venerdì, 19 Aprile, 2024
Salute e Lavoro

La sicurezza diventa digitale

Sarà garantita una maggiore attenzione alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro dei lavoratori avanti negli anni con la diffusione di una gestione “intelligente” dei sistemi di protezione e prevenzione nei comparti lavorativi più a rischio. Il 2023 è stato dedicato, infatti, dall’Agenzia Europea sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, alla promozione di una campagna di comunicazione “Ambiente di lavoro sano e sicuro con la digitalizzazione”.

Nel programma viene evidenziato, tra l’altro, che “lo sviluppo di tecnologie digitali, quali l’intelligenza artificiale (IA), la robotica avanzata, la connettività pervasiva, l’Internet delle cose, i big data, i dispositivi di prevenzione e protezione (DPI), indossabili e mobili in grado di identificare il superamento di determinati inquinanti, e le piattaforme online, stanno cambiando la natura, l’ubicazione, i soggetti, i tempi e le modalità di organizzazione e gestione delle attività lavorative. Attualmente le tecnologie digitali offrono servizi essenziali a tutti i settori della nostra economia e della società.

I robot stanno diventando mobili, intelligenti e collaborativi. Le macchine intelligenti stanno acquisendo una vasta gamma di compiti non solo manuali, ma anche cognitivi che in precedenza erano svolti da persone. I lavoratori sono sempre più controllati da tecnologie e algoritmi di monitoraggio, al punto che, in futuro, potrebbero essere gestiti da macchine intelligenti. Stanno inoltre emergendo nuove sfide in materia di sicurezza ed ergonomia, comprendenti rischi per la sicurezza funzionale associati alla cybersicurezza. Ad averne concreti benefici saranno proprio i lavoratori affetti da patologie croniche non correlate al lavoro o con multimorbilità, attraverso il monitoraggio permanente con sensori personalizzati dei parametri che hanno sotto osservazione variazioni legate a malattie metaboliche o cardiovascolari.

Ancora. In un’azienda “digitalizzata” si avvia a soluzione il rischio psicosociale collegato alla mancata attuazione e gestione dei tempi di vita e lavoro. Affrontare questo tema significa parlare principalmente di donne, là dove nella maggior parte dei casi spetta a loro doversi organizzare tra orari entrata/uscita figli a scuola, orari apertura/chiusura uffici pubblici e negozi. Spesso le donne si devono anche occupare della gestione familiare di anziani non autosufficienti di contrappasso con orari lavorativi ingessati in schemi rigidi e poco conciliabili con tutto questo. Sono infatti ancora poche le aziende italiane che prevedono all’interno della propria organizzazione un’ottica di genere in tal senso, prevedendo ad esempio orari flessibili in entrata/uscita, possibilità di part time per determinati periodi della vita lavorativa per esigenze temporanee, oppure il telelavoro che in Italia ha trovato poche applicazioni a differenza di altri Paesi, secondo cui il datore di lavoro non potrà opporsi alla richiesta di lavorare da casa presentata da un dipendente, salvo legittimi impedimenti dovuti alla particolarità del tipo di lavoro. 

La disponibilità immediata di una banca dati con profili lavorativi dettagliati e mansioni da cui dipendono non solo retribuzione, orario di lavoro, trattamento economico durante la malattia e la maternità ma anche il rischio lavorativo da assicurare o l’indennità varie da erogare, periodo di ferie o di preavviso, definizione dell’organigramma, ecc., consente di organizzare una eventuale rotazione o utilizzazione del dipendente, anche temporaneamente, in una funzione e non in un’altra Questo percorso è importante perché i carichi di vita e di lavoro spesso creano stress e diminuzione talvolta della produttività lavorativa quando invece proprio le donne sanno essere nella maggior parte dei casi molto più efficaci ed efficienti dei colleghi uomini – come dimostrato in molti studi di settore fatti al riguardo – se messe nelle giuste condizioni di vita e lavoro.

I soli punti critici individuati dall’Agenzia Europea per la Salute e Sicurezza sul Lavoro su cui è tuttora in corso una riflessione, in una economia globalmente interconnessa 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 riguardano un’organizzazione del lavoro sempre più flessibile.

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