venerdì, 3 Maggio, 2024
Europa

Il Parlamento europeo verso il rinnovo nel 2024

La IX legislatura del Parlamento europeo ha avuto inizio il 2 luglio 2019 a seguito delle elezioni del 23-26 maggio 2019.

A luglio 2024 scadrà il quinquennio di questa IX legislatura (a suffragio universale sin dal 1979, essendo nelle precedenti i parlamentari nominati dai parlamenti dei singoli Stati dell’Unione europea).

Attualmente i parlamentari italiani che siedono a Strasburgo sono 76 su un totale complessivo di 705 che rappresentano circa 450 milioni di persone (26 Stati in quanto il Regno Unito dal 31 gennaio 2020 ne è fuori). Dei 73 posti di parlamentari ne sono stati ridistribuiti 27 e, in tale circostanza, l’Italia ne ha avuto riassegnati altri tre, passando, così, da 73 agli attuali 76. I rimanenti 46 sono tenuti sospesi per eventuali ingressi di altri Stati in corso di legislatura.

Sono sette i gruppi politici in seno al Parlamento europeo sotto cui si identificano i rappresentanti degli Stati membri, di norma, sulla base di affinità politiche e programmi elettorali.

Ogni gruppo deve essere composto, attualmente da almeno 25 europarlamentari e di almeno un quarto degli Stati membri, salvo i deputati “non-iscritti”, nella sigla “NI”, corrispondente al gruppo misto del Parlamento italiano. Attualmente sono circa 45 gli europarlamentari non iscritti ad alcun gruppo.

Al momento i sette gruppi politici delle cinque circoscrizioni italiane, sono all’incirca costituiti numericamente come segue:

  1. Circoscrizione I – Nord ovest – n. 20, di cui 9 ID; n. 5 S&D; n. 2 ECR; n. 2 PPE; n. 2 NI;
  2. Circoscrizione II – Nord est. n. 15, di cui n. 7 ID; n. 3 S&D; n. 2 NI; n. 1 PPE; n. 1 ECR; n.1 ALE;
  3. Circoscrizione III – Centro n. 15, di cui n. 5 ID; n. 3 PPE; n. 3 S&D n. 1 NI; n. 1 Renew Europe; n. 1 ALE; n. 1 ECR
  4. Circoscrizione IV – Sud. n. 18, di cui n. 3 PPE; n. 3 S&D; n. 4 ID; n. 4 NI; n.1 ECR; n.2 Verdi/ALE; n.1 Renew Europe
  5. Circoscrizione V – Isole n. 8 di cui n. 2 S&D, n. 2 NI; n. 2 ECR; n. 1 ID e n. 1 Verdi/ALE

In questa legislatura, comunque, non sono mancate le dimissioni e le sostituzioni, tra cui anche la scomparsa del Presidente David Sassoli, come segue: nel partito democratico, in data 5 settembre 2019, si dimette Roberto Gualtieri, nominato Ministro dell’economia e delle finanze e gli subentra Nicola Danti; nella lega avvengono ben 5 sostituzioni di cui tre il 9.11.2022, a seguito di loro elezioni al parlamento italiano e altri due parlamentari, dal 6 aprile 2023, perché nominati assessori alla Regione Lazio. Nel Movimento 5 Selle vi è la sostituzione di Eleonora Evi perché eletta deputata. In Forza Italia vi sono due importantissime sostituzioni perché optano per il parlamento italiano ed sono esattamente il Presidente del Partito, purtroppo venuto a mancare il 12 giugno scorso, il Senatore Silvio Berlusconi e l’attuale vicepresidente del Consiglio del Governo Meloni, il deputato Antonio Tajani, vice-presidente del Consiglio, nonché Ministro degli degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ed eletto nei giorni scorsi, a Presidente di Forza Italia in attesa del congresso.

Anche nel partito di Fratelli d’Italia vi è stata la sostituzione, il 9 settembre 2022, di Raffaele Fitto perché eletto deputato al parlamento italiano.

Questo modello di candidature “acchiappa-voti” con inganno alla fede pubblica si dovrebbe evitare perché ne vanno di mezzo la fiducia del cittadino elettore e il principio della trasparenza e di democrazia. Chi ha un mandato parlamentare ha il dovere di portarlo a termine.

