lunedì, 6 Maggio, 2024
Attualità

Vino italiano: i giovani bevono di più degli adulti e degli anziani

Indagine Censis sul “consumo transgenerazionale” presentata a Vinitaly

Alla fiera del vino di Verona, Vinitaly, appena conclusa c’era anche un report del Censis sul “consumo transgenerazionale” che coinvolge quote maggioritarie di persone di ogni classe di età. In venti anni si registra un aumento della quota di consumatori tra 18 e 34 anni e una riduzione di quelle tra 35-64enni e longevi con almeno 65 anni.

Motivi e occasioni per bere

Per gli italiani di ogni età, quindi, bere vini di qualità vuol dire bere vini italiani che, a sua volta, significa bere uno o più specifici vini locali, “espressioni della straordinaria biodiversità territoriale del nostro Paese.” Il modello condiviso di fruizione del vino, poi, si differenzia tra le età con una trasformazione nel ciclo di vita poiché, da prodotto centrato sulla relazionalità in casa e fuori nell’età giovanile si trasforma pian piano in un mix di convivialità e prodotto-abitudine nel quotidiano per gli adulti per poi evolvere in una presenza sistematica ma quasi intima nei pasti quotidiani per gli anziani. Quanto alle preferenze sulle tipologie di vino, se adulti e anziani preferiscono di più i rossi, i giovani apprezzano di più i bianchi e amano più delle altre generazioni le bollicine. Altro dato importante è che inflazione e obbligata ristrutturazione dei budget familiari nella scelta del vino non hanno scalfito il primato della qualità che prevale sul prezzo, secondo la logica transgenerazionale che il vino per cui val la pena spendere è quello di qualità, preferibilmente italiano.

Consumo va ringiovanendo

Dunque secondo il report del Censis, nel 2002 consumava vino il 48,7% dei giovani, il 65,1% tra gli adulti e il 59,9% tra gli anziani; nel 2022 i giovani consumatori sono il 53,7%, gli adulti il 61,4% e gli anziani il 57,4%. La quota di consumatori tra i 18-34 anni è aumentata di 5 punti percentuali, mentre quella degli adulti è diminuita di 3,7 punti percentuali e quella degli anziani di 2,5 punti percentuali. Il consumo si va ringiovanendo, poiché aumenta tra i 18-34enni la quota di consumatori, che dal picco inferiore del 46,8% del 2014 è risalito all’attuale 53,7%.

Tra convivialità e quotidianità

Per i giovani il vino è veicolo di relazionalità e di convivialità. Infatti, il 67,7% ama consumarlo in compagnia di altre persone, il 45,3% nei luoghi del fuori casa e il 34,4% durante i pasti (tab. 2). Per gli adulti è sia veicolo di relazionalità che presenza nel quotidiano dei pasti, poiché il 55,3% ama berlo in compagnia e il 55% durante i pasti, mentre al 34,5% piace berlo nei luoghi del fuori casa. In linea con uno stile di vita meno segnato dalle occasioni quotidiane di convivialità, il 79,1% degli anziani lo consuma durante i pasti, il 36% in compagnia di altre persone e il 14,2% nei luoghi del fuori casa.

Vino italiano prima di tutti

Il 96,5% degli italiani preferisce il vino italiano, quota che resta alta trasversalmente alle generazioni e l’83,1% dei consumatori predilige vini Dop e Igp. I vini di Paesi dalla tradizione consolidata come Francia o Spagna sono graditi dal 47,2% degli italiani, con differenze importanti tra i giovani (52,8%) e gli adulti (54,3%) da un lato e gli anziani dall’altro (27,8%). I vini di Paesi emergenti come Sud Africa, Cile o Australia sono invece apprezzati dal 21,3% degli italiani, con quote che passano dal 27,5% dei giovani al 25,4% degli adulti al 6,6% degli anziani.

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