sabato, 27 Aprile, 2024
Economia

Cambiamento climatico: il 67% degli italiani lo ha sperimentato nel proprio quartiere

Dai principali dati che emergono dal report “Gli italiani e il mutamento climatico: un barometro eco-sociale”, realizzato dal professore ordinario di Scienza politica all’Università Statale di Milano, Scientific Supervisor del Laboratorio di ricerca e informazione Percorsi di secondo welfare Maurizio Ferrera e promosso da Fondazione Lottomatica, gli italiani sono i più preoccupati in Europa in merito agli effetti che l’effetto serra può produrre sulle generazioni future. Inoltre, il 79% dei nostri connazionali dichiara di avere un buon grado di conoscenza in merito alla sfida del cambiamento climatico: più dei cittadini svedesi, spagnoli, francesi e inglesi ma meno dei tedeschi e dei polacchi, che sono in assoluto i più informati del Vecchio Continente.   Il 67% degli italiani ha avuto esperienza diretta nel proprio quartiere degli effetti del mutamento climatico negli ultimi dodici mesi. La quasi totalità degli intervistati (il 94%) dichiara di fare la raccolta differenziata, il 74% di risparmiare sul consumo di acqua e di energia, il 46% di scegliere modalità di viaggio e trasporto rispettose dell’ambiente e, infine, il 45% di privilegiare cibi e vestiti con etichetta verde. A far paura sono, soprattutto, la questione energetica (97%) e i suoi possibili effetti sulla sicurezza occupazionale ed economica delle famiglie (67%).    Il report approfondisce il tema della conoscenza e delle percezioni degli italiani sul mutamento climatico e le conseguenze che ne derivano a livello sociale, economico e politico. La ricerca parte da un sondaggio inedito svolto a livello europeo da YouGov su un campione di 1.500 persone per Paese, per un totale di 7 Nazioni complessive (oltre all’Italia, anche Francia, Germania, Polonia, Regno Unito, Spagna e Svezia). Dal paper emerge come gli italiani si aspettino che lo stato intervenga per sussidiare i costi delle famiglie, in particolare per l’efficientamento energetico degli edifici. Vi è anche una buona disponibilità ad accettare regolamentazioni che introducano una serie di limiti e restrizioni in tal senso. Il sondaggio ha posto anche una domanda sull’energia nucleare, che in passato aveva sollevato in molti Paesi mobilitazioni di protesta. Sorprendentemente, tranne che in Spagna, l’opinione pubblica tende a essere abbastanza favorevole a investire nelle centrali nucleari, anche se con un margine piuttosto stretto in Italia e Germania. Da noi il favore nei confronti dell’energia nucleare tende a essere più elevato fra i maschi, i giovani, chi vive nel Nord Ovest, chi lavora nel terziario avanzato, i pensionati e i redditi più alti.

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