giovedì, 28 Marzo, 2024
Economia

L’agroalimentare bloccato dal Coronavirus, crolla l’export

Cibo e relazioni internazionali in crisi. È la situazione in cui sono precipitati gli scambi alimentari che oggi risentono del clima recessivo innescato dal Coronavirus. Per l’Italia è una grana i più con pesanti ricadute sugli scambi e la bilancia commerciale. Ieri con il moltiplicarsi delle notizie di blocchi, quarantene, di controlli su navi e lo stop imposti ai voli passeggeri e commerciali, la Coldiretti osserva con preoccupazione come lo scenario recessivo abbia provocato già una emergenza che ora si estende dai mercati finanziari a quelli delle materie prime. “Fino al commercio reale”, commentano gli analisti di Coldiretti, “con una brusca frenata delle esportazioni di prodotti agroalimentari del Made in Italy in Cina dopo aver fatto segnare il record storico nel 2019 per un valore stimato in 460 milioni di euro con un aumento del 5% grazie alla progressiva apertura del gigante asiatico a stili di vita occidentali”. L’analisi della Coldiretti emerge dalle proiezioni su dati Istat relative ai primi dieci mesi del 2019 e da come ci sia stato un brusco blocco delle esportazioni.

A conferma dell’allarme sul freno agli scambi internazionali con i vincoli ai trasporti per cercare di contenere il contagio, la notizia che buyer cinesi sono stati costretti a disertare la Fruit Logistica di Berlino la principale gara mondiale dell’ortofrutta a causa delle quarantene nelle città e del blocco precauzionale di voli con il gigante asiatico. “Alla fiera”, rivela la Coldiretti, “erano attesi 100 espositori cinesi che hanno cancellato la loro presenza a causa della diffusione del Coronavirus”. Di fatto, come misura precauzionale, le autorità tedesche hanno imposto a ogni partecipante alla fiera di compilare una dichiarazione obbligatoria allo scopo di identificare coloro che sono a rischio Coronavirus come chi negli ultimi 14 giorni ha fatto un viaggio nella provincia di Hubei o è entrato in contatto con persone con un’infezione confermata da coronavirus e con sintomi tipici come febbre, tosse e fiato corto. Se un partecipante appartiene al gruppo a rischio o non compila il modulo di dichiarazione non può entrare negli spazi della fiera.

La Cina è il principale importatore di prodotti ortofrutticoli freschi a livello mondiale con un milione 300 mila tonnellate di verdura fresca importate mentre l’Europa è al secondo posto negli acquisti con 361.289 tonnellate di frutta fresca e 1.083.249 tonnellate di verdura fresca secondo elaborazione Coldiretti su dati FAO. “L’impatto dell’emergenza Coronavirus sui mercati agroalimentari colpisce l’Italia anche indirettamente”, calcola Coldiretti, “come dimostra il fatto che le quotazioni della sola soia sono crollate per nove giorni consecutivi al Chicago Board of Trade, punto di riferimento mondiale del commercio delle materie prime agricole, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che il prezzo della soia sul mercato futures è sceso di circa il 10% dall’inizio dell’anno sull’onda delle crescenti preoccupazioni sul calo della domanda del mercato cinese”.

“L’emergenza Coronavirus sugli scambi internazionali è una situazione preoccupante perché rischia di frenare anche il lavoro fin qui fatto sui protocolli bilaterali per l’esportazione di prodotti Made in Italy in Cina”, ha affermato il presidente della Coldiretti Cesare Prandini, nel sottolineare che “al momento per quanto riguarda la frutta fresca l’Italia può esportare in Cina solo kiwi e agrumi mentre sono ancora bloccate le mele e le pere oggetto di uno specifico negoziato”.

Una situazione, auspica Coldiretti, che va attentamente monitorata dall’Unione europea per salvaguardare un settore chiave per la sicurezza la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui il cibo è tornato strategico nelle relazioni internazionali, dagli accordi di libero scambio alle guerre commerciali come i dazi di Trump, la Brexit o l’embargo con la Russia.

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