“Abbiamo scelto un approccio molto concreto per parlare di elettrificazione: un argomento dove il rischio di cadere in un discorso, ‘There is no planet B’ ‘Tomorrow is too late’ ‘bla, bla, bla’ è sempre in agguato. Quindi più che alle parole, oggi vorrei lasciare spazio ai fatti”. Così Santo Ficili, responsabile Stellantis per l’Italia, incontrando la stampa oggi a Torino. “Il tema dei semiconduttori incide in questa fase, ma credo nel medio termine finirà” ha assicurato. Diverso il discorso, del costo dell’energia che aumentando frena il rinnovo delle flotte: “Il tema non è solo quello del costo della bolletta, è un tema più ampio, dove tutto il sistema deve fare la sua parte. Se noi investiamo, come gli altri costruttori automobilistici, ci aspettiamo che anche gli altri attori facciano la loro parte” spiega Ficili, riferendosi ai regolatori e ai governi nazionali ed europeo, che stanno gestendo la transizione verso la mobilità elettrica, e in quest’ambito rientra anche la gestione degli incentivi per il rinnovo del parco auto, che arrivano a singhiozzo.
“È un dato di fatto che il mondo dell’auto è già in piena rivoluzione ecosostenibile” spiega il manager, sottolineando che anche “il cliente sta già cambiando”, in Italia, la quota di vetture elettrificate, che includono anche il mild hybrid, a settembre ha rappresentato il 45% del totale mercato, e dove le solo elettriche valgono il 13,3%. Il gruppo Stellantis, prosegue Ficili, prevede un investimento di 30 miliardi di euro in elettrificazione e software, entro il 2025, con “un obiettivo chiaro: entro il 2030, il 70% delle nostre vendite in Europa sarà costituito da vetture e veicoli elettrici, o elettrificati”. Un’offerta che poggerà su: 4 piattaforme BEV-by-design, 3 moduli di propulsione elettrica; 2 tipi di batterie entro il 2024; e pacchi batterie configurati in modo differenziato con un’autonomia che andrà da 500 a 800 Km.
“Quella di Stellantis è una strategia di elettrificazione a 360°, nella quale l’Italia gioca un ruolo da protagonista” prosegue Ficili. Ricordando che sono quattro i poli produttivi coinvolti nella transizione green: a Termoli ci sarà la terza gigafactory europea; a Melfi sono previste le linee di produzione di 4 nuovi modelli BEV e la linea di assemblaggio per le batterie; ad Atessa lo stabilimento Sevel confermerà la sua leadership nella produzione di veicoli commerciali anche nella variante BEV; Mirafiori diventerà un centro di eccellenza e competenza per la transizione energetica e l’elettrificazione, dove convergerà la nuova piattaforma elettrificata di Maserati che permetterà di realizzare le Nuove GranTurismo, GranCabrio e la Nuova Quattroporte, tra il 2022 e il 2024, e dove viene già prodotta la 500Bev. Sempre nel polo torinese sarà sviluppata la sperimentazione e lo sviluppo delle batterie, grazie alle attività specifiche del Battery Hub e del Battery Lab. Non solo, annuncia Ficili, sempre a Mirafiori ci sarà la “Stellantis Italy House” che verrà inaugurata il 3 novembre, “per ribadire ancora una volta il nostro legame con Torino, e con un territorio che racchiude uno dei patrimoni automotive più importanti al mondo”.
A livello commerciale, prosegue Stellantis Italia è leader del mercato di automobili, con quasi il 40% di quota, leader nei veicoli commerciali, con circa il 50 % di quota e leader nel mercato dei veicoli elettrici. Questo grazie anche a una rete di oltre 400 concessionarie, 1870 punti vendita e 3350 punti di assistenza. I servizi però oggi viaggiano anche fuori dai dealer. “Tutta la nostra offerta LEV nasce connessa e, quindi, in grado di dialogare con un mondo di servizi ampio e diversificato che copre tutte le esigenze di utilizzo: dal car-sharing all’acquisto, fino ai servizi di ricarica” spiega Ficili, ricordando LeasysGO e i pacchetti ALL-e creati da Free2Move e-solutions. Tanti i progetti promossi da Stellantis in questo ambito con una particolare attenzione verso l’Europa del Sud, “dove si stima circoleranno buona parte dei circa 50 milioni di veicoli elettrici previsti tra 10 anni sulle strade del nostro continente e dove la rete di ricarica pubblica è ancora da costruire al 90 per cento” conclude il manager.