sabato, 20 Aprile, 2024
Manica Larga

Il leader e le vite degli altri

Accendo la radio. In una di quelle trasmissioni di approfondimento Mario, nome di fantasia per un radioascoltatore in carne e ossa, dice la sua su elezioni e astensione. E chiosa: “Sono stanco di votare contro. Per cui questa volta non andrò a votare”. Con il più classico dei “non gioco più me ne vado”, ringrazia e con garbo chiude la telefonata.

Mancano pochi giorni al verdetto elettorale e, a leggere tra dati e dinamiche, la ormai stanca domanda è: perché non riusciamo a scrollarci di dosso questa stabile instabilità? Tratto ormai caratteristico del nostro vivere, vuoi vedere che abbiamo un problema di leadership?

Questione di leadership

Cominciamo col dire che, in realtà non tutti possono fare il leader ( anche se a a pochi non piacerebbe farlo). Certo, si può imparare e migliorarsi, ma come per qualsivoglia preferenza personale ci sarà colui che manifesterà un naturale talento per la musica, chi per lo sport, un altro per la matematica e via dicendo. Allo stesso modo c’è chi manifesterà una maggiore predisposizione alla leadership.

Fatta questa premessa, poi ci sarebbe anche da menzionare il fatto che quello che noi esseri umani abbiamo realizzato finora è il frutto di un’azione coordinata. In altri termini, dato un obiettivo comune, organizziamo le risorse e cerchiamo di raggiungere un obiettivo. Affinché questo accada c’è però bisogno di un leader, sia questi scelto in modo formale o spontaneo.

L’importanza della squadra

Ora, per farla breve, il punto è che il leader, da buon essere umano, cercherà nel contempo di soddisfare i propri bisogni personali. Tuttavia, questi è ben consapevole che il proprio successo non dipenderà da altri se non dalla propria squadra.

Infatti è l’autoreferenzialità a minare alle fondamenta l’intero costrutto, sia quella una questione di arricchimento personale, raggiungimento dello status quo e via discorrendo. Tradotto, se la miopia è a monte, viene difficile immaginare come una prospettiva collettiva potrà mai essere messa a fuoco. Figurarsi immaginare poi che delle persone che si sentono tradite si mettano a seguire ed eseguire.

Insomma, pare che la difficoltà in cui si trova oggi la politica abbia una delle sue ragioni d’essere anche in leader (o presunti tali) che hanno preferito e preferiscono guardare altrove anziché mescolarsi con la gente, mancando così uno degli snodi chiave di questa storia, ovvero che la dignità va rispettata. Perché se da un lato ci sono le promesse e le carriere, dall’altro ci sono le vite degli altri che per le altrui e legittime ambizioni non possono pagare il prezzo. Anche questa è questione di leadership. Per questo alle prossime elezioni c’è già un vincitore, ma non ha simbolo né scheda.

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