venerdì, 26 Aprile, 2024
Società

Terza missione della conoscenza: il ruolo delle relazioni istituzionali

“Se la velocità del cambiamento all’esterno è maggiore di quella all’interno, la fine è vicina”. Così esordiva Jack Welch alla guida della General Motors. Quest’ultimo periodo è stato segnato da una serie di riferimenti che hanno tracciato alcune “nuove strade” verso la meta del “futuro”: Ganesh Sitaraman (“The great democracy”), Papa Francesco (“Laudato Si’. Enciclica sulla cura della casa comune”), Joseph E. Stiglitz (“Measuring what counts”), Jhon Goddard (“The civic university and leadership of place”).

Questi tempi turbolenti del Covid e dei nuovi equilibri o squilibri geopolitici ci spingono ancora una volta a ripensare alle sfide della contemporaneità: la transizione green, la rigenerazione urbana, l’invecchiamento della popolazione, l’immigrazione internazionale, la trasformazione digitale, la sicurezza alimentare. A queste sfide, si aggiunge anche la “globalizzazione della e-democracy” e la rinnovata “centralità” dell’“e-learning elevation” (società della conoscenza).

L’elevazione della conoscenza a prova di reti “connesse” ha rovesciato il Pianeta generando una nuova forma di apprendimento cioè la “connected-ness knowledge”, nuove forme di apprendimento e di upskilling quale diritto alla connessione “per non rimanere indietro” (nuovo proletariato urbano no-tech) con un ampio dibattito sulle diseguaglianze digitali emerse. Jhon Goddard (Newcastle University – ideologo e fondatore della “terza missione” delle università e della ricerca) ha evidenziato come un’università autenticamente “civica” nella costruzione delle relazioni progettuali con le parti sociali e civiche  sia volano dello sviluppo socio-economico di un territorio.

Questo genera una “leadership della città” evidenziandone le alleanze strategiche tra parti sociali e mondo del trasferimento della conoscenza quindi una “co-produzione dei saperi”. La terza missione universitaria e del sapere per poter essere un ponte tra la rete scientifica e la società civile “organizzata” ha l’opportunità di incanalarsi nei gangli più profondi dei propri sentieri esercitando con trasparenza e determinazione il ruolo strategico delle relazioni istituzionali.

public affairs quale strumento per completare le alleanze strategiche per il progresso e porre la persona al centro. Quindi la terza missione quale “bene dell’umanità”. La digitalizzazione della conoscenza e le università vocate a trasformarsi in “digitali”, come “strumento ma non come obiettivo”, sono proiettate verso il superamento della terza missione, raggiunto più facilmente da “processi” e “algoritmi” di partecipazione del cittadino o meglio della “persona”. Solo così queste alleanze generate, “ripartendo dalla conoscenza”, si trasformano in “officine” per promuovere una nuova condizione umana e per “unire la democrazia” e “saldare le generazioni” .

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