mercoledì, 1 Maggio, 2024
Salute

Disturbi alimentari sempre più diffusi. Più colpite ragazze tra 12 e 17 anni

Fiocchetto Lilla. I social aumentano l’insoddisfazione per il proprio corpo

Un problema di salute pubblica quello dei disturbi legati all’alimentazione, in aumento e con un esordio sempre più precoce, soprattutto tra i giovanissimi, le ragazze in particolare, tra i 12 e i 17 anni, e in alcuni casi, anche prima verso gli 8-9 anni. In occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla interviene la Sinpia, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza che elenca una serie di disturbi tra i più diffusi: anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder) ma anche disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo e disturbo da ruminazione. E poi ci sono i nuovi disturbi alimentari che partono da comportamenti improntati al salutismo e si trasformano in malattia quando diventano limitanti per la vita sociale e il benessere personale come l’ortoressia e la vigoressia. E, sempre più diffuse già in adolescenza, anche altre forme di comportamenti alimentari disfunzionali come drunkoressia e night eating syndrome e tutte le forme di sovrappeso e obesità alla cui base è presente un disagio psichico più o meno marcato.

Genesi psichiatrica

“L’esordio dei disturbi legati all’alimentazione riguarda nella maggior parte dei casi l’età evolutiva, in particolare adolescenza e pre adolescenza – sottolinea la professoressa Elisa Fazzi, Presidente Sinpia e Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e 1 Manuale Statistico Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM-5) dell’American Psychiatric Association dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia – ed è quindi il neuropsichiatra infantile il medico principalmente coinvolto nei processi di diagnosi e cura. A tutti questi disturbi viene riconosciuta una genesi primariamente psichiatrica: è la mente la prima a soffrire anche se in questi casi la sofferenza psichica si esprime con il comportamento alimentare alterato e quindi la sofferenza del corpo rappresenta l’espressione finale di un dolore psichico altrimenti indicibile. Per questo, anche se spesso chi è vicino alla persona affetta da un DNA tende ad allarmarsi per le manifestazioni fisiche del disturbo (eccessiva magrezza o per contro obesità), non bisogna mai dimenticare di tenere il focus principale dell’attenzione sulla persona nella sua globalità quindi intesa come corpo e mente”.

3 milioni in Italia ne soffrono

I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione affliggono oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo, oltre 3 milioni di persone in Italia, pari a circa il 5% della popolazione: l’8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi soffrono di anoressia o bulimia (Dati Osservatorio Aba e Istat). Secondo i dati emersi da una recente ricerca a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, sui Centri in Italia del Servizio Sanitario Nazionale dedicati ai disturbi del comportamento alimentare, su oltre 8000 utenti, il 90% è di genere femminile rispetto al 10% di maschi; il 59% dei casi ha tra i 13 e 25 anni di età, il 6% ha meno di 12 anni. Rispetto alle diagnosi più frequenti, l’anoressia nervosa è rappresentata nel 42,3% dei casi, la bulimia nervosa nel 18,2% e il disturbo di binge eating nel 14,6%.

Lockdown e social, pericolosi

Negli ultimi tre anni, la pandemia da SARS-CoV-2 ha avuto un forte impatto sull’incidenza dei disturbi legati all’alimentazione, sul tasso di ospedalizzazione e sulla gravità della sintomatologia. È stato riscontrato, infatti, un peggioramento dei sintomi tipici dei disturbi dell’alimentazione, di ansia e depressione: secondo un recente studio sugli adolescenti italiani, nel 51% dei casi sono stati registrati sintomi riferibili alla sfera alimentare nel periodo post Covid (terzo lockdown). Questo deterioramento generale potrebbe essere attribuito al ridotto accesso alle cure, ai cambiamenti nella routine quotidiana e all’isolamento sociale. Ma anche i social sembrano favorire la diffusione di canoni estetici irrealistici e pericolosi tanto che in Commissione Sanità al Senato, è all’esame un disegno di legge per colpire chi istiga i giovani a comportamenti nocivi che possono indurre a disturbi alimentari, con pene severe che vanno dalle multe fino al carcere.

Trattamenti multidisciplinari

Quando si parla di trattamento di Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione l’approccio multidisciplinare è imprescindibile: “Il trattamento di tali patologie che rischiano di mettere concretamente a repentaglio la vita – aggiunge Renato Borgatti dell’Università di Pavia – non può prescindere dalla presenza di un’equipe multiprofessionale in cui professionisti afferenti a discipline medico-interniste e psichiatrico-riabilitative interagiscono costantemente”.

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