martedì, 16 Aprile, 2024
Economia

L’economia del mare vale 150 miliardi di euro

Con l’Inno di Mameli è stata inaugurata ieri, nella tenuta presidenziale di Castelporziano, la Giornata del Mare, a testimonianza di come questo elemento sia un valore nazionale, che andrebbe tutelato in tutti modi.
Istituita con il decreto legislativo nel 2017, la Giornata si pone l’obiettivo di promuovere il rispetto e la tutela dell’ambiente marino e lo sviluppo della cultura del mare, con particolare riferimento alle scuole e agli studenti. Una celebrazione per ricordare quanto il mare sia una risorsa fondamentale dal punto di vista ambientale e dello sviluppo economico, “elemento centrale per la ripartenza del nostro Paese e di tutti quelli che hanno la fortuna di vivere accanto a questa imprescindibile risorsa”, commenta Stefano Laporta, Presidente ISPRA.

“Un’iniziativa importante – ha detto il Presidente Mattarella – che sottolinea quanto il mare rappresenti per il nostro Paese e per il nostro futuro, per l’Italia, per l’Europa e per l’umanità: per noi è un elemento di civiltà prima ancora che economico e di sviluppo”.

Il mare per superare il divario Nord e Sud

Presente anche il ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare: “Le sfide che ci attendono – ha dichiarato il ministro Musumeci – sono tante, ma ho la certezza che sapremo affrontarle e vincerle con un gioco di squadra tra soggetti pubblici e privati.
L’economia del mare sarà il motore di crescita della Nazione, il più efficace strumento per ridurre il divario tra Nord e Sud”. L’economia prodotta dal mare è, infatti, una delle grandi ricchezze del nostro territorio, che genera ricchezza, occupazione e innovazione secondo un modello collaborativo e sostenibile. Il mare unisce settori e tradizioni diverse in un tessuto imprenditoriale diffuso che può essere una leva straordinaria per il rilancio dell’Italia.

Vale 150 miliardi

Ma quanto vale? L’economia del mare vale oltre 150 miliardi di euro in termini di valore aggiunto (56 miliardi diretti più altri 95,1 creati nel resto dell’economia) e la sua importanza consente all’Italia di occupare il terzo posto, a livello europeo, per ricchezza prodotta, dopo Spagna e Germania. Secondo il X Rapporto nazionale, realizzato del 2022 dal Centro Studi Guglielmo Tagliacarne per conto di Informare, l’Economia del Mare rappresenta più di 220mila imprese e quasi un milione di occupati. “L’economia del mare, soprattutto in un Paese come il nostro con oltre 7mila km di coste, rappresenta un volano imprescindibile per la crescita economica – sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete –. D’altronde nel settore operano oltre 220mila aziende che danno lavoro a quasi un milione di occupati. Ed è anche un’economia giovane. Infatti, nel settore ci sono oltre 21 mila imprese capitanate da giovani, pari al 9,4% delle imprese blu, contro l’8,9% dell’intero tessuto imprenditoriale nazionale”.

La Blue economy motore della ripresa green

E poi c’è la Blue economy, un ramo della Green economy, un modello di economia dedicato alla creazione di un sistema economico sostenibile attraverso l’innovazione tecnologica. In particolare, la blue-economy si prefissa un sistema di crescita economica che tenga conto dell’impatto ambientale dell’attività produttiva ed economica per arrivare ad emissioni zero di CO2, un progetto ambizioso ma non impossibile. “Non c’è Green Deal senza gli oceani, non c’è ripresa verde senza l’economia blu”, ha dichiarato il commissario per l’Ambiente europeo Sinkevicius.

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