BARI (ITALPRESS) – Nei primi nove mesi del 2022 l'economia pugliese ha continuato a crescere intensamente, completando il recupero dei livelli produttivi persi a causa della pandemia. È quanto emerge dal rapporto della Banca d'Italia "L'economia della Puglia – Aggiornamento congiunturale", presentato questa mattina a Bari nella sede dell'istituto. Secondo quanto stimato dall'indicatore trimestrale delle economie regionali (ITER) della Banca d'Italia, nel primo semestre del 2022 l'attività economica sarebbe cresciuta del 5,6% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno (5,4 e 5,7% rispettivamente nel Mezzogiorno e in Italia), in lieve rallentamento rispetto all'intero 2021 (6,0%). Sulla base di informazioni più aggiornate, nel terzo trimestre la crescita avrebbe ulteriormente decelerato, soprattutto a causa dell'incremento dell'inflazione e dei costi di produzione. Per quanto riguarda l'industria, le imprese con fatturato nominale in crescita nei primi nove mesi dell'anno sono risultate prevalenti, riflettendo l'aumento dell'attività e dei prezzi di vendita; anche la dinamica delle ore lavorate è stata positiva, ma in misura meno accentuata rispetto allo scorso anno. L'andamento degli investimenti è stato migliore rispetto alle aspettative espresse dalle imprese alla fine del 2021. Tutto questo in un contesto in cui la maggioranza delle imprese partecipanti al sondaggio hanno registrato un aumento significativo sia dei prezzi dell'energia, sia di quelli delle materie prime. Le imprese prevedono un rallentamento delle vendite nel prossimo semestre e un calo degli investimenti nel 2023, nonostante la spinta attesa dagli incentivi previsti nel Pnrr. Anche le esportazioni pugliesi sono in crescita. In particolare, nel primo semestre del 2022 le esportazioni a prezzi correnti della Puglia hanno registrato un incremento del 24,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La crescita è stata meno intensa rispetto al Mezzogiorno e di poco superiore a quella dell'Italia (32,4% e 22,5%, rispettivamente). La dinamica è stata in parte sostenuta dagli aumenti dei prezzi di vendita: a prezzi costanti l'espansione è risultata sensibilmente più contenuta (10,5%). L'incremento del valore delle vendite all'estero è stato diffuso tra i principali settori ed è stato particolarmente sostenuto nel comparto agroalimentare e nel siderurgico. Si è arrestato il calo registrato nel 2021 delle esportazioni di mezzi di trasporto, principale comparto dell'export regionale: a fronte del calo delle vendite di aeromobili si è registrato l'aumento di quella della componentistica. Un settore che ha registrato un'ulteriore e significativa crescita è quello delle costruzioni. Nonostante l'aumento di alcune spese, esso ha infatti continuato a beneficiare delle agevolazioni fiscali per la riqualificazione del patrimonio edilizio. Nel residenziale è proseguito l'aumento delle compravendite (16% nel primo semestre) e i prezzi delle case hanno continuato a crescere (4,5%). A fine settembre in Puglia erano state depositate quasi 20mila asseverazioni per il superbonus 110% (un valore quasi quadruplo rispetto allo scorso anno). L'importo degli investimenti ammessi a detrazione è stato superiore a 3 miliardi di euro e l'importo medio è risultato pari a circa 153mila euro. Il comparto turistico ha trainato il settore dei servizi, che in generale ha beneficiato dell'aumento delle spese delle famiglie. Secondo i dati provvisori disponibili per il periodo da giugno ad agosto del 2022, diffusi dall'Osservatorio turistico regionale, le presenze di turisti sono cresciute del 9% circa rispetto al corrispondente trimestre del 2021; con riferimento allo stesso periodo del 2019 l'aumento è stato del 3%. Di questi dati ha beneficiato anche il settore dei trasporti: secondo i dati di Assaeroporti nei primi nove mesi dell'anno il traffico di passeggeri degli aeroporti pugliesi è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, superando del 13,6 per cento anche i volumi registrati nel corrispondente periodo nel 2019. La crescita del mercato del lavoro è proseguita nel primo semestre. Il numero di occupati è aumentato del 6,1% sostenuto sia dai lavoratori autonomi sia da quelli dipendenti. L'occupazione ha superato i livelli del primo semestre del 2019. Nei primi 8 mesi del 2022 il saldo tra attivazioni e cessazioni di contratti di lavoro alle dipendenze è stato positivo per circa 71.500 unità, in calo rispetto alle 85.700 dello stesso periodo del 2021. Le attivazioni nette hanno presentato nei primi mesi dell'anno un andamento simile a quello del 2021, per poi mostrare segnali di rallentamento in estate. Nel 2022 la crescita dei consumi delle famiglie dovrebbe rallentare, risentendo della dinamica dei prezzi al consumo e dell'aumento dell'incertezza. I rincari penalizzano soprattutto i nuclei meno abbienti, poiché queste famiglie hanno una propensione al consumo più elevata e destinano una maggiore quota di spesa ai beni energetici e alimentari, per i quali le variazioni dei prezzi sono state più intense. A giugno i finanziamenti bancari al settore privato non finanziario sono ulteriormente cresciuti (4,5% dal 4,0% di fine 2021), nonostante il rialzo dei tassi di interesse a medio-lungo termine. Anche la crescita dei prestiti erogati alle famiglie da banche e società finanziarie si è rafforzata. Il credito al consumo è cresciuto del 5,4% a giugno (dal 3,0% di dicembre), sostenuto anche dall'aumento della spesa delle famiglie. I mutui hanno mostrato un'accelerazione (5,7% a giugno, dal 4,8% di fine 2021), su cui influisce l'aumento delle nuove erogazioni che, al netto di surroghe e sostituzioni, sono cresciute del 10% nel primo semestre rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in presenza di un ulteriore aumento delle compravendite immobiliari. Nel primo semestre dell'anno i prestiti erogati al settore produttivo hanno continuato a crescere con la stessa intensità di fine 2021 (4,4% a giugno). L'espansione si è lievemente rafforzata per le imprese medio-grandi e per quelle operanti nel settore manifatturiero; ha invece continuato a indebolirsi per le imprese di minori dimensioni. A giugno i depositi bancari di famiglie e imprese residenti in regione sono cresciuti, anche se meno intensamente rispetto alla fine del 2021 (3,7% su base annua rispetto al 5,8% del dicembre scorso). La decelerazione, proseguita anche nei mesi estivi (2,6% ad agosto), è stata determinata sia dal rallentamento dei depositi delle imprese, a causa del maggiore fabbisogno finanziario per il finanziamento del circolante, sia dall'andamento dei depositi delle famiglie. – foto: xa2/Italpress (ITALPRESS). xa2/pc/red 15-Nov-22 13:04