mercoledì, 1 Maggio, 2024
Sanità

SSN: personale sanitario in fuga dagli ospedali del Nord Italia

Il Presidente Nazionale del Nursing Up Antonio de Palma si è detto preoccupato della fuga degli infermieri negli ospedali del Nord Italia ribadendo che “siamo nel pieno di un vero e proprio esodo di professionisti sanitari, letteralmente in fuga dal nostro SSN. In particolare, a svuotarsi sono i pronto soccorso e i reparti nevralgici degli ospedali del Nord, con particolare riferimento all’Emilia Romagna e alla Liguria, che vivono in questo momento la drammatica realtà di una vera e propria fuga di infermieri”.

In crescita le dimissioni volontarie

“Sempre più operatori sanitari, dal 2022 a oggi, hanno rassegnato e continuano a rassegnare dimissioni volontarie. Questa volta i numeri, davvero preoccupanti, evidenziano, da una parte, un pericoloso percorso di abbandono volontario, con rinuncia anche a contratti a tempo indeterminato nella sanità pubblica, per scegliere, chi decide di restare nel mondo della sanità opta per questa soluzione, una libera professione che consente ritmi di lavoro meno stressanti e soprattutto la possibilità di “prendersi maggiormente cura” della propria vita privata e dei propri familiari” ha continuato De Palma.

Il caro vita

“Gli ultimi mesi, neanche a dirlo, ancora una volta i più difficili per la sanità pubblica italiana, raccontano di una vera e propria fuga volontaria di infermieri dal Nord verso il Sud. Insomma, molti professionisti decidono di tornare nelle proprie terre di origine, optano per una soluzione drastica, spesso loro malgrado, che gli consenta, in particolar modo, di far fronte a spese quotidiane che nel Mezzogiorno sono decisamente meno pesanti. Non è più, quindi, solo una questione di turni massacranti causati dalla carenza di personale, e di realtà sanitarie che gli negano da tempo addirittura le ferie. Al nord come al sud cambia ben poco, ma è il costo della vita ad essere più basso” sostiene De Palma. “La situazione degli ospedali del Sud non è quindi certo migliore, le difficoltà sono le medesime, il caos dei pronti soccorsi è lo stesso, peggiore e insostenibile è la situazione delle violenze perpetrate durante le ore notturne ai danni degli operatori sanitari, quando non ci sono presidi di pubblica sicurezza attivi, con la Campania che rimane ai primissimi posti per numero di aggressioni”.

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