giovedì, 25 Aprile, 2024
Politica

Meloni: fisco più leggero in busta paga. Sindacati polemici. Critiche da Pd e M5S

Oggi il decreto in CdM. Per l'assegno di inclusione 5,4 miliardi nel 2024

Giornata della festa del Lavoro con di mattina il Consiglio dei ministri per dare semaforo verde decreto legge con “misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro e in materia di salute”. La nuova bozza presentata ieri ai sindacati prevede che l’assegno di inclusione passa ad un amento di risorse pari a 5,4 miliardi nel 2024. A illustrare le decisioni da parte del Governo erano presenti oltre alla presidente del Consiglio, il ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, il ministro dell’economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti ed i sottosegretari alla Presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. Sul fronte sindacale hanno partecipato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ed il segretario dell’Ugl, Paolo Capone.

Meloni alleggerire il fisco

“La priorità del governo è alleggerire la pressione fiscale sul costo del lavoro. Abbiamo approvato il Def, che ha liberato risorse che abbiamo dedicato completamente a taglio del cuneo fiscale”, ha sottolineato il Presidente del Consiglio durante il vertice: “Procediamo alla riforma del Reddito di cittadinanza, per distinguere chi è in grado di lavorare da chi non lo è”. “Serve un dialogo serio, costruttivo, sia sul lavoro sia su tutte le materie che affronteremo: Pnrr, RepowerEU, correzioni su come spendere le risorse, politica salariale e conseguente lotta all’inflazione, riforme, che affronteremo nelle prossime settimane”, ha precisato Giorgia Meloni sottolineando che “il Cdm  prenderà provvedimenti utili per il mondo del lavoro, che variamo in un giorno simbolico e sui quali riteniamo utile un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali”. “Nei provvedimenti”, ha illustrato il premier si sindacati, “ci sono anche norme significative in tema di sicurezza sul lavoro, anche questo è un bel modo di celebrare il primo maggio. Arriviamo al 6 per cento del taglio sotto i 35 mila euro e al 7 per cento sotto i 25 mila euro, fino alla fine dell’anno. Avevamo già dato un segnale con la legge di bilancio”, ha rimarcato il premier, “mantenendo i due punti di taglio già decisi dal precedente governo per i salari sotto i 35 mila euro e aggiungendo un ulteriore punto”.

Landini e la giovane precaria

“Non dico nulla”, ha invece esordito il leader della Cgil, Maurizio Landini all’arrivo ieri sera a palazzo Chigi, “sono venuto da voi per un saluto e per esprimervi solidarietà visto che state lavorando di domenica sotto la pioggia”. Con questa battuta, il leader della Cgil Landini si è rivolto ai cronisti.

“Andiamo a sentire cosa ci dice la Presidente del Consiglio, abbiamo però la sensazione che viva nel metaverso. Quindi abbiamo portato con noi la vita reale: una ragazza, una precaria, e faremo parlare lei”, ha detto da parte sua il segretario Uil Bombardieri al suo arrivo a Palazzo Chigi. Con lui entra Manuela, “precaria da sette anni” nel settore del trasporto aereo: “Ho 36 anni”, dice, “continuo a non avere stabilità e a non poter programmare nulla della mia vita. Non ho la possibilità di costruire una famiglia. Da anni vorrei avere dei figli ma questa instabilità non mi permette di fare nulla: sono ferma, vivo giorno dopo giorno. Non so cosa mi aspetta domani”.

Un Primo maggio mediatico

Quella di oggi, sarà anche una giornata mediatica tra le decisioni  dell’esecutivo Giorgia Meloni e le iniziative dei leader sindacali che  affronteranno il Primo maggio con una serie di manifestazioni e di critiche verso il Governo. La mobilitazione vedrà Cgil, Cisl e Uil in piazza non solo oggi a Potenza, ma anche successivamente a  Bologna il 6, a Milano il 13 e a Napoli il 20, proprio per chiedere di cambiare le politiche economiche e sociali.

Lite sulla convocazione

Un anticipo del tenore delle polemiche si è avuto ieri sera, con la decisione – contestata da Cgil e Uil, con la Cisl che chiede più attenzione sui problemi – di convocare per le ore 19 i sindacati a Palazzo Chigi. Invito che il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha bocciato per il modo e il metodo.

“Una convocazione puramente informativa quando tutto è già deciso”, osserva la Cgil. “Noi”, sottolinea Landini, “abbiamo sempre chiesto di essere coinvolti ed essere ascoltati. Naturalmente ascolteremo. Ma non è questo il metodo che a noi piace: essere convocati la sera prima quando la mattina dopo votano un decreto già fatto”.

