anno, davanti alle mele, le cui vendita in Asia ammontano a 170 milioni, assieme ai kiwi, secondo una stima Coldiretti su dati Istat 2023. Ma tra gli alimentari interessati alle esportazioni in Cina e negli altri Paesi, oltre all’ortofrutta fresca e trasformata, ci sono anche la pasta e prodotti da forno, dolci e vino per un valore complessivo stimato in 5,5 miliardi lo scorso anno. Dura, invece, ormai da quasi dieci anni l’embargo russo ai prodotti ortofrutticoli italiani, deciso nell’agosto 2014 da Putin in risposta alle sanzioni Ue dopo l’annessione della Crimea e le tensioni con l’Ucraina poi sfociate in guerra. Nel 2013 le esportazioni di frutta e verdura tricolori a Mosca erano state pari a circa 72 milioni di euro, tra fresco e trasformato, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Considerato il tasso di incremento delle vendite all’estero di ortofrutta degli ultimi dieci anni, si può stimare che il valore dell’export in Russia potrebbe valere oggi intorno ai 100 milioni di euro.

Tensioni internazionali

Le tensioni internazionali pesano però anche all’interno dei Paesi europei con gli interrogativi sollevati dalla decisione dell’Austria di limitare l’ingresso delle merci attraverso il valico del Brennero. Un canale oggi insostituibile per il flusso delle merci dall’Italia – sottolinea la Coldiretti – verso l’Europa che rischia di essere soffocato dai limiti alla circolazione che pesano sull’ economia e sul lavoro. Basti pensare che attraverso l’arco alpino transitano le esportazioni agroalimentari italiane dirette verso il Corridoio Scandivano-Mediterraneo che conta Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia e tre paesi dell’Est Europa, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca. I ritardi nel transito legati alla decisione dell’Austria, che minaccia di ridurre ulteriormente i passaggi, pesano soprattutto sui prodotti più deperibili come l’ortofrutta nazionale

 

 

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