venerdì, 3 Maggio, 2024
Geopolitica

La fine della multipolarità e il ruolo cruciale dell’India

Conversazione con Andrea Cucco*

*Giornalista, dopo una laurea in giurisprudenza ha conseguito un Master in Studi internazionali strategico-militari presso il CASD (Centro Alti Studi della Difesa) di Roma. Ha effettuato reportage in Nepal (2006), in Afghanistan (2011 e 2012) ed in Siria (2015 e 2016). Dal 2013 è direttore responsabile della testata “Difesa Online”

Dopo quasi  due anni di guerra in Ucraina chi ci ha guadagnato di più e chi ci ha rimesso di più tra Russia e Cina?

Al di là della propaganda, che ovviamente è quasi doverosa quando c’è una guerra, ci sono dei dati obbiettivi. Per la Russia c’è stato uno scollamento dal suo legame storico con l’Europa maturato in 30 anni. In un attimo ha bruciato decenni di equilibri faticosamente costruiti col Vecchio Continente: pensiamo anche alla partnership con la Nato. La leadership russa non ammetterà mai di aver commesso questi errori. Le forniture energetiche con la Cina stanno attenuando l’impatto di questa rottura anche commerciale con i Paesi europei.  Però l’economia russa va verso una sostanziale stabilizzazione. Ma, salvo una ristrettissima lista di privilegiati, la società russa ha perso i legami anche con i modelli di vita e di consumi occidentali che si stavano consolidando anche se non in una fascia molto estesa di popolazione. La stragrande maggioranza della popolazione russa faceva la fame prima e continua a farla anche adesso, arriva a malapena a fine mese. A parte le grosse città e il 10% della popolazione, il popolo russo è stato poco toccato dalle sanzioni. Hanno accusato il colpo oligarchi che si sono visti sequestrare beni, yacht e conti bancari. L’inflazione viaggia all’8% i tassi di interessi della banca centrale di Mosca sono al 15%.

Il conflitto tra Mosca e Kyiv ha squassato gli equilibri del passato. Quanto ci ha guadagnato la Cina?

Prima noi occidentali eravamo il centro del mondo. Abbiamo lasciato ad altri uno spazio enorme. E oggi si parla di sostituzione del dollaro come moneta di riferimento il che potrebbe creare qualche problema anche agli Stati Uniti che sono fortemente indebitati. Chi più di tutti ha guadagnato da questo conflitto è vergognosamente la Cina che tra l’altro supererà il Pil americano nel giro di pochi anni. E questo avrà un impatto sulla leadership mondiale. E’ un dato inquietante, anche perché Usa e Cina si stanno preparando da anni ad un confronto militare. Sono due modelli completamente incompatibili, non solo sul piano economico ma anche su quello del diritto umanitario. Se ci sarà il soprasso della Cina, gli Usa non potranno più disporre dell’apparato bellico ed esercitare il ruolo di gendarme del mondo.

In questo contesto ha senso ancora parlare di multipolarità?

Credo che da due anni a questa parte sia superato anche questo modello. Se, per esempio, noi italiani firmavamo il memorandum sulla Via della seta con Pechino, eravamo amici dei russi però ufficialmente alleati degli americani. Oggi tutto questo è cambiato radicalmente. C’è stata l’aggressione ad uno Stato sovrano come l’Ucraina. C’è stata una serie di colpi di stato in tutto il Sahel, c’è la guerra in Medio Oriente e l’instabilità che si diffonde in molte aree. Dobbiamo capire che non è come dice il Papa che c’è una guerra mondiale a pezzi. C’è un puzzle di conflitti e i vari pezzi si possono unire per capire la figura che si va delineando Ci sono alleanze. Ci sono schieramenti e bisogna decidere da che parte stare. Un approccio multipolare non è più concepibile.

La prossima presidenza Usa dovrà prendere decisioni storiche e le prese di posizione di Trump lasciano prefigurare scenari inediti.

Trump è stato molto esplicito. Con lui il conflitto si chiuderebbe rapidamente. L’Ucraina sopravvive solo grazie agli aiuti militari ed economici e al sacrificio di centinaia di migliaia di giovani che vanno al fronte. Sicuramente nel 2024 avremo un dato chiaro. La presidenza che verrà affronterà il prossimo confronto mondiale, perché è un errore pensare che l’Ucraina sia un conflitto locale. Anche nella prima e seconda guerra mondiale, i conflitti che si verificavano prima dell’esplosione delle due guerre non venivano percepiti come sintomi di una deflagrazione mondiale che si stava profilando. Guardiamo anche a quello che succede in Medio Oriente, con le bandiere russe sventolate da golpisti in tutta l’Africa. E che dire poi di un Paese come il Brasile che da filo americano è diventato filo cinese? E aggiungiamo anche l’Iran, il Venezuela che supportano Hezbollah. C’è una linea rossa che unisce tutti questi puntini. E i principali protagonisti sono Usa e Cina, ma anche a cascata amici e alleati, pensiamo al Giappone, all’India che ha il terzo budget per la difesa al mondo, Paesi come Germania  e Francia, la Polonia: tutti si stanno preparando al peggio.

L’India potrebbe essere il perno di questa situazione, visto che non vuol cadere nell’orbita cinese?

L’India è storicamente un avversario della Cina. C’è stata tra loro una guerra 70 anni fa. Ancora oggi al confine ci sono continue tensioni con sparatorie. Rispetto ad un conflitto mondiale che si sta profilando, la variabile più rilevante sarà il rapporto di amicizia, se non di alleanza, tra Usa e India da una parte e il legame della Cina con sudditi vari come la Corea del Nord e lo stesso Pakistan che si è ormai schierato con Pechino dall’altra. La Russia rimane un’incognita. A livello politico ha perso tantissimo. È costretta ad avere un rapporto con la Cina da cui dipende sia per le esportazioni di gas e petrolio sia per gli armamenti. Mosca è comunque uno dei principali produttori di armi avanzate. E qui torniamo ai rapporti dell’India anche con la Russia. Storicamente sono state alleate anche durante l’Unione sovietica. Quando ci dovesse essere un conflitto tra Cina e India, la Russia come si schiererà? Peraltro, la Cina si sta comprando mezza Russia approfittando della debolezza commerciale di Mosca e accaparrando risorse energetiche russe a prezzi stracciati… a proposito di amicizia tra Putin e Xi Jinping.

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un commento

Andrea Gaspardo mercoledì, 10 Gennaio 2024 at 01:08

Intervistare Andrea Cucco su questioni di geopolitica equivale a chiedere ad un elefante di ballare la Macarena.

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