sabato, 27 Aprile, 2024
Società

Hamas: accordo in tre fasi. Netanyahu: “Assurdo”

Onu. Gli Usa preparano risoluzione per il cessate il fuoco

Mentre il Presidente Abu Mazen incarica Mustafa di formare il nuovo governo “tecnico”, come indicato anche dall’Amministrazione americana, il premier israeliano Netanyahu annuncia che è pronto il piano per entrare a Rafah e per “sconfiggere” definitivamente Hamas che, a sua volta, propone un accordo “a tre fasi”. A isolare ancora di più Netanyahu interviene anche il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che sposa completamente le dichiarazioni del leader dem al Congresso, Chuck Schumer, che si era scagliato contro Netanyahu – “ha perso la bussola” – e la sua reazione troppo aggressiva nella Striscia. Biden ha detto che Schumer “ha fatto un bel discorso e penso che abbia espresso serie preoccupazioni condivise non solo da lui, ma da molti americani”. Per il dopo guerra è intervenuto il ministro Gallant, secondo il quale “il meno peggio” per Israele sarebbe un governo della Striscia di Gaza composto da funzionari locali collegato all’Autorità nazionale palestinese (Anp).

La proposta di Hamas, irricevibile

Se le intenzioni di Netanyahu sono quelle di dare il via libera all’offensiva nel sud della Striscia, contrariando anche l’Amministrazione statunitense, non viene a caso la nuova proposta di Hamas, “in tre fasi”, ciascuna delle quali della durata di 42 giorni. Per ogni soldatessa che fosse liberata viva, Hamas esige il rilascio di 50 prigionieri palestinesi, di cui 30 condannati all’ergastolo. Inoltre Hamas richiede un ritiro delle forze israeliane da due importanti arterie che attraversano la Striscia di Gaza nella sua lunghezza: la al-Rashid (la strada costiera) e la Sallah a-Din, che corre all’interno. All’inizio della seconda fase, inoltre, dovrebbe entrare in vigore un cessate il fuoco permanente, che sarebbe seguito dalla liberazione degli ostaggi israeliani giudicati da Hamas in età militare. I miliziani, tra l’altro, si scagliano contro Abu Mazen perché avrebbe formato un nuovo governo in modo “unilaterale.” “Si tratta – secondo Hamas – di un rafforzamento della politica di esclusione e di un approfondimento della divisione, in un momento storico cruciale, in cui il nostro popolo e la sua causa nazionale hanno un disperato bisogno di consenso e unità”. Hamas ha poi invocato “elezioni democratiche con la partecipazione di tutte le componenti del popolo palestinese”.

Israele riprende le trattative

Il premier israeliano ha definito le proposte dei terroristi: “assurde”, ma ha promesso che invierà una delegazione di Israele in Qatar per riprendere le trattative interrotte da settimane. Gli Stati Uniti hanno fatto circolare una bozza finale di una risoluzione da presentare al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che sosterrebbe gli sforzi internazionali per stabilire “un cessate il fuoco immediato e duraturo” nella guerra fra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza nell’ambito di un accordo per il rilascio degli ostaggi, però non è stata fissata una data per il voto.

Ramadan e aiuti umanitari

Il Ramadan sta proseguendo senza particolari incidenti. Circa 80.000 fedeli si sono recati nella moschea di Al-Aqsa nonostante le rigide restrizioni israeliane sull’accesso al luogo sacro per le prime preghiere del venerdì. Questo nonostante a migliaia di palestinesi provenienti dalla Cisgiordania occupata è stato negato l’ingresso a Gerusalemme, dove una massiccia presenza di sicurezza israeliana circonda la moschea. Solo agli uomini di età superiore ai 55 anni e alle donne di età superiore ai 50 anni è permesso entrare nella moschea con un permesso valido. Mentre il predicatore della moschea di al-Aqsa, Sheikh Ikrimah Sabri, ha detto che Al-Aqsa rimarrà aperta “qualunque cosa accada.” Intanto ieri è arrivata a Gaza la prima spedizione di aiuti umanitari, 200 tonnellate di cibo, attraverso un corridoio marittimo aperto da Cipro.

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