domenica, 28 Aprile, 2024
Attualità

L’Anbi preoccupata per il ciclone Bernard. Si gonfiano laghi e fiumi

Otto eventi estremi, fra nubifragi e trombe d’aria, in 24 ore lungo tutta l’Italia: è quanto ha registrato, la scorsa settimana, l’European Sever Weather Database (ESWD), ma il bilancio del ciclone Bernard, che sta attraversando il Paese, si sta muovendo verso il Portogallo, e potrebbe essere più ingente; ad inizio di questa settimana, tra il 23 ed il 24 Ottobre, sono state già 21 le “bombe d’acqua”, localizzate soprattutto su Levante Ligure, Nord Friuli, Toscana e Lazio. Uno “stress meteo” per il quale l’Abi, l’Associazione dei consorzi di bonifica, tira l’allarme.

Legge contro consumo di suolo

“Di fronte a questa fotografia del Paese è urgente un’assunzione di responsabilità collettiva verso un nuovo modello di sviluppo, che non sia basato sulla cultura del cemento e la riduzione delle campagne come, purtroppo, confermano i recenti dati diffusi dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’ Ambiente” evidenzia Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi). “Alla politica ribadiamo la richiesta di approvare al più presto la legge contro l’indiscriminato consumo di suolo, dispersa nei meandri parlamentari da ben 10 anni!” “Contestualmente”, fa eco Francesco Vincenzi, presidente di Anbi, “è indispensabile valorizzare la figura dell’agricoltore nella manutenzione del territorio, dai monti alla pianura; dobbiamo essere consapevoli che viviamo in un ambiente gestito, cioè, adattato all’uomo: il cosiddetto agroecosistema. Non possiamo rimanere il Paese dei disastri annunciati.”

I laghi si gonfiano

Secondo Anbi i grandi laghi del Nord Italia, fatta eccezione per quello d’Iseo (al 38,6% della propria capacità), sono in forte crescita e sopra la media del periodo: il Maggiore è cresciuto di 70 centimetri in due giorni ed è ora al 117,3% di riempimento, il Lario è ora al 79,4%; il Benaco al 70,7%. Anche la Dora Baltea in Valle d’Aosta è cresciuta repentinamente, raggiungendo la portata di 20,4 metri cubi al secondo (mc/s), cioè circa +150% sulla media.

Lombardia, attenzione all’Adda

In Piemonte “sono i finora assetati territori meridionali” a registrare le maggiori cumulate di pioggia (in 24 ore, a Garessio, nel Cuneese, mm. 71 ed a Cremolino, nell’Alessandrino, mm.63) e di conseguenza a veder schizzare in alto le portate delle aste fluviali: tra queste, il Tanaro ha registrato la crescita più repentina, salendo da mc/s 23,3 di una settimana fa agli attuali a mc/s 154 mc/s, dopo aver toccato addirittura mc/s 357. Bene anche la Toce (+220% in 7 giorni). In Lombardia, il fiume Adda registra una forte crescita (in una settimana da mc/s 166 a mc/s 616); a guadagnarne sono anche le riserve idriche regionali, che già prima dell’ondata di maltempo erano superiori alla media del 7% circa. In Veneto, i fiumi Adige e Livenza crescono di quasi un metro, mentre più contenuto è l’aumento di portata in Piave e Brenta; invariato rimane il livello del Bacchiglione.

Il Po normale in Piemonte, ma cresce in Emilia

In Emilia-Romagna, soprattutto sul versante occidentale, i fiumi sono stati attenzionati per la paura, che si potessero replicare i disastri di 5 mesi fa, ma l’entrata in funzione delle casse di espansione ha mitigato le piene: i più minacciosi sono stati la Parma (+m. 8), il suo affluente Baganza (+m. 2,50), il Taro che ha toccato la portata di mc/s 245, cioè il valore più alto da Gennaio 2021 (solo 2 settimane fa, la portata superava di poco mc/s 1 mc/s); picchi di livello si registrano anche su Nure, Panaro, Secchia ed Enza. Esempio dell’ormai conclamata localizzazione degli eventi atmosferici è il fiume Po, che resta sotto media in Piemonte, ma cresce soprattutto nelle sezioni emiliane e lombarde, dove raggiunge portate ben superiori alle medie storiche, grazie ai cospicui apporti degli affluenti appenninici.

Cresce l’Arno

La Liguria è stata una delle regioni maggiormente toccate dai nubifragi (mm. 151 di pioggia su Camogli in sole 3 ore); ne è conseguita una crescita preoccupante dei livelli di corsi d’acqua dall’andamento notoriamente pericoloso soprattutto sui bacini di Magra e Vara, che ha registrato una crescita di quasi m. 3,70, così come l’Entella mentre, nel Ponente ligure, il torrente Argentina è cresciuto di m. 2,20 (fonte: OMIRL). In Toscana, per via delle cumulate di pioggia, il fiume Serchio, che fino alla settimana scorsa era sotto la portata minima di deflusso vitale, ora tocca mc/s 153,60. Cresce anche l’Arno, il cui flusso supera i 50 metri cubi al secondo, mentre i livelli di Sieve ed Ombrone non subiscono variazioni di rilievo.

In Centro Italia calano i fiumi

I fiumi delle Marche, finora solo lambita dai nubifragi, restano sui livelli della scorsa settimana e gli invasi trattengono circa un milione e mezzo di metri cubi d’acqua in meno rispetto a due settimane fa. In Umbria, dopo molti mesi, migliora la condizione del lago Trasimeno, il cui livello si alza di 2 centimetri; a calare sono invece i fiumi Nera e Chiascio. Nel Lazio, a Roma, sono caduti oltre 55 millimetri d’acqua, provocando allagamenti in molte parti della città, mentre il vento forte ha causato danni in diversi comuni, il fiume Tevere cresce e supera i mc/s 90 di portata; in aumento sono anche i livelli dell’Aniene, mentre la Fiora rimane stabile così come i laghi di Bracciano e Nemi.

Apprensione al Sud

Al Sud, che con una certa apprensione attende il passaggio del ciclone Bernard, “prosegue l’estate” come dimostrano gli invasi della Basilicata, che continuano rilasciare circa 7 milioni di metri cubi d’acqua a settimana, mentre da quelli pugliesi ne sono utilizzati oltre 2 milioni.

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