giovedì, 28 Marzo, 2024
Cultura

“Attila il flagello di Dio”: la scoperta di una tomba del V secolo

L’ipotesi degli studiosi che hanno esaminato l’eccezionale scoperta avvenuta nel corso della realizzazione di un’autostrada in Romania, potrebbe essere quella del ritrovamento del tesoro di Attila, il re degli Unni, meglio noto come “Attila, il flagello di Dio”, (si diceva che dove fosse passato non sarebbe più cresciuta l’erba).

Difatti, quanto rinvenuto è una tomba straordinariamente ricca di un guerriero. Come riportato dagli storici, a fronte di quanto tramandato dal diplomatico romano “Prisco” che aveva contatti con il re degli Unni, il luogo della sepoltura del condottiero è rimasto da sempre un enigma: Attila sarebbe stato seppellito in una fossa sotto l’antico letto di un fiume e, affinché il luogo non venisse svelato, tutti gli schiavi che vi lavorarono vennero uccisi.

Il ritrovamento avvenuto a 220 km dal Mar Nero, nei pressi della città di Mizil in Romania, riguarda i resti di un guerriero e del suo cavallo; la sepoltura risale con certezza al V secolo, periodo nel quale la regione era sotto il controllo degli Unni. Al suo interno sono presenti almeno un centinaio di manufatti, da gioielli ad oggetti d’oro, oltre a numerose armi come una spada di ferro e punte di freccia.

Insieme allo scheletro completo del guerriero, gli archeologi hanno trovato i resti del suo cavallo, una sella dorata e una maschera d’oro che probabilmente un tempo copriva il volto del guerriero. I ricchi corredi funerari rinvenuti sembrano dunque appartenere alla classe dirigente del periodo unno, composta da cavalieri nomadi dell’Asia centrale, che nel V secolo invasero e occuparono l’estremo oriente dell’Europa, costringendo alle migrazioni i Vandali e i Goti dando origine alle note “invasioni barbariche”. Prossimamente si procederà con la ripulitura dello scheletro e dei manufatti per essere messi in mostra, e con il loro studio nei mesi a venire ne sapremo di più.

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