domenica, 17 Novembre, 2024
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L’accademia di Santa Cecilia conclude la stagione con l’eterna danza di Cajkosvkij e Saint-Saens

Il debutto di JÉRÉMIE RHORER E IL PIANISTA ALEXANDRE KANTOROW è conclusione e promessa.

Il debutto che conclude la stagione 2022/2023 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è emblema della perfetta circolarità di un orchestra e un coro tra i migliori al mondo, che sempre fa vibrare, emozionare e condurre il pubblico dentro un universo musicale in cui le eccellenze del pensiero compositivo permeano i sensi e lasciano il segno. L’ovazione con cui il pubblico ha salutato le performance dei concerti conclusivi ha costituito un momento magico, di compartecipazione tra pubblico e orchestra, guidata dal Maestro Jeremie Rhorer, per la prima volta insieme.

Gli ultimi concerti della stagione, in Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone), ci hanno regalato due nuovi debutti: il  direttore francese, classe 1973, Jérémie Rhorer e il giovane pianista francese Alexandre Kantorow, classe 1997, e già acclamato dalla critica come il “giovane zar del pianoforte” e il “Liszt reincarnato”. Entrambi hanno illuminato il palco di un’allure magica, intrisa di un certo surrealismo rafforzato dalle stesse partiture eseguite.

Rhorer è tra i più interessanti e versatili direttori d’orchestra della sua generazione sia come interprete mozartiano che del repertorio post-romantico e contemporaneo. Durante tutto il concerto il Maestro è riuscito ad usare la bacchetta come un filo da tessitore: nonostante le complessità e i piani compositivi, la ben chiara distinzione esecutiva degli strumenti, lo scivolio da una nota all’altra, da un musicista all’altro, sembravano generarsi, quasi come germogli di ramo, dai movimenti stessi delle braccia del maestro, come in una danza, perfettamente consona alle opere scelte per quest’ultimo appuntamento di stagione.

Ad aprire il programma è stato il breve poema sinfonico Danse macabre (1875) del francese Camille Saint-Saëns: ammonendo che la morte è cosa viva, si dipana la figura della morte che, alla mezzanotte, come descritto nel racconto gotico, tra scricchiolar di ossa di scheletri danzanti, suona un violino che non risponde al canone dell’armonia, generando un’aria di danza macabra, appunto, fino al cantar del gallo.

Poi il palcoscenico della sala Santa Cecilia ha accolto il giovanissimo Alexandre Kantorow, che in pochi anni ha raccolto successi in tutto il mondo: nel 2019, è stato il primo pianista francese a vincere la medaglia d’oro al Concorso Čajkovskij, assieme al Grand Prix (assegnato solo tre volte nella storia del concorso). Nello stesso anno è stato nominato “Musical Revelation of the Year” dalla Professional Critics Association, mentre nel 2020 è tra i vincitori del “Victoires de la Musique Classique” in due categorie: registrazione dell’anno e solista strumentale dell’anno. Ed è proprio con  il Secondo concerto per pianoforte di Čajkovskij (ultima esecuzione a Santa Cecilia nel 2010) che Kantorow ha stregato il pubblico, dando prova del suo virtuosismo, che non ha mai tradito stanchezza.

Nel 1941 George Balanchine preparò il suo Ballet Imperial su questa partitura; ancora oggi il balletto è presente nel repertorio di numerose compagnie con il titolo di Tschaikovsky Piano Concerto n. 2. Il programma si è chiuso con la Terza sinfonia “con organo” di Saint-Saëns, composta tra il 1885 e il 1886 e considerata il vertice compositivo della sua ampia produzione sinfonica. Una composizione sinfonica, questa, che non conoscerà oblio, delle cinque totali composte dall’autore, se escludiamo le due rimaste inedite, anche grazie alla volontà di Saint-Saens di “inserire nella terza sinfonia tutto quanto poteva”: ne è emblema l’organo, raro strumento per il genere, ma fedele accompagnatore del percorso artistico di Saint-Saens. Ultima nota di merito, a tal proposito va all’organo solista Silvio Celeghin, che insieme al violino solista Carlo Maria Parazzoli e al violoncello solista Luigi Piovano, hanno mostrato ancora una volta la grandissima qualità artistica dei musicisti dell’Accademia di Santa Cecilia.

Jérémie Rhorer

Jérémie Rhorer è uno dei più interessanti e versatili direttori d’orchestra della sua generazione. Sulla scia di musicisti del recente passato come Nikolaus Harnoncourt, continua la tradizione del direttore d’orchestra innovatore come fondatore e Direttore Musicale dell’orchestra Le Cercle de l’Harmonie, con la quale da quasi vent’anni esplora il repertorio del XVIII e XIX secolo usando strumenti dell’epoca e l’intonazione originale. Come direttore d’orchestra, Rhorer è apprezzato sia come interprete mozartiano che del repertorio post-romantico e contemporaneo. Allievo al Conservatorio di Parigi di Thierry Escaich – della cui opera è diventato un ambasciatore di riferimento – e vincitore del Premio Pierre Cardin, Jérémie Rhorer è inoltre un apprezzato compositore.
In Italia è stato ospite del Festival di Spoleto, dove ha diretto il concerto di chiusura del 2018 con un’edizione storica della  Jeanne d’Arc au bûcher di Honnegger con il Premio Oscar Marion Cotillard nel ruolo titolo e con la partecipazione del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Nella stagione 2022/23, oltre numerosi ritorni, spiccano i debutti con la Filarmonica di Dresda, con i complessi della Staatsoper di Berlino (Missa solemnis di Beethoven alla Philharmonie). Come compositore presenterà una composizione per famiglie, dal titolo Papillon, alla Philharmonie del Lussemburgo.

Alexandre Kantorow

Nel 2019, all’età di 22 anni, Alexandre Kantorow è il primo pianista francese a vincere la medaglia d’oro al Concorso Čajkovskij, assieme al Grand Prix, assegnato solo tre volte nella storia del concorso. Acclamato dalla critica come il “giovane zar del pianoforte” (Classica) e “Liszt reincarnato” (Fanfare), ha ricevuto numerosi altri premi ed è stato invitato a tenere concerti in tutto il mondo. Ancora prima del Concorso, il suo debutto a soli 16 anni al festival La Folle Journée di Nantes aveva attirato l’attenzione. Da allora ha suonato con molte delle maggiori orchestre del mondo. La stagione 2022-2023 include concerti con la Staatskapelle di Berlino e Lorenzo Viotti, una tournée con l’Orchestra Filarmonica di Monaco e Thomas Hengelbrock, il debutto con i Cameristi della Scala e Mikhaïl Pletnev, la Luzerner Sinfonieorchester e Charles Dutoit, l’Orchestre Philharmonique de Montréal e Kent Nagano, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e Thomas Guggeis, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Jérémie Rhorer. Kantarow è stato premiato dalla Safran Foundation e dalla Banque Populaire e nel 2019 nominato “Musical Revelation of the Year” dalla Professional Critics Association. Nel 2020 è tra i vincitori de “le Victoires de la Musique Classique” in due categorie: registrazione dell’anno e solista strumentale dell’anno.
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