Polemiche sul Primo Maggio

Ieri pomeriggio in un crescendo di polemiche il presidente del Consiglio è sceso in campo per contestare le affermazioni di Landini. “Non è diseducativo lavorare il primo maggio”, sottolinea Giorgia Meloni, per il premier si tratta di: “un bel segnale per chi come noi è un privilegiato, onorare con il nostro impegno, in questo giorno di festa, i lavoratori e le risposte che attendono. E vorrei ricordare al segretario della Cgil che il primo maggio ci sono molte persone che lavorano, dai camerieri ai medici, dalle forze dell’ordine fino ai tecnici che consentono lo svolgimento del Concertone”.

“Rispetto per il nostro lavoro”, e in riferimento al Concertone, Giorgia Meloni, puntualizza: “Se Landini pensa davvero che sia diseducativo lavorare il primo maggio, allora il concerto la triplice dovrebbe organizzarlo in un altro giorno. Noi non la pensiamo così e rispettiamo l’iniziativa della triplice, così come chiediamo rispetto per il nostro lavoro. Il premier ha poi definito “incomprensibili” le parole del leader della Cgil. Il Cdm convocato il Primo maggio , infatti, significa “onorare con il nostro impegno, in questo giorno di festa, i lavoratori e le risposte che attendono”.

L’attacco Uil, l’attenzione Cisl

La replica al presidente del consiglio non si è fatta attendere, con il leader della Uil Bombardieri che ha bollato il Cdm come: “Atto di propaganda”. “Nel metodo: c’è un problema”, fa presente il leader della Uil, “il Governo ci convoca alle 19 su un decreto sul quale probabilmente non sarà possibile fare delle modifiche. Forse è perché dà fastidio che la narrazione sia fatta solo dai sindacati: il governo cerca di andare in concomitanza. E’ un atto legittimo ma è un atto di propaganda”. Toni sfumati quelli della Cisl con il segretario generale Luigi Sbarra che apprezza il vertice pre Cdm: “Un segnale di attenzione”, ma puntualizza: “Un provvedimento ampio di questa natura come il pacchetto lavoro, ha bisogno di approfondimenti e di un confronto serio con le parti sociali, cosa che finora non è avvenuta, e penso anche ad altre questioni importanti, a partire dalla delega fiscale. Per non parlare dei tavoli fermi da mesi su previdenza e sicurezza sul lavoro”.

Il Cdm di oggi, risorse e scelte

Il taglio del cuneo fiscale e contributivo per cinque mesi salirà di altri quattro punti. All’articolo 34 si stabilisce come per i periodi di paga dal 1 luglio 2023 al 30 novembre 2023, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima, la misura dell’esonero è elevata da due punti a sei punti percentuali per i redditi fino a 35mila euro e a sette punti per i redditi fino a 25mila euro. Per il nuovo strumento dell’assegno di inclusione il governo prevede l’autorizzazione di una spesa complessiva di oltre 5,4 miliardi di euro nel 2024 e oltre 5,6 miliardi di euro nel 2025 e 2026. È quanto emerge dall’ultima bozza del decreto lavoro.

Ci sarà il   varo di un piano per l’assunzione di 70 mila giovani sotto i 30 anni,  un piano di inclusione sl lavoro con contratti di espansione, pene severe per quanti accedono ai sussidi senza averne titolo.

Inclusione le nuove regole

L’Assegno di inclusione, si legge nella bozza, è riconosciuto, a richiesta di uno dei componenti del nucleo familiare, a garanzia delle necessità di inclusione dei componenti di nuclei familiari con disabilità, minorenni o con almeno sessant’anni di età. Fra i requisiti richiesti un Isee non superiore a euro 9.360; nel caso di nuclei familiari con minorenni; un valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di euro 6.000 annui. Se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, la soglia di reddito familiare è fissata in euro 7.560 annui, moltiplicata secondo la medesima scala di equivalenza. Il predetto requisito anagrafico di 67 anni è adeguato agli incrementi della speranza di vita.

Le critiche di M5S e del Pd

All’ordine del giorno del Cdm saranno inseriti provvedimenti in materia di lavoro e politiche sociali. Decisioni che hanno già innescato un acceso confronto  politico con il M5S che chiede la conferma del Reddito di cittadinanza, e la sinistra che parla di “provocazione” con la segretaria del Pd, Elly Schlein, riferendosi alla scelta del governo di varare il provvedimento proprio il giorno della festa dei lavoratori: un decreto “spot”, secondo i dem, che spinge il lavoro precario e non combatte il lavoro povero.

