domenica, 28 Aprile, 2024
Economia

The Adecco Group: 8 italiani su 10 favorevoli a misura del salario minimo

Dall’indagine condotta da The Adecco Group emerge che di 8 italiani su 10 si dichiarano favorevoli all’introduzione della misura del salario minimo. In particolar modo, il 79% considera il salario minimo uno strumento per garantire maggiore equità e il 9% si dichiara favorevole purché sia al contempo incentivata la produttività delle aziende. Il 5% rimane più scettico, evidenziando che il tema deve entrare nella contrattazione collettiva attraverso una trattativa con i sindacati. Contrario invece il 7% per cui il tema non rappresenta una priorità per il Paese. Questi risultati sottolineano ancora una volta l’evoluzione del mercato del lavoro: nel post pandemia, infatti, si sono registrate importanti trasformazioni. Nel 2022 sono emersi i temi delle Grandi dimissioni, quitfluencer, quiet quitting, mentre l’inizio del 2023 ha visto l’affermazione del tema legato alla settimana lavorativa breve.   Questi fenomeni stanno portando il mondo del lavoro ad assumere nuove forme, più flessibili e attente ad un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata. Al contempo, però, viste le congiunture macroeconomiche, risulta evidente anche la necessità dei lavoratori di raggiungere condizioni economiche più rassicuranti. Secondo un’altra ricerca di The Adecco Group dal titolo Global Workforce of the Future il 61% afferma che l’attuale stipendio non è sufficiente per far fronte ai rincari dell’inflazione e il 46% ha scelto il proprio attuale lavoro in base allo stipendio e ai benefit offerti.   “Consideriamo utile ogni intervento che comporti maggiore trasparenza del mercato del lavoro e che contribuisca a regolare correttamente la dimensione retributiva nei rapporti di lavoro. Va sottolineato che il sistema del lavoro in somministrazione prevede, da sempre, l’applicazione del principio di parità di trattamento complessivo, retributivo e normativo. Guardiamo, dunque, con favore all’introduzione di un salario minimo, anche se per una valutazione complessiva sulla normativa sarebbe fondamentale considerare che un intervento come quello oggetto del dibattito attuale escluderebbe i rapporti di lavoro non coperti dei contratti collettivi ed esterni al lavoro regolare, come ad esempio i lavoratori occasionali o falsi lavoratori autonomi”, ha detto Claudio Soldà, CSR & Public Affairs Director di The Adecco Group Italia.

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