sabato, 21 Settembre, 2024
Ambiente

Rapporto Fondazione Sviluppo Sostenibile: italiani ‘ricicloni’ d’Europa

Economia circolare, Italia all’avanguardia nel recupero degli imballaggi

L’Italia è fra i Paesi europei con le migliori performance sia per la preparazione al riutilizzo e il riciclo dei rifiuti urbani e sia per quelli dei rifiuti di imballaggio. Il tasso di riciclo dei rifiuti, speciali e urbani, ha raggiunto il 72% (a fronte di una media europea del 58%), con punte di eccellenza per gli imballaggi: 10,5 milioni di tonnellate di imballaggi avviate nel 2022 a recupero di materia (erano 9,3 nel 2018), 2 punti sopra al target del 70% previsto dall’Ue al 2030. Lo evidenzia il Rapporto “il riciclo in Italia – 2023” della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

Carta, vetro e acciaio

Il Rapporto evidenzia le performance di 19 filiere del riciclo, con il riciclo degli imballaggi che ha mantenuto un buon andamento e i tassi di recupero dei rifiuti d’imballaggio si sono assestati ormai su livelli di avanguardia in Europa: carta, vetro e acciaio primeggiano con un tasso di riciclo dell’81%. Gli imballaggi in legno hanno aggiunto un tasso di riciclo del 63%, più del doppio rispetto al 30% previsto dall’Ue al 2030 e il 97% del materiale legnoso riciclato in Italia viene trasformato in pannelli truciolari utilizzati dall’industria del mobile e dei complementi d’arredo. Gli imballaggi in alluminio hanno un tasso di riciclo del 74%, bel oltre il 60% previsto dall’Ue per il 2030 e in Italia si produce solo alluminio secondario da riciclo. Mentre il tasso di riciclo degli imballaggi in plastica è al 48,6% rispetto all’ obiettivo Eu al 2030 del 50% e il tasso di intercettazione delle bottiglie in Pet è del 68% lontano dal 77% previsto per il 2030. L’Italia detiene il primato nel riciclo di rottami ferrosi in Europa (18,6 mln ton nel 2022) con il quali produce l’85% del suo acciaio e gli italiani insieme ai tedeschi sono i più ricicloni d’Europaper gli imballaggi con 160Kg/anno a testa.

I settori in ritardo

Per quanto riguarda altre filiere si registrano scenari differenti. Situazione ancora critica per i RAEE con un tasso di riciclo del 34% contro l’obiettivo del 65% al 2019. Mentre sono buone le performances per gli inertida costruzione e demolizione che hanno raggiunto un tasso di recupero dell’80% ben superiore all’obiettivo del 70%; sono state avviate a rigenerazione, inoltre, 178 kt di oli minerali usati, pari a circa il 98% del raccolto rispetto al 61% dell’UE. Il tasso di riciclo di pile e accumulatori portatili è del 33,5% in lieve calo rispetto al 2021.

Le materie prime

Il mercato delle materie prime seconde attraversa un momento particolare: tensioni internazionali e fluttuazioni dei prezzi incidono in maniera sempre più significativa. Per alcuni materiali come i rottami di vetro o quelli ferrosi la domanda è elevata e il vantaggio economico è netto anche se un improvviso balzo dei prezzi del rottame di vetro ha messo in difficoltà il settore. Per altri come le plastiche da riciclo, le difficoltà sono maggiori perché la domanda non è molto elevata e la concorrenza dei polimeri vergini è più forte. Per alcuni materiali, poi, come gli aggregati riciclati di qualità o gli asfalti modificati con materiale da riciclo – le difficoltà di mercato derivano anche da barriere normative o da resistenze all’impiego. Per la Fondazione c’è bisogno di nuove tecnologie di riciclo chimico per la plastica. Per far fronte alla domanda crescente di batterie che aumenterà di 14 volte al 2030, occorreranno “tecniche avanzate per aumentare le quantità riciclate di rame, litio, nichel e cobalto provenienti dalle batterie esauste.” Per aumentare la quota di pneumatici riciclati in quelli nuovi servono nuove tecnologie di riciclo e vulcanizzazione e l’elenco potrebbe continuare con il riciclo di parte delle auto, con quello di molti prodotti tessili o dei fanghi di depurazione. Ma per fare un salto di qualità nella circolarità dell’economia nazionale, si legge nel Rapporto, è molto “importante che l’Italia, sia per la competitività economica di un Paese grande importatore di materie prime, sia per ridurre i suoi impatti climatici e ambientali, non si sieda sui positivi risultati raggiunti, ma deve fare ulteriori passi avanti nel riciclo dei rifiuti.”

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