mercoledì, 1 Maggio, 2024
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Osservatorio Stili Mobilità: ‘La precarietà nella mobilità riguarda 3 italiani su 10’

Un nuovo sondaggio realizzato da Ipsos per l’Osservatorio Stili Mobilità ha indagato sugli stili di mobilità degli italiani, individuando un lieve miglioramento nella mobilità sostenibile e una persistenza nell’utilizzo dell’auto fossile. Nello specifico, l’indagine promossa da Legambiente, condotta su scala nazionale e integrata da approfondimenti specifici rispetto alle città di Milano, Torino, Bologna, Napoli e Roma, ha ‘misurato’ i comportamenti, gli atteggiamenti, le attitudini e le opinioni degli italiani in tema di mobilità e trasporti.

I principali dati

I principali risultati emersi nel rapporto “Monitoraggio cambiamenti, atteggiamenti, abitudini di mobilità degli italiani”, realizzato in collaborazione con Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), evidenziano: “Limitata disponibilità del trasporto pubblico e scarsa accessibilità ai servizi di prossimità. In Italia, tutto ciò ancora ostacola gli sforzi per ridurre l’uso dell’auto privata, i cui costi (acquisto e carburante) sono aumentati”. Secondo l’indagine, ben tre italiani su dieci hanno dovuto, infatti, rinunciare negli ultimi anni a opportunità di lavoro (28%) e di studio (17%) e a visite mediche (19%) o a spostamenti per piacere e relazioni (25%). Le città più colpite da una condizione di precarietà nella mobilità sono Napoli, con il 34% dei cittadini che non sempre riesce a spostarsi, Roma con il 33% e Torino con il 28%. Nelle città di Milano e Bologna, fornita da un’elevata offerta di mobilità sostenibile ed elettrica, il livello di precarietà si attesta intorno al 20-21%.

Ogni settimana 6 ore in viaggio

Secondo i nuovi dati 2023 dell’Osservatorio, ogni settimana gli italiani trascorrono in media sei ore in viaggio. Il 64% degli spostamenti si svolge a bordo di un’auto e moto di proprietà, con una leggera diminuzione rispetto al 2022, compensata dall’aumento dell’uso medio dei mezzi pubblici e dell’auto elettrica, passando dall’11 al 13% al giorno, mentre rimangono stabili gli spostamenti a piedi, in bici o in monopattino elettrico, che ammontano al 22% del tempo di viaggio. Inoltre, diminuiscono del 10% circa gli spostamenti nei giorni festivi. Nelle città, la mobilità sostenibile prevale a Bologna e Milano con, rispettivamente, il 49% e il 48% degli spostamenti a piedi, in bici, con i mezzi collettivi o condivisi; in queste due città il 40% e il 45% dei viaggi avviene in auto e moto a combustione. Anche a Torino (51%), Roma (54%) e Napoli (55%).

Precarietà della mobilità

Il rapporto 2023 dell’Osservatorio, nell’indagare su come i divari sociali, geografici ed economici incidono sulle opportunità di mobilità, rileva che le cause della situazione di precarietà della mobilità sono soprattutto: “L’assenza di alternative all’uso dell’auto privata a causa della distanza dai servizi essenziali come le strutture scolastiche e mediche nelle vicinanze, così come le carenze dei trasporti pubblici, come la mancanza di fermate con orari poco convenienti e l’assenza di servizi di ‘sharing’. Incidono anche le condizioni economiche delle famiglie, che rendono difficile sostenere i costi del carburante e le distanze eccessive senza alternative all’auto”. Per Legambiente, tra tutti i tipi di precarietà analizzati, il dato più preoccupante riguarda il 7% delle persone in condizione di estrema ‘mobility poverty’, ossia coloro che non hanno mezzi pubblici o in condivisione di prossimità, né la possibilità di acquistare un’auto in famiglia. Si trovano in condizioni di precarietà anche gli intervistati che segnalano un elevato costo del carburante rispetto al reddito (9%), coloro che lamentano l’assenza di alternative all’auto privata e l’impossibilità di cambiare il mezzo obsoleto (8%) e coloro che evidenziano elevati costi dovuti alla necessità di percorrere in auto elevate percorrenze quotidiane (8%).

Verso una mobilità sostenibile

Per una mobilità sostenibile e inclusiva “che non lasci indietro nessun cittadino”, il Cigno Verde, cooperativa nata su iniziativa di Legambiente, propone di accelerare il passo in più direzioni, implementando autobus elettrici, migliorando l’accessibilità ai trasporti pubblici collettivi, creando zone a 30 km/h, promuovendo veicoli elettrici ed espandendo percorsi ciclo-pedonali. Il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, nel presentare il report ha evidenziato: “Sono proprio le città con una maggior offerta di mobilità sostenibile, attiva o elettrica, tra cui mezzi di trasporto collettivi come treni, metropolitane, tram e autobus elettrici, quelle che permettono di spostarsi e cogliere al meglio le opportunità di lavoro, di studio e di favorire la cura e le relazioni. Dove non ci sono stazioni, piste ciclabili e fermate sopravvivono coloro che possono permettersi auto sempre più care e benzina a 2 euro al litro. Solo una capillare ed efficiente offerta di trasporto pubblico può garantire opportunità di mobilità e la correzione di alcune disparità sociali, soprattutto nei centri urbani, nelle aree metropolitane e in quelle più periferiche”.

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