venerdì, 19 Aprile, 2024
Società

Mobilità urbana. Giovannini: “Anche i privati facciano la loro parte”

Quella del Governo è una lotta contro il tempo per agevolare le riforme che permettano di accedere e ottimizzare i fondi provenienti dall’Unione per la trasformazione del nostro Paese in una direzione digitalmente avanzata, inclusiva e, soprattutto, eco-sostenibile. Ma fondi e norme non bastano senza un profondo svecchiamento della burocrazia, una responsabilità individuale dei manager della PA, spesso atterriti dalle scelte di spesa pubblica, un accesso facilitato ai privati che investano in ricerca e sviluppo, la costruzione di infrastrutture come le ricariche dei mezzi elettrici, una gestione incrociata dei big data e una regia generale delle transizioni che faccia interfacciare governi locali e istituzioni centrali.

 

La mobilità urbana, tema centrale della quotidianità di molti italiani e che incide fortemente sulla qualità della vita, è uno dei settori in cui si avvertono maggiormente le disfunzioni di sistema. “La scelta a favore di mezzi di trasporto pubblico locale moderni e non inquinanti rappresenta uno degli assi principali dell’azione di questo Ministero – ha spiegato il ministro Enrico Giovannini intervenendo al talk organizzato da Italy next generation per favorire il confronto tra decisori pubblici e stakeholder sulle attuali priorità strategiche per migliorare la qualità dell’aria nelle città e aumentare l’utilizzo da parte dei cittadini della mobilità condivisa. La scelta a favore di autobus a zero emissioni deve essere comune a tutte le amministrazioni locali e alle aziende di trasporto locale, anche per stimolare la nascita di una produzione nazionale che crei occupazione e reddito. Va in questa direzione l’investimento di 300 milioni di euro per la creazione di una filiera di produzione di autobus elettrici, con una destinazione del 40% a favore di progetti da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno”.

Il ministro ammette che i fondi del Pnrr non saranno sufficienti per sostenere tutta la transizione, ma potranno orientare le decisioni pubbliche e private. Comuni e Regioni “devono ripensare a come utilizzare i fondi correnti per far sì che gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza diventino servizi ai cittadini”, ha detto Giovannini, che, però, ha anche rilanciato la palla ai privati: “La transizione interessa tutti. La scelta della sostenibilità è un elemento di competitività e reputazione. Le aziende che hanno fatto efficientamento energetico sono ora meno esposte al boom energetico. È una scelta anche economica che l’Europa ha accelerato col Next Generation”.

La recente approvazione da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica e quello per lo sviluppo sostenibile del Piano nazionale per la sicurezza stradale verso il 2030 dovrebbe aggiungere un altro tassello al complesso puzzle della gestione della mobilità urbana, soprattutto in città come Roma. “Sicurezza stradale non vuol dire solo meno incidenti – ha sottolineato il ministro delle Infrastrutture –  ma anche cambiamento culturale con una maggiore disponibilità ad usare la tecnologia, ad usare mezzi più sicuri e anche infrastrutture più sicure”. Molte sono le best practice di amministrazioni locali e di privati relative alla gestione dei big data che possono aiutare ad orientare nella scelta dei percorsi e dei mezzi da usare, evitare affollamenti, congestioni e incidenti, facilitare interventi in tempo reale dei guasti. Ma per ora sono ancora solo sperimentazioni.

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