sabato, 27 Aprile, 2024
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Taxi: rispetto alle grandi capitali europee Roma è la peggiore, dopo Berlino

Milano è la città con più taxi per abitanti. Olbia dove una corsa costa più che altrove. Metà parco auto ha standard elevati

I taxi sono al centro dell’attenzione dopo che il decreto Asset, ha stabilito che i comuni capoluogo di regione, città metropolitane e città sedi di aeroporto potranno aumentare le licenze fino al 20 per cento di quelle esistenti. La vicenda dei taxi in Italia è di lungo corso e divide quasi come il tifo per una squadra di calcio. Ma, di fatto, il problema sembra riguardare soltanto la Capitale, che in effetti sembra avere un deficit di auto bianche in proporzione alla popolazione e ai flussi turistici. Roma è la città con più taxi, 7.703 contro i 4.852 di Milano, ma il capoluogo lombardo vanta più taxi per abitanti; 35,8 ogni 10mila abitanti contro 28,5 di Roma. Significa che nella capitale ci sono più taxi, ma rispetto alla popolazione sono meno che a Milano. Dopo Roma e Milano c’è Napoli con 2.365 licenze, poi Torino con 1.500 taxi e seguono, sotto i 1.000, Genova, Firenze e Bologna e Palermo. A Venezia ci sono i taxi d’acqua che risultano essere posso superiore a cento unità.

Quanti sono i taxi?

Gli ultimi dati disponibili in quasi tutte le città risalgono al 2018, poi c’è una ricerca più recente e articolata di Wired, fatta con richiesta di accesso agli atti a cinquanta comuni, l’Autorità di Regolazione dei Trasporti e infine anche l’Antitrust che ha svolto un sondaggio di verifica sulle grandi città: Roma, Milano e Napoli. I dati non sono tutti perfettamente coincidenti, ma le grandezze lo sono. Una classifica più “utile” si ottiene calcolando non le unità assolute, ma la disponibilità di taxi in rapporto alla popolazione. In questo caso Milano è la prima città d’Italia, seguono Roma, Napoli, Firenze, Torino, Bologna, Genova, Trieste, Padova e Cagliari. Ultime con poco più di un taxi ogni 10mila abitanti ci sono Monza, Prato, Cesena, Ravenna, Latina, Foggia e Terni.

Taxi e Ncc

A mano a mano che diminuiscono i taxi disponibili aumentano i Noleggi con conducente (Ncc), che in alcuni casi sono anche più numerosi. A La Spezia, ad esempio, risultano 46 Ncc e 45 taxi. A Bergamo 47 Ncc e 36 taxi. Più Ncc che taxi anche a Perugia, Ravenna e Catanzaro. Il numero di licenze di taxi sembra praticamente fermo dal 2008. Insomma i dati dimostrerebbero che la questione dei taxi esiste, ma la problematica è soprattutto a Roma, dove c’è stato addirittura una leggera flessione del numero delle licenze negli ultimi anni e dove in rapporto alla popolazione – e soprattutto ai flussi turistici – la disponibilità di taxi è di quasi dieci punti più bassa che a Milano. Peggio se compariamo con Londra o Parigi o anche Madrid. Mentre a Milano ci sono 35 taxi disponibili ogni 10mila abitanti, a Londra, per ogni 10mila abitanti, ce ne sono 106, a Parigi 89,3 a Madrid 46.9. Solo a Berlino, tra le grandi capitali europee, stanno peggio che in Italia: 15,8. Va sottolineato, però, che nella capitale tedesca insistono 9 linee di metropolitana, ed è presente in maniera massiccia Uber.

Auto ibride e elettriche

In generale secondo i dati dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti si evidenzia una tendenza ad una maggiore densità di taxi nei centri più popolosi e in quelli più piccoli. Inoltre soltanto nei comuni più popolosi ha preso piede la tecnologia ibrida e, in qualche caso, anche quella elettrica. Tra tutte le vetture sono ibride o elettriche 6.363, rispetto alle 15.225 con il motore a scoppio. A livello di età del parco auto, invece, dai dati più recenti risulta che più di metà delle autovetture sono relativamente giovani, avendo 4 anni o meno. In questo caso è nei comuni più piccoli, quelli sotto i 30 mila abitanti, che vi sono le statistiche più virtuose dato che i veicoli più nuovi sono oltre il 60%.

Olbia più cara, Andria modica

A Olbia, Sorrento e Agrigento il costo di una corsa in taxi e tra i più alti d’Italia: si arriva anche a più di 24 euro per 5 chilometri. Più basso il costo a Andria, Vibo Valentia, Viterbo, Oristano e Udine dove per 5 chilometri di corsa si resta sotto gli 8 euro. Molte licenze emesse attraverso bandi comunali, negli scorsi decenni, sono state emesse a titolo gratuito o con il pagamento di qualche euro per marche da bollo dei documenti. Ma di recente il mercato si è molto inasprito e nelle città medie il costo è anche di 60mila euro fino a 175mila con punte anche di 250mila euro. Soldi che, secondo la Legge Bersani, vanno per un massimo del 20 per cento ai comuni che le rilasciano – da utilizzare per migliorare il trasporto pubblico – e per il resto vengono distribuiti tra i tassisti della città. Negli ultimi bandi del 2016 a Reggio Emilia e Firenze, ad esempio, le somme incassate dai tassisti sono state rispettivamente di 32mila euro pro-capite e 13.960 euro pro-capite.

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