sabato, 27 Aprile, 2024
Economia

Cultura e impresa binomio di sviluppo

Forum di Confcommercio. Sangalli: la crisi colpisce il 30% delle attività culturali

“Impresa Cultura Italia”, sono le tre parole o, come spiega la Confcommercio, le tre visioni di una Italia nuova. Un Paese che oggi ha difficoltà nel ritrovare una via per la  crescita. Nel 2022 le attività culturali hanno avuto una forte flessione, un 30% in meno rispetto al consumo di cultura di pre pandemia. Il presidente Carlo Sangalli però non di dispera, per lui la cultura tornerà protagonista con l’impresa. E l’Italia sarà un modello di crescita.

Sangalli-Fontana, Cultura Italia

“Quattro anni fa, abbiamo voluto, fortissimamente voluto, costruire Impresa Cultura Italia. Dico ‘abbiamo’ perché me ne prendo la responsabilità personale insieme ad un amico carissimo”, dice entusiasta Carlo Sangalli presidente della Confcommercio, “Questo amico carissimo lo conoscete tutti, si chiama Carlo Fontana ed è a lui che va il mio più sentito ringraziamento per aver deciso di creare questo Forum e quell’alleanza”. Ieri al suo giorno conclusivo il Forum: “Futuro è impresa culturale: mercato, prospettive e talenti”, tenuto al Teatro dell’Opera di Roma ha messo in evidenza l’impegno della Confederazione per dare spazio all’impresa culturale in Italia e nel mondo. In campo nuovi progetti formativi, una visione della cultura nel mercato del lavoro, puntando su nuovi modelli e nuove prospettive dell’impresa artistica e culturale nell’era post Covid. Fino a individuare talenti artistici e manageriali. Numerosi gli ospiti presenti tra questi, il Commissario di Confcommercio Roma, Pier Andrea Chevallard e dal Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Francesco Giambrone.   

Il patto Confcommercio-Agis

“In questi anni difficili, nel susseguirsi dell’emergenza, abbiamo tante volte recuperato il senso della nostra utilità, della nostra identità e del nostro ruolo, per le imprese e dentro le comunità”, ha spiegato Sangalli nel illustrare le ragioni del patto, “la strategia che ci siamo dati è quella di mettere a terra questa alleanza attraverso le categorie (a partire dalle 13 federazioni e associazioni che compongono il coordinamento) prima di tutto dentro i territori. Non a caso, la scorsa primavera, tra Agis e Confcommercio è stato firmato un protocollo per incoraggiare la creazione delle Imprese Cultura locali dentro le Confcommercio del territorio.

Uscire dell’emergenza

“Attrezzarci per affrontare il futuro, quale che sia. Significa nondimeno che l’orizzonte in cui ragioniamo non è, non può essere, semplicemente quello di, per dirla con Eduardo De Filippo, “passa’ ‘a nuttata”. Qualcuno lo definirebbe presentismo”, racconta Sangalli, “quello che ingabbia le scelte in un eterno presente senza prospettiva. Io la dico così: mi sembra che ci sia una forma di “pudore”, una specie di reticenza, nel pensare al futuro, viste le angosce e le incertezze che caratterizzano il presente”. Addirittura, in certi casi, finiamo per coltivare una qualche speranza di ritornare al passato. Ma non si può. Noi siamo irrimediabilmente cambiati. E, irrimediabilmente, cari amici, è cambiato il mondo”.

Valorizzare la cultura

“La nostra idea è stata ed è quella di potenziare e valorizzare la cultura nella rappresentanza di Confcommercio-Imprese per l’Italia, nella convinzione che la cultura sia una componente fondamentale e autonoma, trasversale ma non accessoria, del terziario di mercato e dell’economia del Paese”, fa presente Sangalli nel suo intervento, “Nella cultura ci sono le gambe di un’economia turistica e creativa, ci sono le ali di una rappresentanza moderna, c’è lo sguardo di un Paese vivo. Che, consapevole di se stesso, deve sapere anche guardare fuori dal proprio ‘orticello’ come faranno tanti ospiti internazionali in questi giorni. Questa è la visione di Confcommercio Impresa Cultura Italia”.

Cultura dello spirito

Il presidente di Confcommercio nel suo intervento prende a riferimento anche libri e intellettuali. “Come ha scritto Giuseppe De Rita su Avvenire, è fondamentale che chi si occupa della cosa pubblica recuperi in questa fase storica la ‘cultura dello spirito’. Cioè una visione d’insieme, indispensabile per ricucire consapevolmente i pezzi del vissuto individuale e sociale e identificare una direzione comune di costruzione del futuro. Ma, se posso dirlo, secondo me”, osserva Sangalli, “oltre che cultura dello spirito serve anche uno spirito della cultura, che ci permetta di essere “orientati alla cultura” mettendola al centro, al centro delle politiche, al centro della formazione dei bambini, al centro delle possibilità dei cittadini, al centro delle prospettive dei giovani. Al centro, per quanto ci riguarda, della nostra azione associativa e di una rappresentanza moderna che si vuole e si pensa degna del passato, capace di futuro”.

