sabato, 27 Aprile, 2024
Economia

In Italia con gravi disabilità soprattutto gli anziani

Il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini hanno firmato il decreto per l’istituzione del tavolo tecnico di lavoro per migliorare la mobilità e l’accessibilità del sistema dei trasporti. Il tavolo, che avrà la durata di sei mesi, si occuperà di approfondire le problematiche nei diversi settori dei trasporti pubblici e privati al fine di garantire un miglioramento dei servizi per le persone con disabilità.

Inclusione attiva

“Migliorare l’accessibilità e la fruibilità dei mezzi di trasporto è il primo passo per favorire l’inclusione e la partecipazione alla vita lavorativa, sociale e relazionale delle persone con disabilità”, spiegano i due ministri in una nota. Anche il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, a Monza, durante una visita alla sede di PizzAut, associazione impegnata nell’inclusione attiva dei ragazzi autistici, è intervenuta sul tema della disabilità: “l’inclusione”, ha detto, “in contesti di lavoro può essere una grande occasione per cambiare la vita delle persone, garantendo dignità e piena autonomia tramite la professione e la realizzazione personale. Dobbiamo stimolare tutti le iniziative virtuose di inclusione attiva e lavorare con impegno per superare ogni tipo di barriera, da quella culturale a quella architettonica, per creare le opportunità necessarie per tutti, con uguali diritti e doveri.”

Occupato solo l’11,9%

In Italia solo l’11,9% delle persone con disabilità è occupato, la scarsa partecipazione al mondo del lavoro, quindi la ridotta capacità di produrre reddito, fa sì che le famiglie in cui vivono persone con disabilità abbiano seri problemi economici. Statisticamente una famiglia con almeno una persona con disabilità percepisce, mediamente, un reddito medio equivalente pari a 19 mila 500 euro annui, circa 1.000 euro in meno di quello delle famiglie senza persone con disabilità, pari a 20 mila 589 euro. Inoltre, per effetto delle ingenti spese che le famiglie devono sostenere per le cure e l’assistenza, il reddito è largamente insufficiente per il loro fabbisogno. Infatti, il 32,1% delle persone con disabilità è a rischio di povertà o di esclusione sociale e circa un quinto è in condizione di grave deprivazione materiale. Si tratta di famiglie che non sono in grado di spendere per riscaldare adeguatamente l’abitazione, affrontare una spesa imprevista di 800 euro, di consumare un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, o concedersi una settimana di vacanza.

Non solo soldi

Sul tema, Alessandro Solipaca, responsabile scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, presentando i dati che descrivono la situazione in Italia, ha detto che “la disabilità è una condizione che interesserà sempre più italiani, grazie al costante allungamento della aspettativa di vita, per questo il nostro sistema di welfare si troverà ad affrontare una domanda crescente di servizi per assicurare a queste persone l’assistenza sanitaria e sociale e il diritto a vivere una vita indipendente. Una sfida che il welfare moderno deve superare abbandonando l’approccio risarcitorio che caratterizza molti degli interventi di protezione sociale del nostro Paese, basati quasi esclusivamente sui trasferimenti monetari, trascurando completamente se questi siano efficaci ad assicurare loro il diritto a vivere la vita al pari delle altre persone”.

Disparità geografiche

Il modello di welfare italiano, dunque, spende circa 28 miliardi l’anno e quasi il 96,4% della spesa totale è in distribuzione di denaro. Nei principali Paesi europei la quota di trasferimenti si attesta intorno al 70%. Sono principalmente i trasferimenti pensionistici a sostenere queste persone, nel 2019 il reddito medio di un pensionato con disabilità è pari a 15 mila e 500 euro lordi, sale a 20 mila per le persone ultrasessantacinquenni. Gli importi medi più elevati si riscontrano nel Nord dove si attestano a circa 17 mila euro annui, sotto i 14 mila euro, invece, la pensione lorda per una persona con disabilità nel Mezzogiorno.

 

Prendersi cura

Il denaro non è l’unica soluzione perché le condizioni di salute e psicologiche di queste persone – che numericamente superano il milione e mezzo e hanno un’età superiore a 70 anni – sono molto spesso precarie: il 58,1% con disabilità grave si dichiara in cattive condizioni di salute, il 6,2% lamenta problemi di depressione. I problemi di salute sono acuiti dalle difficoltà con le quali le persone con disabilità hanno accesso alle cure, come testimonia il fatto che il 15,7% ha rinunciato, nel corso dell’ultimo anno, a prestazioni o cure sanitarie per motivi economici. Inoltre, queste persone sperimentano molto spesso anche il ritardo con cui accedono alle cure. Le attività nelle quali gli anziani sono meno autonomi sono fare il bagno o la doccia da soli (10,3%), sdraiarsi e alzarsi dal letto o sedersi e alzarsi da una sedia (7,3%), vestirsi e spogliarsi (7,3%), usare i servizi igienici (6,5%) ed infine mangiare da soli (3,6%). Circa il 7% degli anziani presenta gravi difficoltà in tre o più attività e tale quota sale al 12% tra gli ultrasettantacinquenni.

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