giovedì, 2 Maggio, 2024
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Nei quaranta Paesi più ricchi al mondo oltre un bambino su cinque vive in povertà

“Nei Paesi più ricchi al mondo la povertà colpisce più di un bambino su cinque”. Lo afferma il ‘Centro di Ricerca Unicef Innocenti’ in un nuovo rapporto pubblicato lo scorso 6 dicembre, che monitora il benessere dei bambini nelle nazioni dell’Ocse e dell’Ue. Il “Report Card 18: Bambini poveri che vivono nei paesi ricchi” mostra che le condizioni di vita dei bambini possono essere migliorate indipendentemente dalla ricchezza di un Paese. Ad esempio, la Polonia e la Slovenia stanno ottenendo i migliori risultati nell’affrontare la povertà minorile, seguite dalla Lettonia e dalla Repubblica di Corea. Al contrario alcuni dei Paesi più ricchi come Regno Unito, Francia e Svizzera, sono indietro, quasi in coda alla ‘classifica’ dei Paesi membri.

Disuguaglianze

Il Report evidenzia enormi disuguaglianze nel rischio di povertà. In 38 Paesi con dati disponibili, i bambini che vivono in una famiglia monoparentale hanno una probabilità oltre tre volte maggiore di vivere in povertà rispetto agli altri bambini. Anche i bambini con disabilità e quelli provenienti da minoranze etniche/razziali hanno un rischio superiore alla media. “L’impatto della povertà sui bambini è persistente e dannoso – ha dichiarato Bo Viktor Nylund, Direttore dell’UNICEF Innocenti, sottolineando – I sussidi in denaro hanno un effetto immediato nell’alleviare la povertà. I decisori politici possono sostenere le famiglie dando priorità e aumentando la spesa per gli assegni familiari e per i figli a carico”.

Nei Paesi meno ricchi

I risultati dello studio Unicef mostrano che le condizioni di vita dei bambini possono essere migliorate indipendentemente dalla ricchezza di un Paese. Al riguardo, infatti, i dati rivelano che il tenore di vita dei più piccoli è migliorato in Paesi meno ricchi. Le nazioni che non sono tra le più agiate hanno ottenuto importanti riduzioni della povertà minorile: -38% in Polonia e -31% negli altri Paesi. Al contempo, cinque Paesi a più alto reddito, Regno Unito (+20%) e Francia, Islanda, Norvegia e Svizzera (tutti intorno al +10%) hanno registrato i maggiori aumenti del numero di bambini che vivono in famiglie con difficoltà economiche dal 2014.

In Italia

Il nostro Paese a è al 34* posto su 39 nazioni ad alto reddito nella classifica della povertà monetaria dei bambini nei Paesi più ricchi. I dati rilevati da Unicef evidenziano che, tra il 2015 e il 2021, l’Italia ha ridotto la percentuale di bambini che vivono in condizioni di grave privazione materiale dal 15,8% al 7,1%. Ma più di 1 bambino su 4 (25,5%) vive in condizioni di povertà relativa legata al reddito (media tra il 2019 e il 2021). Le cattive condizioni abitative rimangono un problema e riguardano il 18,1% dei bambini.

L’impatto della povertà

Bo Viktor Nylund, direttore dell’Unicef Innocenti ha dichiarato: “L’impatto della povertà sui bambini è persistente e dannoso. Per la maggior parte dei bambini significa che potrebbero crescere senza cibo nutriente, vestiti, materiale scolastico o un posto caldo da chiamare casa. Impedisce ai bambini di godere dei propri diritti e può portare a un cattivo stato di salute fisica e mentale”. Come sottolineato da Unicef, è importante tenere a mente che: “Le conseguenze della povertà possono durare tutta la vita. I bambini che vivono in condizioni di povertà hanno minori possibilità di completare la scuola e da adulti percepiscono salari più bassi”. Inoltre, secondo il rapporto “in alcuni Paesi, una persona nata in un’area svantaggiata rischia di vivere da otto a nove anni in meno rispetto a una persona nata in un’area ricca”.

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Redazione

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