giovedì, 19 Settembre, 2024
Agroalimentare

Maltempo, estate nera per agricoltura e infrastrutture rurali, in ginocchio le produzioni ortofrutticole

Un’estate nera per agricoltura e infrastrutture rurali: in questo 2023 hanno dovuto fare i conti con il maltempo che ha caratterizzato quella che una volta era solo la ʼbella stagioneʼ. Invece, secondo i numeri forniti della Coldiretti sugli effetti del cambiamento climatico secondo i dati ʼdellʼEuropean Severe Weather Databaseʼ, lʼItalia è stata funestata da una media di 32 eventi estremi al giorno. Tempeste di vento, trombe dʼaria, grandinate e bombe dʼacqua (senza comunque dimenticare le ondate di calore) hanno imperversato in pratica su tutto il territorio come non mai: basti pensare che rispetto all’anno scorso l’aumento di avvenimenti legati al brutto tempo è stato del 57%.

Logiche le conseguenze: danni soprattutto nelle campagne (supereranno abbondantemente i 6 miliardi dello scorso anno), ma anche nel settore del turismo, senza dimenticare ovviamente le vittime che si sono state. Analizzando i numeri della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti si viene a scoprire che rispetto a un’estate fa c’è stato un taglio del 10% della produzione di grano, del 14% di quella di uva da vino fino al raccolto di miele che è sceso del 70%. Uno dei settori maggiormente colpiti riguarda i frutteti: qui, causa maltempo (soprattutto in Emilia-Romagna), sono sparite oltre sei pere su dieci (63%). Tra frutti ustionati dal caldo record o dal freddo, devastati dai chicchi di ghiaccio grandi anche come palline da tennis o finiti sott’acqua, il risultato è un raccolto stimato in 187mila tonnellate, che potrebbe peraltro essere rivisto ulteriormente al ribasso.

Produzioni ortofrutticole in crisi

Ma come anticipato prima, anche il caldo torrido ha scompaginato le carte in tavola mettendo in crisi anche altre produzioni ortofrutticole che hanno in pratica dovuto cestinare, a causa delle ustioni, grandissime quantità di uva, meloni, angurie, albicocche, pomodori e melanzane. ll clima non ha risparmiato neppure gli allevamenti con i picchi di calore che hanno causato un calo della produzione di latte fino al 10%.

Per Coldiretti si è di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione “che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi”.

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