sabato, 27 Luglio, 2024
Attualità

Alluvione. “L’acqua porta via tutto, ma qui nessuno molla”

La sorpresa, la paura, la voglia di ripartire nella testimonianza dell'ing. Lorenzo Belloni

 

“È una ferita nell’anima”. Così descrive il senso di impotenza provato davanti al fiume di acqua che avanzava inesorabilmente su Ravenna l’ingegnere Lorenzo Belloni, sfollato, ma sopravvissuto all’inondazione insieme alla compagna e ai suoi gatti. Noi lo abbiamo raggiunto telefonicamente per provare a capire cosa stanno vivendo in Emilia Romagna, un territorio tanto devastato quanto esemplare per lo spirito di comunità che sta dimostrando.

Ingegnere, può provare a descrivere quello che è successo e cosa ha provato in quei momenti?
Giovedì scorso nella mia via eravamo tutti molto sereni e tranquilli, perché il canale vicino casa dista circa 1.500 metri, con molti campi coltivati tra lui e noi. A pranzo ero a casa e ho ricevuto sul cellulare un primo messaggio con cui il comune di Ravenna ci avvisava dell’imminente pericolo. Siamo lo stesso rimasti scettici, sembrava impossibile che l’acqua arrivasse fino a noi e, quindi, sono tornato normalmente al lavoro. Esattamente un’ora dopo i vicini mi chiamano avvisandomi che l’acqua aveva raggiunto le prime strade (più in basso) di Fornace Zarattini dove vivo, a quel punto abbiamo capito. L’acqua sale lentamente, ma inesorabilmente. Come uomo credi di essere potente, di riuscire a dominare tutto e che la ragione ti renda invincibile. In realtà prendi atto della tua impotenza, la sensazione più brutta e forte. Non è un’onda improvvisa, ma vedi che nulla la può fermare, niente può contrastare una cosa del genere. Per la prima volta in vita mia da ingegnere idraulico ho percepito sulla mia pelle la forza dell’acqua che può portare via tutto, persone, cose e ricordi. Quell’impotenza è una ferita nell’anima.

Prima di andare via di casa cosa ha pensato di salvare?
In quel momento prendi atto che le cose sono solo materia, che prima o poi le perderai in ogni caso e che probabilmente potrai ricomprarle. È il loro valore intrinseco che ti fa scegliere: tra uno scatolone di coppe vinte e un album di foto di famiglia non ho avuto dubbi, ho salvato il secondo. Ti preoccupi solo di ciò che è vivo e che rappresenta i tuoi sentimenti più veri.

Nelle immagini che stiamo vedendo in tv oltre al dramma sta passando anche un messaggio molto bello, quello di una comunità capace di una solidarietà cui non siamo più abituati. È proprio così?
La Romagna sta dimostrando una grande capacità di recupero, una grande senso di civiltà, di gruppo e di comunità. Ricchi o poveri, colpiti o non colpiti dal disastro, stanno tutti lì insieme a scavare. Vengono anche da altre città come Bologna, hanno preso ferie, non gliene frega niente del lavoro, si sacrificano a pulire abitazioni ma anche i luoghi del lavoro. Io non sono di qui, non ho la mia famiglia vicina, ma non mi sono mai sentito solo, nessuno è lasciato solo. È un supporto psicologico fortissimo. Mi hanno subito offerto ospitalità e aiuto di ogni genere. Come scout ho partecipato in gioventù al soccorso di alcune aree alluvionate. Anche lì c’era tanta solidarietà, ma più da parte dei sopraggiunti, dei volontari, non ho mai sentito questo grado di vicinanza di una intera comunità.

Qualcuno dice che la amministrazione comunale si è mossa tardi, lei è d’accordo?
Personalmente no, assolutamente no, mi hanno avvisato con netto anticipo, avrei avuto tutto il tempo di portare in salvo molte cose se solo avessi preso sul serio l’avviso di sgombro. La diga che hanno fatto per deviare nei campi l’acqua arrivata al quartiere Fornaci Zavattini alle porte di Ravenna per salvare la città è stata efficace. E di questo dobbiamo ringraziare anche i proprietari dei campi che hanno autorizzato l’allagamento delle coltivazioni, andate tutte perse.

Da ingegnere idraulico cosa pensa  della mancata prevenzione di cui si sta accusando l’Italia in questi giorni?
Dico che è in parte è vero e in parte no per quanto riguarda il mio territorio. Ravenna è sotto il livello del mare e nasce su una palude. L’acqua da sempre è un osservato speciale. Per questo sono stati creati molti canali che fanno defluire l’acqua in eccesso nel mare. E una tale quantità di pioggia era assolutamente imprevedibile, non si era mai vista prima. Mi sono divertito da ingegnere a fare qualche calcolo: in quei 1.500 metri tra casa mia e il canale più vicino, in una striscia di strada larga 1 metro, per raggiungere una altezza di 10 cm vuol dire che sono arrivati circa 150.000 litri d’acqua, 150 metri cubi. Certo va anche detto che i calcoli con cui sono stati dimensionati i canali si basavano su dati statistici del secolo scorso, su ciò che accadeva nel passato, andrebbero sicuramente aggiornati sulla base dei cambiamenti cui stiamo assistendo. Anche la manutenzione dei canali non era del tutto perfetta e forse anche la loro sezione – calcolata sul “tempo di corrivazione”, cioè sul tempo che una goccia di pioggia che cade sui confini di un bacino idrografico ci mette a raggiungere una determinata sezione del canale – andrebbe ricalcolata vista la nuova cementificazione degli ultimi tempi.

L’intelligenza artificiale potrebbe essere di molto aiuto a calcolare variabili più numerose e nella sua funzione predittiva, come stiamo messi?
Sarebbe una mano santa, ma per ora non se ne vede traccia nelle amministrazioni pubbliche, ma neanche nel mio settore, quello ingegneristico. È ancora troppo costosa.

Il Governo ha stanziato due miliardi di euro e sospeso i pagamenti di tasse e mutui fino a queste estate, pensa che siano misure sufficienti?
Io ho un mutuo da pagare e sicuramente la sospensione mi permette un sospiro di sollievo, ma poi faccio i calcoli di tutto quello che andrà ricomprato e penso che sia un tempo troppo breve, gli stipendi medi si aggirano intorno ai 1.500 euro forse anche meno. Anche i due miliardi non basteranno. Le case sono distrutte sia dall’acqua sia dagli scavi nel fango che certo non vanno per il sottile. Vanno restaurate strutturalmente ma anche completamente riarredate. Per non parlare dei raccolti andati del tutto persi. Purtroppo una persona che conoscevo, un uomo di 65 anni, si è suicidato perché sapeva che non avrebbe mai potuto farcela a ricominciare. Penso che l’Italia sia un Paese forte, in grado di fronteggiare anche economicamente disastri come questo, deve solo ritrovare il senso di comunità, di responsabilità collettiva. Bisogna capire che è stata ferita gravemente una parte importante del Paese. Comunque i romagnoli sono forti, qui nessuno molla.

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