Cambio classe dirigente

Il presidente di Impresa Cultura Italia, Carlo Fontana, evidenzia un altro aspetto “Molti operatori del teatro e dello spettacolo hanno pensato che tutto tornasse come prima, ma oggi bisogna comprendere che non si può più tornare indietro alla situazione prima del 2020”. Secondo Fontana, “serve un ricambio della classe dirigente perché servono esperienza e competenza per affrontare gli scenari futuri. La governance cosi come è configurata non sembra adatta a quelle che sono le innovazioni di oggi: serve una maggiore elasticità”.

Agevolazioni fiscali

“Dopo il Covid”, spiega Fontana “c’è stata una nuova pandemia, innescata dal caro bollette, dalla crisi geopolitica e dalla spirale inflattiva, mette a rischio la ritrovata normalità degli italiani nella fruizione di beni e servizi culturali e la voglia di spendere in cultura”. “Occorre, dunque”, propone il presidente, “un intervento tempestivo e urgente da parte del prossimo Governo per non vanificare la ripartenza del mondo della cultura e per sostenere con misure appropriate ed efficaci la ripresa, i consumi e gli investimenti nel settore a partire dalle agevolazioni fiscali per famiglie e imprese”.

I consumi culturali

Nel corso della prima giornata del Forum di Impresa Cultura Italia è stata presentata una ricerca sui consumi culturali degli italiani dopo il Covid realizzata in collaborazione con Swg.

Nonostante la ritrovata normalità e l’accelerazione di quest’estate nella fruizione di eventi e spettacoli dal vivo, i consumi culturali sono ancora lontani dai livelli pre-Covid e risalgono lentamente.

Crollo del 30% di eventi

L’indice realizzato da Impresa Cultura Italia-Confcommercio e SWG raggiunge nei primi 9 mesi del 2022 i 68 punti (+9 punti sul 2021 e +12 sul 2020), distante più di 30 punti dal valore di riferimento del 2019. “A settembre il 17% degli italiani ha acquistato biglietti per visitare mostre, musei e siti archeologici così come per andare al cinema, l’11% per concerti, con una spesa media pro capite di oltre 22 euro in più rispetto a settembre 2021”, si legge nel rapporto, “l’8% per spettacoli all’aperto e il 6% per il teatro; tuttavia l’incertezza economica legata al caro energia, alla guerra in Ucraina e all’inflazione galoppante rischia di vanificare nei prossimi mesi la ripresa dei consumi culturali: in autunno la spesa media mensile per famiglia potrebbe aggirarsi attorno ai 46 euro, con una riduzione di oltre il 20% rispetto ai 58 euro di settembre. Un calo, peraltro, trasversale a tutti i beni e servizi culturali e più accentuato per concerti, cinema e teatro”.

Televisione, web e piattaforme

Evidente il cambiamento nei consumi televisivi a livello generazionale: “tra gli ultrasessantenni tiene la TV generalista, ma tra i giovani quasi la metà del consumo televisivo è veicolato dalle piattaforme a pagamento”, prosegue lo studio, “A settembre si registra anche una forte crescita della fruizione televisiva attraverso piattaforme web gratuite (+23% rispetto a settembre 2021), facilitata da un’offerta che consente di trovare sempre più spezzoni di spettacoli sui social media”.

Libri e quotidiani

Si conferma, rivela lo studio di Confcommercio, la preferenza per la lettura dei libri in cartaceo anche se cresce la quota in digitale (rispettivamente 34% e 20% di lettori abituali a settembre); in flessione la lettura di quotidiani (8% di lettori abituali in meno su settembre 2021) mentre il web si consolida come principale canale di accesso a contenuti giornalistici e di informazione (33% di lettori abituali a settembre, + 4% sullo stesso mese del 2021).

Cultura e turismo

L’offerta culturale nelle città sembra essere tornata ai livelli pre-pandemici; per oltre sette italiani su dieci le iniziative culturali sono un importante attrattore turistico e rendono le città più vive e piacevoli. “Per i turisti autunnali”, prosegue la nota, “i beni e servizi culturali che incidono di più nella scelta della meta di vacanza sono i musei e i siti archeologici (40%), seguiti da eventi enogastronomici (38%), festival (28%) e mostre (27%)”.

Misure di sostegno

Infine le proposte per rilanciare le iniziative e la partecipazione.

“Per due italiani su cinque l’estensione del bonus cultura e la detrazione fiscale delle spese in cultura sono le misure più efficaci per la ripresa dei consumi culturali”, conclude lo studio della Confcommercio, “Un intervistato su quattro indica una maggiore promozione delle attività sul territorio e agevolazioni per le politiche di investimento nel settore”.

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