Gli attuali gruppi politici europei nei quali si identificano i nostri europarlamentari, sono: 1) il Partito Popolare europeo (PPE), del quale è sempre stato sostenitore il Presidente Silvio Berlusconi; 2) il Gruppo dell’Alleanza progressista di socialisti e democratici (S&D); 3) il Gruppo Renew Europe; 4) il Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea (Verdi/ALE); 5) il Gruppo Identità e democrazia (ID); 6) il Gruppo dei Conservatori e riformisti europei (CRE); 7) il Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica.

Anche l’europarlamentare Dino Giarrusso, eletto nel Movimento 5 Stelle nella Circoscrizione Italia insulare, dal maggio 2022, ha il suo partito “Sud chiama Nord” .

In effetti nel Parlamento Europeo vi sono i seguenti raggruppamenti: 1) Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani); 2) Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo; 3) Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea; 4) Gruppo dei Conservatori Riformisti europei; 5) Gruppo Identità e Democrazia; 6) Gruppo della Sinistra al Parlamento europeo – GUE/NGL; 7) Non Iscritti “NI”.

Quindi abbiamo nell’ambito dei 26 Stati i seguenti gruppi : a)- Cristiano-democratici e Liberal-conservatori; b)- Social-democratici e Progressisti; c)- Liberali; d)-Ambientalisti e Regionalisti; e)- Nazional-conservatori; f)- Comunisti ed Ecosocialisti; g)- Euroscettici; h)- Ultra-nazionalisti .

Un bel ginepraio, nel quale solamente, la fantasia degli addetti ai lavori può darci una mano. Per gli elettori una scelta mirata del proprio candidato, proposto ed imposto dal partito, sarà una impresa ardua, per cui attecchisce l’astensionismo che sfiora, ormai il 50% nelle varie competizioni. Nelle ultime del 2019, la partecipazione italiana  è stata di appena il 54, 50%, mentre il Belgio ha raggiunto l’88,47%, il Lussemburgo l’84,24%, Malta il 72,70%, Danimarca il 66,08%, mentre ben 15 Stati  sotto il 50%, con la Croazia al 29,85%.

Sono tante questioni da rivedere, ad iniziare anche dai gruppi parlamentari: il regolamento interno della prima Assemblea prescriveva che bisognava tener conto dell’equa rappresentanza degli Stati membri e delle tendenze politiche nella composizione dell’Assemblea medesima. Si inizia con tre gruppi politici nel giugno 1953 fino al 1962 ed esattamente: il Gruppo Democratico Cristiano; il Gruppo dei Socialisti e il Gruppo dei Liberali e Apparentati, ai quali in seguito, fino al 1973, si aggiungono altri tre gruppi, quali il Gruppo dell’Unione Democratica Europea che, con gli irlandesi repubblicani, si trasforma in Gruppo dei Democratici Europei di Progresso, mentre il Gruppo Comunista e Apparentati abbraccia i comunisti italiani e francesi.

Dopo il 1979, col suffragio universale, da cui la prima legislatura elettiva, il Parlamento Europeo, ora a 26 Stati, richiede sempre più gruppi che possano rappresentare in modo sempre più democratico i popoli europei, mentre da altri versanti, come in Italia, si invoca il bipolarismo per una governabilità efficace e duratura per l’intera legislatura.

Al momento si può solamente constatare che la percentuale tra elettori e quelli che si recano alle urne in qualsiasi competizione elettorale è molto bassa e ciò pone delle domande a tutti i politici titolari di partiti, leggi elettorali comprese, sulle scelte dei candidati. Attualmente, al Parlamento europeo, il 61% degli eletti è costituito da non uscenti e le donne sono il 40%.

Il più anziano era l’ex Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, mentre il più giovane la danese Kira Marie Peter-Hansen, di appena 21 anni al momento dell’elezione.

Molti saranno i problemi risolti e non risolti, ovvero risolti male in tutto o in parte su cui le due principali forze di governo e di opposizione si faranno accuse reciproche.

Le questioni più salenti sono l’immigrazione e le riforme, su cui il Paese è ingessato da decenni e fra esse la giustizia, il fisco, le autonomie regionali, la sanità e, non per ultimo il lavoro e la tutela dell’ambiente.

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