mercoledì, 1 Maggio, 2024
Economia

Fisco. Chiuse 1.200 Partite Iva 500 controllate per oltre 2 mld di fatturato

Indagine dell'Agenzia delle Entrate contro l’evasione “apri e chiudi” con un nuovo “applicativo”

L’Agenzia delle Entrate ha chiuso 1.221 Partite Iva “apri e chiudi”; meccanismo per cui società e professionisti richiedono la partita Iva e poi cessano l’attività prima di versare le imposte dovute, per richiederne un’altra successivamente. Il numero è stato raggiunto durante un’indagine di appena un mese e mezzo di tempo. Al 31 luglio scorso l’Agenzia guidata da Ernesto Maria Ruffini ne contava altre 800 mila ferme da tre anni, a cui nei prossimi giorni sarà inviata la comunicazione preventiva della chiusura d’ufficio. Delle 1221, 359 sono state intercettate e chiuse in Lombardia (29%), 254 nel Lazio (21%) e 166 in Campania (14%). A seguire Toscana e Veneto con 105 chiusure. In tutte le restanti regioni i provvedimenti hanno interessato complessivamente 232 soggetti. I criteri di rischio per l’individuazione delle Partite Iva da sottoporre a controllo e i presupposti per la chiusura d’ufficio sono stati individuati in un Provvedimento dell’Agenzia. Le indagini sono svolte dalle strutture antifrode sulla base delle nuove norme e con l’ausilio di un nuovo e specifico applicativo informatico.

Altre 500 nel mirino

Da quanto rivela la stessa Agenzia delle Entrate, è stata elaborata un’ulteriore lista selettiva di oltre 500 Partite Iva aperte fra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, caratterizzate da anomalie sotto il profilo soggettivo e caratterizzate da consistenti operazioni economiche, pari nel complesso ad oltre 2 miliardi di euro, sui quali sono in corso approfondimenti. Queste società, che restano in vita per soli pochi mesi, per poi sparire diventando dei veri e propri fantasmi per il fisco, operano anche online e secondo recenti stime hanno generato un’evasione di circa 100 milioni di euro l’anno, solo per ciò che riguarda la vendita di beni quali smartphone, tablet, computer e console di videogiochi. “I dati diffusi dalla Agenzie delle Entrate sull’effetto della norma anti-truffe”, ha commentato il Presidente della Nona Commissione del Senato, Luca De Carlo “non è solo un altro obiettivo centrato dal governo Meloni ma è l’esempio della vera lotta all’evasione fiscale messa in campo dal Governo”.

Una nuova richiede fidejussione

La Legge di bilancio per il 2023 ha introdotto due commi al DPR 633/1972 che prevedono nuove misure di prevenzione e contrasto ai fenomeni di evasione connesse al rilascio delle Partite Iva. In particolare, il comma 15-bis.1 prevede la cessazione d’ufficio della Partita Iva per quegli operatori economici caratterizzati da profili di grave e/o sistematica evasione e di inadempimento degli obblighi fiscali nell’esercizio di attività che si esauriscono dopo un breve ciclo di vita; le cosiddette “apri e chiudi”. Il comma 15-bis.2 stabilisce che il soggetto destinatario di un provvedimento di cessazione della Partita Iva possa richiedere l’attribuzione di una nuova Partita Iva solo previa presentazione di una polizza fideiussoria o di una fideiussione bancaria della durata di tre anni e dell’importo minimo di euro 50.000 o, comunque, parametrato alle violazioni fiscali commesse, se di importo superiore.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Vaticano, nel 2022 versato al Fisco 9 milioni di tasse

Valerio Servillo

Confartigianato: lotta all’abusivismo e alla concorrenza sleale. Gli irregolari danneggiano le imprese e lo Stato

Leonzia Gaina

Fisco, De Lise (commercialisti): un ‘patto fiscale’ per rendere sostenibili i debiti tributari

Redazione

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.