“La nostra è una Repubblica fondata sul lavoro e sul lavoro dignitoso”, afferma Schlein, “Chiedo al governo di cambiare rotta”.

Cosa cambia dal RdC al Gil e Pal

Tra le decisioni annunciate dal Governo c’è quella di promuovere il nuovo Reddito di cittadinanza che si dividerà in tre differenti misure: Garanzia per l’inclusione (Gil), Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal) e Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal). L’entrata in vigore dei nuovi aiuti alle fasce più povere della popolazione o a quanti sono impossibilitati al lavoro, scatterà dal 1° gennaio 2024. Sono diverse le articolazioni sia di norme che di sussidio economico previste dalla riforma del Rdc.

RdC e Garanzia di inclusione

Entrando nel merito il RdC sarà sostituto con la Garanzia per l’inclusione riconosciuta ai nuclei familiari con almeno un disabile, un minore, un soggetto con almeno 60 anni di età o un percettore di assegno di invalidità civile, l’agevolazione è di un massimo di 6mila euro l’anno (500 euro al mese, aggiornato alla nuova scala di equivalenza), e può essere integrata fino a 3.360 euro (280 euro al mese) come contributo affitto. Viene erogata per 18 mesi e dopo un mese di stop riparte per altri 12. Arriva inoltre la Prestazione di accompagnamento al lavoro (Pal) per i percettori di Rdc che alla scadenza dei 7 mesi di sussidio previsti ora hanno sottoscritto un patto per il lavoro e sono inseriti in misure di politica attiva. Si può chiedere dal 1° settembre, e vale 350 euro al mese. Vale 350 euro al mese anche la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal), destinata a soggetti tra i 18 e i 59 anni in condizione di povertà assoluta, con un valore Isee non superiore a 6mila euro.

Gli aumenti in busta paga

Il taglio del cuneo fiscale potrà irrobustire le buste paga. Non di molto, – l’aumento in busta paga è stimato in circa 15 euro per otto mesi da maggio a dicembre 2023 – per l’esecutivo è un segnale importante per i redditi medio-bassi. Si tratta di una parte di contributi pagati dai lavoratori, che verranno scalati direttamente in busta paga. La nuova misura – che avrà come effetto quello di aumentare lo stipendio netto – porterà così il taglio del cuneo fiscale a 13,8 milioni per lavoratori dipendenti, privati e pubblici.

Fringe benefit tetto 3 mila euro

Tra le novità anche il nuovo tetto dei fringe benefit – benefici aziendali detassati – ma solo per i lavoratori dipendenti con figli a carico: dagli attuali 258 euro la soglia di non imponibilità passerebbe a 3mila euro. “Limitatamente al periodo d’imposta 2023”,  si spiega nella  bozza del decreto, “non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 3mila”. Lo scorso anno la soglia di non imponibilità era stata portata prima a 600 euro, poi a 3mila euro per la parte finale del 2022.

Contratti a termine più lunghi

Tra le misure che il Cdm del 1 maggio potrebbe varare attraverso il via libera al decreto lavoro, c’è anche la revisione delle regole sui contratti a termine. L’intervento potrebbe rendere effettiva la modifica del termine massimo di 12 mesi oltre il quale non è possibile rinnovare un contratto a tempo determinato. Il rinnovo  potrebbe  passare da 12 a 24 mesi, per arrivare fino a 36 mesi in determinate condizioni. In via di valutazione anche la tutela dell’Inail agli studenti impegnati nel percorso scuola-lavoro, gli incentivi per le assunzioni dei Neet under 30 e il raddoppio della soglia delle deduzioni per i contributi di colf e badanti

Nuovi contratti di espansione

Nella bozza che il Cdm dovrà varare c’è spazio anche alla proroga al 2025 del contratto di espansione, previsto inizialmente fino al 2023. Riguarderà le imprese con un organico superiore a 50 unità lavorative e consentirà di programmare le uscite dei lavoratori più anziani in un arco temporale più ampio

Assunzione di 70 mila giovani

Saranno invece riconosciuti incentivi pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per un periodo di 12 mesi a quelle aziende che assumono under 30 Neet registrati al programma: “Iniziativa occupazione giovani”.

Si tratta del maxi piano di assunzioni per giovani sotto i 30 anni, con uno sgravio del 60% per il datore di lavoro. È il nuovo decreto del Governo proposto dal ministero del Lavoro, che approderà al Consiglio dei ministri. Il progetto punta alla assunzione di circa 70 mila ragazzi che potranno percepire una retribuzione media mensile di circa 1.300 euro.

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