venerdì, 19 Aprile, 2024
Esteri

Ponte Kerch: crollano i sogni di Putin

L’esplosione che ha danneggiato pesantemente il Ponte Kerch, che unisce la Russia alla Crimea, è l’ennesimo smacco per Putin. Non solo perché, come l’incrociatore Moskva ha un alto valore simbolico del potere russo nella Crimea ucraina, ma anche perché in questo caso quanto accaduto potrebbe dare inizio all’ennesimo logorante rimpallo di responsabilità tra i Servizi di Intelligence ed il Ministero della Difesa russo. Il camion bomba esploso sul ponte di Crimea sarebbe stato ispezionato a un check point russo prima di saltare in aria. Questo apre spazio a numerosi interrogativi.

Arresti di personale militare sarebbero in corso a Mosca. Alcune fonti riferiscono che le unità d’élite della guardia russa, la divisione operativa Dzerzhinsky, sono entrate in città e si dirigono verso il centro, dove il traffico sarebbe stato interrotto, insieme a gruppi delle forze di polizia. Tutte le unità militari nel perimetro di Mosca sono state poste in allerta.

Il presidente russo Vladimir Putin ha recentemente chiarito che vede la guerra in corso come una lotta esistenziale con l’Occidente collettivo per plasmare il futuro del mondo intero, ma le truppe russe nell’Ucraina orientale hanno subito una serie di umilianti sconfitte nelle ultime settimane e sono state costrette a ritirarsi in disordine.

La risposta di Putin a queste battute d’arresto è stata quella di aumentare ulteriormente la posta in gioco. Proclamando l’annessione, Putin si è chiuso però ogni possibilità di negoziazione, spingendo i Paesi occidentali a imporre nuove sanzioni, ed accelerando l’isolamento e il declino economico della Russia. La mobilitazione delle forze si è rivelata ampiamente impopolare. La situazione in atto ha portato anche critiche pubbliche nei confronti del ministro della Difesa di Putin e dei vertici militari in un raro malcontento generalizzato.

Nei giorni scorsi persino il Generale di Corpo d’Armata Kartapolov, che ha ricoperto l’incarico di viceministro della difesa della Federazione Russa nel periodo 2018-2021, ed è attualmente capo del Comitato di difesa della Duma di Stato, ha pubblicamente invitato il ministero della Difesa a “smetterla di mentire”. Secondo lui, nascondere la verità porterà a una perdita di credibilità. “Tutti i villaggi di confine della regione di Belgorod – ha aggiunto il Gen. Kartapolov – sono praticamente distrutti. Lo apprendiamo da chiunque, dai governatori e dai corrispondenti militari. Ma i rapporti del ministero della Difesa non cambiano. La gente lo sa. La nostra gente non è stupida. E vede che non vogliono dirgli nemmeno una parte della verità. Questo può portare a una perdita di credibilità”.

Nonostante tutto i propagandisti del Cremlino, con l’avvicinarsi dell’inverno, cercheranno di promuovere l’idea che gli sforzi per opporsi alla Russia in Ucraina siano inutili. Diranno che il disagio economico inflitto alle famiglie europee è vano. Inevitabilmente cresceranno le richieste per un accordo di compromesso che condannerebbe milioni di ucraini nelle regioni attualmente occupate a un triste futuro sotto il dominio russo.

Questo è il motivo per cui è importante più che mai rimanere concentrati sul quadro più ampio. Se l’invasione di Putin in Ucraina non si concluderà con una sconfitta definitiva di questo progetto criminale, le conseguenze per l’Europa saranno molto più gravi delle attuali carenze energetiche e dei problemi economici.

Occorre ricordare che, nel piano iniziale di Putin, il successo russo in Ucraina sarebbe stato seguito da ulteriori aggressioni militari contro altre nazioni dell’ex Unione Sovietica.

I prossimi mesi non saranno facili per nessuno. Tutti ci troveremo di fronte alla stessa domanda: Quale prezzo siamo disposti a pagare per preservare i valori fondamentali europei di diritti democratici, libertà e dignità?

Gli analisti avvertono di un rischio crescente che la Russia possa tentare di trascinare la Nato in un conflitto ibrido attuando attacchi – di cui poi negherebbe la paternità – alle infrastrutture energetiche vitali o ai cavi sottomarini, nonché aumentando gli attacchi informatici e la disinformazione.

La resa al Cremlino sacrificherebbe il futuro dell’Europa in cambio di dubbi benefici derivanti da una tregua nell’aggressione russa. Invece, gli europei devono rimanere uniti nella loro ricerca della vittoria ucraina. Questo è l’unico modo per evitare la prospettiva di molti altri inverni armati negli anni a venire.

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